DISSALATORE A VENTOTENE: ECCO TUTTE LE CRITICITÀ

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Dissalatore a Ventotene: il posizionamento definitivo e le criticità rilevate dall’Assessore all’Ambiente del Comune Francesco Carta

L’Assessore all’Ambiente del Comune di Ventotene Francesco Carta ha inviato una lettera ha inviato alle autorità rispetto al dissalatore dell’isola. La missiva è stata indirizzata a Presidente dell’Ato4 Carlo Medici, Mibac, Ministero Transizione Ecologica, Ministero Salute, Acqualatina e altre Istituzioni.

Di seguito le osservazioni dell’Assessore Carta.

A fronte della nuova localizzazione prevista sull’ex campo sportivo, oltre alla insistenza nella stessa area di un progetto promosso dall’Amministrazione di Ventotene per il ripristino del campo di calcio, il progetto prevede uno sbancamento di notevoli dimensioni.

L’isola di Ventotene presenta, sotto il profilo idrogeologico, caratteristiche di estrema fragilità evidenziate anche di recente dalle frane di Moggio di Terra (21 settembre 2021) e della falesia di cala Bosco sottostante il cimitero, per tali ragioni è assolutamente indispensabile evitare in ogni zona dell’isola sbancamenti e opere che alterino l’assetto geologico ed idraulico.

Nell’area indicata, laddove andrebbe effettuato lo sbancamento, insiste una centrale geotermica che verrebbe in parte modificata.

L’opera di presa del dissalatore definitivo resterebbe sempre nello specchio acqueo all’interno del porto commerciale, sicuramente il luogo più inquinato dell’isola.

Lo scarico della salamoia e delle acque di contro lavaggio delle membrane avviene sugli scogli all’esterno del porto commerciale; ciò non è compatibile con le norme vigenti dello Stato e della Area Marina Protetta; le acque di controlavaggio sono da considerarsi reflui speciali e come tali vanno smaltiti poiché l’acqua marina trattata è quella interna al porto commerciale, dove solitamente insistono a lungo (anche sui fondali) inquinanti del tipo metalli pesanti, anidride solforosa e idrocarburi.

L’acqua immessa nel civico acquedotto, restando ancora al minimo previsto dalla normativa vigente per quanto riguarda la durezza (14 gradi francesi), continua a provocare fenomeni erosivi nelle tubature in ferro e di certo non può definirsi ottimale per la salute dei cittadini.

Ancora oggi, in molte abitazioni giunge acqua torbida (vedi foto allegate) che obbliga gli utenti ad utilizzare ancora notevoli quantità di acqua imbottigliata anche per cuocere i cibi.

Nel caso specifico dell’utenza “Agave e Ginestra”, sebbene sia stato creato a monte un espurgo permanente, i filtri che periodicamente vengono sostituiti, dal bianco mutano inesorabilmente al marrone nell’arco di 15 giorni per la presenza del ferro disciolto.

Sarebbe opportuno – conclude Carta – lasciare il dissalatore nella sede attuale e utilizzare i fondi disposti per sostituire quanto resta della rete in ferro, delocalizzare almeno l’opera di presa all’esterno del porto commerciale, aumentare la durezza dell’acqua.

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