DOCUMENTI FALSI AL PATRONATO DI APRILIA PER FAR ENTRARE GLI IMMIGRATI IN ITALIA: INDAGATO UN 53ENNE

Indagato per aver presentato documenti falsi, utili a fare entrare nel territorio italiano una decina di immigrati

È stato ascoltato dal giudice per le indagini preliminari di Latina, Mara Mattioli, nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia, un uomo originario della Siria, 53 anni, difeso dall’avvocato Giuseppe Rosella, destinatario di un provvedimento di obbligo di firma. L’accusa nei confronti dell’indagato è quella di aver favorito l’immigrazione clandestina presentando a un patronato di Aprilia documenti falsi e finte richieste di lavoro.

Il 53enne ha risposto alle domande del Gip, spiegando la sua versione dei fatti e chiedendo, tramite l’avvocato Rosella, la revoca della misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

L’inchiesta risale a fatti accaduti nel 2019. A indagare per prima è la Procura di Cuneo che trasmette per competenza alla Procura pontina le posizioni di quattro indagati: non solo il siriano, ma anche un’italiana, dipendente del patronato apriliano, tramite la quale passavano le pratiche false per gli immigrati, un pakistano e un altro italiano, questi ultimi, al pari del suddetto siriano, ritenuti come intermediari degli immigrati medesimi.

La documentazione falsa veniva inserita nel portale del decreto flussi in modo da regolarizzare la posizione degli immigrati e permettere loro di entrare nel territorio nazionale. I fatti contestati ai quattro indagati sono analoghi, sebbene agissero autonomamente con la compiacenza della dipendente del patronato di Aprilia. I primi tre indagati sono stati già rinviati a giudizio, mentre il 53enne siriano ha ricevuto la notifica della misura cautelare in ritardo rispetto a loro, trovandosi fuori dall’iItalia.

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