Reparto di ginecologia del Dono Svizzero di Formia: “Tutto è stato lasciato “volutamente” alla deriva, con l’aggravante di subappalti dubbi”
“Tutto inizia nel 2022 da quell’ottobre 2022, quando la Asl di Latina decide di dare in appalto i lavori di ristrutturazione del reparto di ginecologia del Dono Svizzero di Formia.
I lavori, fino a oggi, hanno subito un percorso tortuoso, con subappalti “dubbi”, ditte in odore di camorra e cantieri lasciati aperti, con sale parto mai collaudate e a distanza di 28 mesi, oggi nell’ospedale Dono Svizzero c’è un reparto lasciato “volutamente “alla deriva senza che nessuno, un consigliere regionale, un sindaco, un assessore regionale, un direttore generale della Asl dica una parola, azzardi delle possibili spiegazioni, trovi celeri soluzioni e chieda scusa ai cittadini per la situazione di una gravità inaudita.
Facciamo un po’ di storia: al tempo dell’appalto dei lavori, il reparto di ginecologia era diretto dalla dottoressa Francesca Lippa, nominata con un concorso “discutibile”, tant’è che, dopo nemmeno due anni, il giudice del lavoro con una chiara e netta sentenza, dichiara decaduta la dottoressa Lippa per dichiarare legittimato al ruolo di direttore della UOC, il dottor Davide De Vita che pur essendosi classificato primo non aveva avuto l’incarico dalla Asl e si era visto scavalcare dalla terza classificata.
Tale farsa porta la Asl, inoltre, a dover risarcire per il danno subito il dottor De Vita, si vocifera di almeno 60mila euro, soldi nostri, soldi pubblici, soldi di tutti, buttati per aver “favorito” un candidato a graduatoria definitiva pubblicata. Ovviamente per ragioni politiche che non hanno nulla a che vedere con titoli e professionalità medica.
Il dottor Davide De Vita ad agosto 2024 va via, il reparto resta un cantiere aperto e in totale abbandono sia per la parte strutturale sia per il personale medico, e la direzione aziendale affida al direttore della UOC di Latina, il dottor Battaglia, la guida provvisoria del reparto di Formia, ovviamente dietro un compenso e senza mai venire a rendersi conto della drammatica situazione della ginecologia di Formia.
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E chissà se il dottor Battaglia conosca almeno dove sia ubicato l’ospedale “Dono Svizzero”! Ma la storia non finisce qui. La direzione aziendale firma in queste ultime settimane il nulla osta a una delle dottoresse rimaste, destinandola al consultorio territoriale e depauperando ulteriormente il reparto di ginecologia di Formia.
Sembra che tale reparto non interessi a nessuno, o meglio, l’attuale abbandono sembra scientificamente pianificato dal “politico di Fondi” affinché venga tutelato esclusivamente il reparto di ginecologia dell’altro ospedale quello della piana e vengano garantiti i voti e le promesse fatte per arrivare per l’ennesima volta in Parlamento.
In questi quasi tre anni tanti gli appelli, tante le grida di allarme, ma la “filiera” Forza Italia, da Mitrano alla Regione, fino al sindaco Gianluca Taddeo al comune di Formia, serve a garantire la volontà del “padron” di Fondi, quel senatore Claudio Fazzone, che nessuno contraddice nemmeno la potente filiera di fratelli d’Italia che oggi “governa”(?) Formia.
A oggi nell’ unità operativa di ginecologia del P.O.di Formia abbiamo 4 medici che si ammazzano tra turni massacranti, reperibilità e ore di straordinario non pagate, due sale parto nuove e non collaudate, una sala operatoria finita ma completamente chiusa, un ascensore rotto e pazienti lasciati in balia delle onde.
Invitiamo tutti i consiglieri della regione Lazio, di qualsiasi colore, a venire a Formia, per valutare e toccare con mano questa assurda realtà e agire per risolverla. Non veniteci a parlare dell’Ospedale del Golfo, ma provvedete a: 1. Far nominare un direttore della UOC che lavori veramente a Formia; 2. Far collaudare le sale parto e la sala operatoria e renderle operative entro un mese; 3. Incrementare di almeno altre due unità i medici in servizio presso il reparto ginecologia di Formia.
Quello che si chiede è fattibile è poca cosa ed è soprattutto vostro dovere e nessun “favore” politico, ma in questo momento è il minimo perché si ripristini civiltà, dignità e diritto alla salute per tutti noi cittadini del sud pontino”.
Così, in una nota, la consigliera comunale di Formia, Paola Villa (Un’Altra Città)