DONNA VIOLENTA IL BAMBINO DELL’EX, A PROCESSO LA TRENTENNE NEGA: “SONO TUTTE MENZOGNE”

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Accusata di aver abusata del figlio del suo ex compagno: ascoltati i genitori e l’imputata nel processo a carico di una donna di 34 anni

Udienza clou per il processo a carico della donna di 33 anni accusata di violenza sessuale aggravata dalla minore età della vittima. Dinanzi al III collegio presieduto dal giudice Mario La Rosa, sono sfilati tre testimoni: i due genitori del ragazzino che sarebbe stato abusato dall’ex compagna del padre e il consulente psicologico della Procura, rappresentata dal pubblico ministero Simona Gentile. I genitori, peraltro, sono parti civili difesi dall’avvocato Maria Belli. L’imputata è, invece, assistita dall’avvocato Giovanni Tripodi.

La 34enne, originaria della provincia di Viterbo, è accusata di aver abusato del figlio dell’ex: un bambino che all’epoca dei fatti, avvenuti nel 2019, aveva 11 anni. A confessare il presunto abuso è stato proprio il ragazzino che, dopo essersi sentito male mentre era a scuola, aveva inviato un messaggio via Whatsapp alla madre raccontandole tutto. Successivamente, grazie all’aiuto di uno psicologo, il bambino aveva specificato meglio i due episodi in cui sarebbe stato vittima di atti sessuali avvenuti nel 2019: addirittura, secondo l’accusa, in tali circostanze, la 34enne avrebbe provato ad avere due rapporti sessuali completi con il minorenne.

Dopo il racconto del bambino, l’ex Procuratore aggiunto di Latina, Carlo Lasperanza, e il sostituto, Martina Taglione, avevano aperto un fascicolo, coordinando le indagini della Squadra Mobile di Latina e iscrivendo nel registro degli indagati, a seguito della denuncia dei genitori del bambino, la donna con l’accusa di abusi sessuali sul minore. La 34enne è residente a Latina come il bambino e la sua famiglia.

In due circostanze, quando il bambino e la donna sarebbero rimasti soli, quest’ultima avrebbe approfittato di lui con avances sessuali, arrivando anche ad avere un rapporto quasi completo. Il bambino, dopo la denuncia, era stato ascoltato in modalità protetta per ricostruire nel dettaglio i due approcci sessuali. Due incidenti probatori, oltreché al consulente della Procura e al perito del giudice per le indagini preliminari che avevano asserito l’adeguatezza della capacità testimoniale del ragazzino che, oggi, è un adolescente ancora alle prese con un percorso psicologico.

Sia la madre che il padre del bambino sono stati chiamati in aula a ricostruire le fasi della sofferta vicenda. Il padre ha spiegato di avere avuto una relazione di circa un anno con l’imputata, periodo nel quale più volte il ragazzino era rimasto con loro a dormire e anche da solo con la donna: “M assentavo da casa, ma mai avrei immaginato ciò che è successo”. Una relazione tormentata la loro, condita anche da due denunce presentate dalla donna nei confronti del padre del ragazzino. Denunce che, come ha spiegato la stessa imputata, esaminata in Tribunale nella giornata odierna, sono state ritirate. Dopo la fine della relazione con la donna, il padre ha spiegato dia aver avvertito distacco emotivo del figlio.

La psicologa nominata dalla Procura ha ribadito che il bambino non ha mai manifestato confusione o aspetti affabulatori, spiegando che l’incidente probatorio è stato congruo. Pur avendo patito sofferenza, il racconto fornito dal giovane è stato congruo. Nella testimonianza del perito, sono emersi i particolari più inquietanti, dal momento che la donna, rimasta sola col bambino di 11 anni, gli sarebbe salita addosso e lo avrebbe guidato per una penetrazione.

Una tesi completamente smontata dall’imputato, racchiuse in parole molto nette: “Sono solo menzogne”. “Il bambino – ha detto la donna – rimaneva la notte, avevo con lui un rapporto normale”. La donna che ha due figli più piccoli, avuti da due precedenti relazioni, è stata interrogata dal pm Gentile che ha fatto emergere un quadro problematica. Da ragazzina, l’imputata si è trovata in una casa famiglia e uno dei suoi bambini, a sua volta, si trova anche lui in una casa famiglia. L’altra bambina, invece, vive col padre.

“Ho appreso dei fatti che mi sono contestati quando sono stata interrogata in Procura nel 2022”. Ad ogni modo, la 34enne ha negato tutto, anche di aver fatto con il bambino quei giochi che le contestano. Perché, allora, il bambino avrebbe raccontato delle violenze, come lo spiega?, ha domandato il pubblico ministero. “Forse lo ha fatto per la sofferenza di suo padre nei miei confronti o perché lo avevo denunciato. Lo dovete chiedere a lui, al ragazzino, perché io non me lo spiego”.

Il processo riprenderà il prossimo 23 ottobre quando saranno ascoltati tutti i testimoni della difesa, dopodiché il dibattimento verrà chiuso per una sentenza che potrebbe arrivare anche entro l’anno.

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