DISASTRO ECO X, INDAGATO L’EX SINDACO FUCCI: “IL “SISTEMA” HA REAGITO ACCANENDOSI CONTRO DI ME”

Disastro Exo X a Pomezia: avviso di conclusione indagini per omissione d’atti d’ufficio nei confronti dell’ex sindaco Fabio Fucci

Secondo l’ipotesi della Procura di Velletri, le gravi conseguenze ambientali scaturite dall’incendio divampato il 5 maggio 2017 all’impianto di Pomezia Eco X poteva essere evitato. A finire nel registro degli indagati per omissione di atti d’ufficio l’allora sindaco di Pomezia Fabio Fucci, all’epoca nel Movimento 5 Stelle, oggi consigliere comunale della Lega, e un agente della Polizia Locale. Per la Procura i due attuali indagati rimasero inermi di fronte alla segnalazione arrivata che avrebbe preannunciato uno dei più gradi disastri ambientali avvenuti nel Lazio.

Fabio Fucci
Fabio Fucci

Il 4 novembre 2016, infatti, il Comitato di quartiere Castagnetta Cinque Poderi aveva spedito al Comune, al Sindaco Fucci e alla Polizia locale una segnalazione di pericolo. Nella lettera il Comitato faceva emergere che all’interno dello stabilimento pometino vi erano rifiuti stoccati in quantità eccessiva e di caratteristiche indefinite, oltreché a provenire dalla Eco-X emissioni odorigene che facevano presagire pericolo ambientale.

Fucci inviò la segnalazione alla Polizia Locale e, in effetti, il 22 dicembre 2016 fu richiesto l’intervento dei Carabinieri del Noe; tuttavia il sopralluogo saltò per via di un un’altra emergenza. Da qui, l’accusa di omissione d’atti d’ufficio.

In giornata l’attuale esponente leghista ed ex primo cittadino Fabio Fucci ha voluto commentare sulla sua pagina Facebook. “Dopo 5 anni – ha scritto Fucci – si torna ancora a parlare di Eco-X per motivi diversi. Spiace rilevare che a tenere banco ci sia ancora una volta il rivangare su ipotesi inverosimili che mi vedrebbero in qualche modo responsabile, invece che della vergognosa situazione dei rifiuti combusti che ancora si trovano in quel luogo, della mancanza di una dettagliata relazione su cosa si trovi sotto quelle macerie e, soprattutto, di cosa abbia innescato l’incendio”.

“Nei giorni scorsi mi è stato notificato dalla Procura un atto in cui mi si comunicava la conclusione delle indagini su di me relative ai fatti antecedenti all’incendio. Indagini incentrate su un esposto che il comitato cittadino aveva inviato – sei anni fa – a me e al comando dei vigili di Pomezia. Durante queste indagini il Pubblico Ministero non ha ritenuto di dovermi sentire per comprendere la situazione e ascoltare la mia versione dei fatti e l’unica comunicazione che ho ricevuto è stata l’avvenuta chiusura della fase istruttoria”.

“Per questo motivo tramite il mio legale ho già depositato la richiesta per essere interrogato dagli inquirenti. In quei giorni terribili del 2017 ho spiegato a più riprese come erano andate le cose e non ho difficoltà a ribadire ancora la correttezza del mio operato. Quando ricevetti l’esposto del comitato di quartiere, come ero solito fare per segnalazioni di quel tenore, l’ho prontamente inoltrato all’organismo deputato all’accertamento dei reati ambientali, la Polizia Locale di Pomezia, affinché, tramite un sopralluogo, relazionasse sullo stato dei luoghi. Non ricevetti mai alcuna relazione che mi desse gli strumenti per intervenire con gli atti di stretta competenza del sindaco (es. un’ordinanza)”.

“La ricostruzione che ho svolto nei giorni successivi all’incendio mi ha portato ad accertare che la Polizia Locale aveva organizzato un sopralluogo presso l’impianto mesi prima dell’incendio che tuttavia nel giorno previsto saltò a causa di uno sversamento di liquami in un fosso che aveva dirottato l’intervento. Ritengo quindi di aver agito con diligenza e con prontezza, e sono pronto a ribadirlo con forza di fronte al Pubblico Ministero. Seppur non sia più il sindaco di Pomezia ormai da quasi 5 anni, ho dovuto tuttavia affrontare già due processi per fatti risalenti al mio mandato da sindaco. In entrambi, nonostante le accuse, sono uscito a testa alta e con assoluzioni piene. Ancora oggi pago lo scotto di essere stato un sindaco “di frontiera” e “di rottura” rispetto ad un sistema che tralasciava gli interessi della comunità per altri fini meno nobili”.

“Questo “sistema” – conclude Fucci – ha reagito accanendosi contro la mia persona, bersagliandomi di querele pretestuose a solo scopo intimidatorio. Non potendomi battere politicamente dovevano distruggermi con ogni altro mezzo. Sento di aver agito sempre con giudizio, con senso del dovere e con grande disponibilità rispetto alla comunità che mi ha scelto.Lo dimostrerò anche in questa occasione”.

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