DISCARICA PONTINA, ROCCA ANNUNCIA DI AVER INDIVIDUATO IL SITO. MA NON SPECIFICA DOVE

Sant'Apollonia, Aprilia
Un'immagine del terreno di Sant'Apollonia, Aprilia

Discarica provinciale, nel corso di un comizio il Presidente della Regione Francesco Rocca annuncia di aver individuato il sito pontino

È nel corso di un comizio a Viterbo che il Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ha annunciato che a Latina e Frosinone ci saranno due discariche, quelle che servono a “ospitare” i rifiuti delle due province.

L’annuncio è arrivato in polemica con il sindaco e il presidente della Provincia di Viterbo, Chiara Frontini e Alessandro Romoli, nella sempiterna “guarra” a bassa intensità che si registra nel centrodestra.

Ad ogni modo, Rocca ha specificato: “Sono andato personalmente nelle province di Latina e Frosinone, dove abbiamo già individuato i siti”. Tutto rimanderebbe ad Aprilia, in zona Sant’Apollonia, ex discarica da bonificare con una quindicina di milioni di Fondi Pnrr e che, come noto, è un progetto promosso dalla società privata Frales del patron di Rida Ambiente, Fabio Altissimi. In Regione, da tempo, anche le forze d’opposizione sommessamente danno questo progetto come ormai incardinato, e non solo perché c’è una conferenza dei servizi e un primo sì della medesima Regione.

A fine marzo scorso, infatti, la Regione ha dato parere favorevole tramite la direzione urbanistica, non sollevando ragione di contrarietà alla realizzazione del progetto. La discarica avrebbe “una volumetria tale da garantire il soddisfacimento per le necessità dell’Ato di Latina per dieci anni, seppur l’area di proprietà a disposizione della società Frales risulta molto più estesa, ma tale riduzione è stata scelta anche per evitare elementi di esclusione in contrasto con gli strumenti di tutela e programmazione territoriale”.

Non si sa se Rocca intendesse proprio Sant’Apollonia, anche perché l’amministrazione apriliana Principi, di centrodestra, ha dimostrato sempre contrarietà al progetto. Fatto sta che in provincia di Latina tutto tace da tempo immemore. L’ultimo passaggio si è verificato a gennaio scorso.

I tre siti individuati dall’allora Commissario ad acta, Illuminato Bonsignore, scelto dall’ex Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, sono da tempo stati archiviati alla voce di archeologia politica, nel capitolo di fallimento totale della politica tutta: dalla Regione fino, soprattutto, alla Provincia di Latina. Quest’ultima, infatti, sopratutto nell’era dell’ex Presidente Carlo Medici, e in parte in quella dell’attuale Presidente Gerardo Stefanelli, non è stata in grado di individuare nel territorio pontino e renderlo effettivo un sito dove conferire i rifiuti. E a certificarlo c’è anche una sentenza del Tar di Latina, nel gennaio scorso per l’appunto, che ha dato ragione al privato Scavilana srl, difeso dagli avvocati Corrado e Chiara De Simone, e Federica Censi.

Un passo indietro. A giugno 2022, l’ingegnere Illuminato Bonsignore – nominato a marzo 2022 dalla Regione Lazio come commissario ad acta per la localizzazione di uno o più siti idonei alla realizzazione degli impianti di smaltimento dei rifiuti nel territorio della provincia di Latina – aveva completato il suo lavoro di valutazione e firmato il decreto con cui venivano individuate tre aree che avrebbero dovuto essere conformi ai requisiti di legge all’interno dell’Ambito territoriale pontino

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Le aree scelte si trovavano, come noto, a Cisterna (due aree) ed Aprilia. La prima area cisternese era una superficie pari a circa 34.000 mq, del sito in località “la Villa”, di proprietà della società Scavilana S.r.l., sito già oggetto di richiesta di autorizzazione ad attivare una cava pozzolanica. La superficie dichiarata idonea è quota parte della superficie complessiva di 148.394 mq delle particelle individuate, sia per la necessità del distanziamento di almeno 60 metri dalla progettata strada Cisterna Valmontone facente parte del “Corridoio intermodale Roma-Latina” che dell’opportunità di distanziamento di almeno 300 metri da alcune case sparse.

Succede però che la società Scavilana srl ha agito, ricorrendo al Tar, contro Regione, Provincia di Latina e Commissari ad acta e contro il decreto dello commissario ad acta e tutti gli atti propedeutici a renderlo effettivo, tra cui, soprattutto, il decreto del Presidente della Provincia di Latina, Gerardo Stefanelli, datato 21 novembre 2022, con cui aggiornava il piano provinciale dei rifiuti provinciale inserendo in esso i tre siti individuati a Cisterna e Aprilia e attivato la valutazione ambientale strategica sui tre siti ritenuti idonei dall’allora Commissario. Per la società privata tutti gli atti andavano annullati.

Una richiesta che, a distanza di oltre un anno, è stata ratificata dal Tar di Latina – Presidente Riccardo Savoia, estensore Francesca Romano – che ha accolto il ricorso e conseguentemente annullato, con sentenza dell’8 gennaio 2024, il decreto del commissario ad acta n. 1 del 2022 e il decreto della Provincia di Latina n. 78 del 2022.

“Il fatto che i tre siti individuati ricadano nelle aree riportate nelle cartografie come non contenenti fattori escludenti/non condizionanti – motivava il Tar – non può in alcun modo supplire alla mancanza di un’espressa analisi dei fattori escludenti, di attenzione progettuale e preferenziali per ognuno dei macro aspetti da valutare (ambientale, idrogeologico e di difesa del suolo, territoriale), che nel caso di specie, dalla disamina dei documenti prodotti, non risulta essere stata effettuata”.

Per il Tar, c’è stata carenza istruttoria e motivazionale da parte del Commissario e a seguire della Provincia di Latina, anche per quanto riguarda i problemi di carattere ambientale che presentavano i siti, in particolare quello della Scavilana a Cisterna di Latina la quale “avrebbe dovuto ricevere la comunicazione di avvio del procedimento”.

Decreto del Presidente della Provincia e decreto del Commissario, dunque, devono essere annullati.

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