Bonifica di Borgo Montello, Ecoambiente srl si vede dare di nuovo torto in un giudizio amministrativo: Consiglio di Stato respinge i ricorsi
A respingere i ricorsi della Ecoambiente, società controllata dal gruppo Cerrone e gestore di sei invasi nella discarica di Borgo Montello, è il Consiglio di Stato. Nel 2022, Ecoambiente chiedeva al Tar l’annullamento, rispettivamente, della Determinazione comunale del 7 febbraio 2014, avente ad oggetto il “Procedimento di bonifica del sito unico della discarica di Borgo Montello” e del Verbale di Conferenza di Servizi del 12 settembre 2019 tenutasi presso il Comune di Latina.
A giugno 2021, il Tar aveva ritenuto inammissibili i succitati ricorsi, avendo riunito il giudizio. I giudici amministrativi ritennero congruo il diniego opposto dall’Amministrazione comunale di Latina nell’escludere la possibilità – che avrebbe voluto sfruttare Ecoambiente srl – di eseguire la bonifica e nel contempo gestire le discariche. Il motivo? Il notevole livello di contaminazione del sottosuolo e delle falde acquifere nella quarta discarica d’Italia.
Dopodiché, la società, destinataria anche di un interdittiva antimafia, ha ricorso nuovamente al Consiglio di Stato contro alcuni provvedimenti del Comune di Latina inerenti alle attività di bonifica. Nel dare torto a Ecoambiente (l’altra società che gestisce gli invasi è la Indeco srl), viene ripercorsa anche la storia della discarica, sul lato delle bonifiche mai attuate. Va detto che la storia è molto complessa: Ecoambiente gestisce a Montello gli invasi denominati S1, S2, S3 e Valletta, oltreché a un nuovo invaso che, da determina dirigenziale regionale del 2009, comprende un aumento volumetrico di 400mila metri cubi. Nel corso degli anni, poi, la società ha ottenuto anche autorizzazioni a sopra-elevazioni volumetriche, un impianto di trattamento meccanico biologico, tra conferenze dei servizi e ricorsi al Tar.
Una diffida regionale, però, ricordava che Ecoambiente non ha adempiuto alla prestazione delle garanzie finanziarie di gestione operativa e post operativa della discarica. Senza contare che l’autorizzazione ambientale del 2015, scaduta nel 2021, è in proroga ormai da tre anni.
Ad ogni modo, secondo la sentenza ultima di Palazzo Spada, arrivata lo scorso 7 febbraio, vi fu già nel 1997 una tracimazione del percolato delle vasche di contenimento del bacino S3, ossia uno degli invasi gestiti da Ecoambiente. È nel 2019 che, nell’ambito della conferenza dei servizi, convocata dal Comune di Latina, Arpa Lazio certificava le oscillazioni sui valori di inquinamento, indice di instabilità non accettabile, anche in ragione del fatto che era stato effettuato un solo controllo in contraddittorio con Ecoambiente. La società veniva diffidata a fare la bonifica in riferimento a quanto deciso da una determina del 2014.
Ora, il Consiglio di Stato, respingendo i ricorsi della società, stabilisce, ove ce ne fosse bisogno in considerazione del fatto che è incardinato anche un processo penale in Tribunale a Latina per l’inquinamento della falda, che “la responsabilità di Ecoambiente in relazione, quantomeno, alla prosecuzione e aggravamento dei fatti di inquinamento, è dovuta alla gestione inefficiente dei bacini non impermeabilizzati (S1, S2, S3), attese le disfunzioni della barriera di contenimento del percolato da essa realizzata”.