DISAGIO GIOVANILE, MALANDRUCCOLO E RIETI (PD): “INTRODURRE UN CENTRO DI ASCOLTO ACCESSIBILE”

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Malandruccolo e Rieti
Malandruccolo e Rieti

“Le questioni che attengono al campo del disagio giovanile sono molteplici: abusi sessuali, bullismo, problemi intra-familiari, disforia di genere, problemi di natura esistenziale, dipendenza da sostanze, emarginazione e ritiro sociale, autolesionismo, oppure difficoltà nella gestione del rapporto con i figli. Salvo rare eccezioni, tali malesseri oggi non trovano risposte istituzionali adeguate. Soprattutto in termini di tempestività quando, in molti casi, l’importanza di un intervento rapido può rivelarsi decisivo per scongiurare conseguenze gravi come il suicidio, che è la seconda causa di morte fra i giovani in Europa dopo gli incidenti stradali, fenomeno acutizzatosi nel post covid”. Queste le parole di Tommaso Malandruccolo e Franca Rieti, candidati nella lista del PD alle elezioni comunali, in una nota. Poi aggiungono: “È chiaro che gli interventi per prevenire il disagio in maniera precoce non devono essere affrontati con protocolli emergenziali, ma con una pianificazione a medio e lungo termine, iniziando fin dalle fasi di elaborazione delle mappe cognitive ed emotive”.

Ciò considerato, e per evitare che il giovane affetto da disagio decida rifugiarsi in sé stesso, Malandruccolo e Rieti ritengono: “Necessario introdurre un servizio che intervenga con un sostegno psicologico. I minori e le famiglie in cerca di un aiuto concreto sono numerosissimi e a tal proposito è evidente l’urgenza di istituire un centro di ascolto che possa offrire tre opportunità di accesso: quella fisica, quella da remoto, e quella itinerante con un camper che giri per la città passando anche per borghi e periferie. Un’equipe di specialisti e di operatori del terzo settore, adeguatamente formata ed aggiornata sulle metamorfosi socioculturali in essere, sempre reperibile ed a disposizione per correre ed orientare gli utenti. Specie quelli più giovani. Il servizio deve essere realizzato in modo da sollecitare la rimozione del tabù e del silenzio che spesso tocca il giovane che ha bisogno d’aiuto ma preferisce, piuttosto che chiederlo, chiudersi in sé stesso. Pertanto, andrebbe adeguatamente pubblicizzato soprattutto nelle scuole e sui social network”.

“Con una funzione diversa e di carattere più emergenziale – concludono Malandruccolo e Rieti – questo centro di ascolto affiancherebbe i già esistenti consultori, gli sportelli psico-pedagogici all’interno delle scuole e i centri di ascolto diocesani, completando la gamma di servizi volti al contrasto del disagio e delle devianze giovanili. Tale proposta è stata inserita nel programma di coalizione”.

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