DIPLOMIFICIO E FALSI ATTESTATI: IN ARRESTO EX CONSIGLIERE COMUNALE DI TERRACINA. RAGGIRI PER MILIONI DI EURO

Operazione Lucignolo: eseguite dalla Guardia di Finanza di Reggio Calabria 10 ordinanze di custodia cautelare per associazione per delinquere tra cui una persona a Terracina: sequestrati 2 immobili di pregio nella Capitale e disponibilità finanziarie per oltre 3 milioni e 200mila euro. Ai domiciliari l’ex consigliere comunale Andrea Bennato

I finanzieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria e personale della Polizia Metropolitana reggina hanno eseguito, questa mattina 7 aprile, su delega del Procuratore Giovanni Bombardieri, un’ordinanza di custodia cautelare personale e patrimoniale, emessa dal Tribunale di Reggio Calabria, nei confronti di dieci soggetti, indagati per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe, falsi ed autoriciclaggio.

Il provvedimento, eseguito dalla Compagnia Pronto Impiego in collaborazione con la Sezione di Polizia Giudiziaria della Polizia Metropolitana di Reggio Calabria e con i Reparti del Corpo competenti per territorio, dispone la misura cautelare in carcere nei confronti di tre donne di Condofuri (Reggio Calabria), madre e figlie. Si tratta della 56enne Annamaria Mangiola (nata a Roma) e delle figlie Maria Saveria Modaffari (36 anni) e Fortunata Giada Modaffari (31 anni)*.

Andrea Bennato
Andrea Bennato

Agli arresti domiciliari altre cinque persone residenti nella locride, a Roma, a Trani, Rho e Terracina: Vincenzo Coluccio, Francesca Antonia Mollica, Lucia Catalano detta “Lucy” e Marco Antonio Labano. Obbligo di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria nei confronti di altri due, residenti a Locri (RC) e a Ribera (Agrigento): Enzo Riggi e Marco Labadessa. Tra gli arrestati ai domiciliari troviamo l’ex consigliere comunale di Terracina Andrea Bennato, sin da giugno 2020 sotto indagine della Guardia di Finanza in merito gli attestati rilasciati per diventare OSS, i cosiddetti operatori socio sanitari. L’attività di Bennato garantiva tutta la filiera a monte, ossia master e corsi di specializzazione, propedeutica all’ottenimento della qualifica. Bennato, secondo la ricostruzione della Guardia di Finanza, agli ordini del Capitano Nunzio Di Fonzo, è indagato anche per aver imbastito corsi ritenuti falsi al fine di ottenere abilitazioni per gli insegnanti di sostegno. Inoltre, l’ex esponente politico dei gilet arancioni di Terracina aveva rapporti diretti con una delle tre arrestate, Fortunata Giada Modaffari, con la quale avrebbe voluto organizzare corsi per estetisti nell’ambito della Regione Lazio. Nelle fasi delle indagini, infatti, i Finanzieri hanno trovato nella loro disponibilità anche un timbro falso della medesima Regione Lazio, l’ente deputato a rilasciare autorizzazioni per l’organizzazioni di tali corsi.

Bennato, secondo la Guardia di Finanza, gestiva a Terracina il “Centro Unico Servizi Utili” (il “Cusu”) finalizzato – così come si legge nelle carte dell’inchiesta calabra – “alla realizzazione di corsi (falsi) volti all’ottenimento di attestati per la frequenza per operatore socio sanitario e per l’abilitazione ad attività didattiche nell’ambito dell’assistenza educativa”. Per l’ex consigliere comunale di Terracina, anche una personale laurea falsa in Scienze Politiche e Pubblica Amministrazione, in realtà mai ottenuta in una Università Telematica. Il voto, naturalmente, 110 e lode, smentito categoricamente così come la laurea dal Rettore interpellato dagli investigatori della Guardia di Finanza durante le indagini.

Alcuni corsi per Oss erano organizzati presso la sede di “Villa Salus” a Marinella di Bruzzano Zeffirio, nella Locride. A gestirli Francesca Antonia Mollica che teneva “i rapporti con le vittime” e procedeva “personalmente alla falsificazione dei titoli ed al rilascio degli stessi”.

