Diplomifici per operatore socio sanitario: coinvolta nell’indagine penale, l’associazione Graffiti si è rivolta al Tar
Un’indagine penale che lo scorso dicembre 2024 ha messo nei guai l’Associazione Graffiti Ets, coinvolta nell’inchiesta della Guardia di Finanza sui diplomifici. Dopo l’esecuzione dell’ordinanza, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Velletri, Emiliano Picca, aveva accolto le istanze degli avvocati difensori Massimo Frisetti, Gaetano Marino e Massimiliano Loi, ordinando l’immediata liberazione di Mario Letizia, della moglie Francesca Iacobelli, gestori di fatto del Centro Studi Atena, e dei pontini Bruno e Sara Guarnacci, titolari dell’Associazione Graffiti Ets. Tutti erano finiti agli arresti domiciliari lo scorso 2 dicembre 2024. L’ordinanza cautelare era stata dichiarata nulla nella parte che dispone gli arresti domiciliari. Non c’era stato bisogno neanche di interrogarli poiché, in base alla riforma Nordio, era sufficiente esaminare in alcuni casi solo l’istanza della difesa e la contro-deduzione del pubblico ministero che aveva chiesto il rigetto e la conferma dei domiciliari.
Erano stati i i finanzieri del Comando Provinciale di Roma ad eseguire l’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei loro confronti accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni di privati, della Regione Lazio e per falsificazione di atti pubblici. Gli arresti erano stati eseguiti a carico di due persone di Velletri e altrettante di Latina, che risultavano titolari di fatto delle strutture. Si tratta, per Velletri, di Mario Letizia e della moglie Francesca Iacobelli, gestori di fatto del Centro Studi Atena. A Latina, invece, erano finiti ai domiciliari Bruno e Sara Guarnacci. Bruno Guarnacci risultava, per l’appunto, essere Presidente dell’Ente di Formazione Superiore Associazione Graffiti.
L’operazione, denominata “Magic Oss”, condotta dalle “Fiamme Gialle” di Velletri, guidate dal Capitano Alessandro Bruno, e coordinata dalla locale Procura della Repubblica, avrebbe fatto luce su quella che è definita dai finanzieri un’organizzazione criminale la quale, attraverso i due istituti con sede a Velletri e Latina, rilasciava diplomi di “operatore socio sanitario” e attestati di specializzazione in “primo soccorso e sicurezza sul lavoro” senza il necessario svolgimento dei corsi formativi e dei tirocini obbligatori. Le indagini hanno preso il via nel 2020 dopo centinaia di querele presentate alla Finanza sia dalla Regione Lazio che dalle persone iscritte che pensavano potessero conseguire il diploma in maniera regolare. Avevano pagato per i corsi dai 2400 e i 2600 euro.
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In base all’indagine penale, la Regione Lazio ha sospeso sine die, o comunque fino alla definizione del giudizio, tutti i corsi di formazione che svolgeva l’associazione Graffiti e impedito il rilascio degli attestati anche a chi aveva già superato l’esame. La sospensione si era trasformata di fatto in una vera e propria revoca delle autorizzazioni e degli accreditamenti per svolgere i corsi.
Contro la Regione Lazio, l’associazione Graffiti Ets, tramite gli avvocati Fabio Raponi e Luigi Cerchione, è ricorsa al Tar per chiedere l’annullamento dei provvedimenti con i quali sono state disposte la sospensione di tutti i corsi e/o attività afferenti al Programma Garanzia Occupabilità dei Lavoratori (GOL) finanziato con i fondi del PNRR; la sospensione di qualsiasi attività riferibile ai suddetti interventi ivi inclusi lo svolgimento di commissioni d’esame e/o la riconsegna a suddetto soggetto attuatore di attestati già validati; la restituzione all’amministrazione regionale della somma percepita dalla ricorrente a titolo di acconto, per il valore di 117mila euro.
I provvedimenti della Regione, tra le altre cose, disponeva anche la sospensione “fino alla definizione della vicenda giudiziaria in corso” dell’accreditamento concesso alla ricorrente, l’esclusione della ricorrente dalla partecipazione alle procedure di evidenza pubblica per accedere a finanziamenti pubblici, anche comunitari e dallo svolgimento di attività formative autorizzate, anche a domanda individuale e la sospensione di eventuali attività formative in corso di svolgimento.
Il TAR, oggi, 27 ottobre, ha spiegato che delle due l’una: o si fa una sospensione con durata massima di dodici mesi o una revoca definitiva sempre che ne sussistano i presupposti. In sostanza si trattava di quattro provvedimenti ibridi di sospensione sine die adottati per ogni tipologia di corsi di formazione. La Regione ha costretto a proporre quattro ricorsi che sono stati tutti riuniti e decisi con unica sentenza.
La quinta sezione del Tar di Latina – presidente Riccardo Savoia e estensore Virginia Arata – ha accolto e domande di annullamento degli atti impugnati “dichiarando che gli stessi perdono di efficacia decorsi mesi 12 dalla comunicazione alla parte ricorrente, restando comunque salva qualsiasi ulteriore determinazione”.
La sentenza è immediatamente esecutiva, motivo per cui l’associazione può riprendere lo svolgimento dei corsi e il rilascio di attestati che tornano da oggi pienamente efficaci.
“Tutti i provvedimenti impugnati – motiva il Tar – risalgono al mese di dicembre 2024, per cui andranno in scadenza nel prossimo mese di dicembre 2025, sicché manca l’illiceità della condotta, stante la credibilità logica dei provvedimenti in relazione ai primi 12 mesi di efficacia”.