Al centro del sistema messo in piedi, però, erano Anna Maria Mangiola e le due sorelle Modaffari, le quali avrebbero pubblicizzato “i servizi dell’Università Esaaro University – Centro di formazione Morfé – Polo didattico e universitario di Reggio Calabria e Roma, proponendolo falsamente quale centro accreditato presso la Regione Calabria e la Regione Lazio nonché quale centro accreditato dal Miur e in rapporto di convenzione con numerose università telematiche italiane ed estere”. La Procura di Reggio Calabria ha individuato otto persone partecipanti ai corsi truffati e ai quali “all’esito del corso venivano rilasciati falsi attestati relativi al conseguimento del tirocinio per l’abilitazione alla professione di docente nei quali vengono riportati falsi protocolli Miur e falsi loghi dell’università straniera Galantientis, nonché falsi decreti di riconoscimento dei predetti titoli apparentemente provenienti dal Miur”.

In generale, gli accertamenti di polizia giudiziaria sinora eseguiti consentirebbero di delineare l’esistenza e l’operatività – dietro la parvenza di un finto centro di formazione internazionale chiamata “Unimorfe”, falsamente riconosciuto e convenzionato con enti pubblici ed università italiane e straniere – di un’associazione per delinquere, stabile e strutturata, attiva fin dal 2016 a tutt’oggi, finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di reati-fine (quali truffe, falsi ed autoriciclaggio), che sarebbe riuscita ad accumulare proventi delittuosi per milioni di euro, raggirando decine e decine di vittime.

Le indagini, infatti, sono state avviate proprio per verificare le denunce, presentate all’Autorità Giudiziaria, da persone truffate che avevano frequentato alcuni corsi offerti dal centro di formazione, ma i cui titoli erano stati ritenuti non validi nell’ambito di procedure valutative del personale, all’interno di Pubbliche Amministrazioni.

Le persone indagate erano in grado di fornire diplomi di laurea di università straniere con la relativa omologazione, di università italiane telematiche nonché certificati di conoscenza della lingua inglese e abilitazioni all’attività didattica nell’ambito dell’assistenza educativa, all’esito di corsi.

Le attività formative, dai prezzi esosi, erano organizzate in varie sedi, ma non erano riconosciute dalle istituzioni preposte; in alcuni casi, i titoli erano rilasciati senza la frequenza di alcun corso o il superamento di alcun esame.

Una delle promotrici dell’associazione, inoltre, è indagata anche per appropriazione indebita poiché, in qualità di rappresentante legale di un sindacato di Condofuri (Reggio Calabria), si sarebbe appropriata di circa 300.000 euro depositati sul conto corrente dell’organizzazione sindacale, mediante prelevamenti e bonifici su conti correnti propri o dei familiari.

In esito agli accertamenti patrimoniali, l’Autorità Giudiziaria ha disposto, inoltre, il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di rapporti finanziari e due immobili di pregio nel Comune di Roma, nella centralissima Via degli Scipioni, nella disponibilità dei promotori dell’organizzazione. Tali beni, aventi un valore complessivo di oltre 3.200.000 euro, sono il provento dell’attività illecita posta in essere dai componenti dell’associazione e oggetto di autoriciclaggio. In sei anni il sistema messo in piedi avrebbe consentito agli indagati di accumulare proventi delittuosi per milioni di euro, raggirando decine e decine di vittime, forse centinaia.

*: Il Pubblico Ministero del Tribunale di Reggio Calabria ha disposto, lo scorso 30 settembre 2022, l’aggiornamento dell’iscrizione nel registro in conseguenza dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari, mediante il quale sono caduti, per Saveria Modaffari e Fortunata Giada Modaffari, i capi d’imputazione di cui agli artt. 416 e 648 ter1 c.p.

Articolo precedente

LATINA, EDILIZIA POPOLARE. FATICONI: “18 ANNI DI IMMOBILISMO, SI RISCHIA DI PERDERE I FONDI”

Articolo successivo

ELEZIONI SABAUDIA, PARTE CAMPAGNA DI ASCOLTO DEL CANDIDATO SINDACO MOSCA

Ultime da Focus