DIOCESI, COSTITUITE LE UNITÀ DI COLLABORAZIONE TRA PARROCCHIE

Una nuova organizzazione territoriale interesserà la Diocesi di Latina, già a partire da questo anno pastorale appena iniziato. Lo ha spiegato il vescovo Mariano Crociata nella sua Lettera ai ministri ordinati e ai fedeli tutti con la quale in questi giorni ha presentato le Unità di Collaborazione tra Parrocchie (UCP). Un argomento di cui è iniziata la valutazione nei mesi scorsi e che ora arriva a una prima concretizzazione: le attuali 81 Parrocchie presenti in Diocesi sono raggruppate in 16 Unità di collaborazione, che «non sostituiscono le singole Parrocchie e soprattutto le Foranie» nelle loro responsabilità giuridiche e canoniche, come ha precisato subito Crociata. 

Le motivazioni che hanno portato a questa nuova organizzazione vedono intrecciarsi preoccupazioni di carattere organizzativo ed esigenze di natura ecclesiale e pastorale, è scritto nella Lettera. «Se siamo preoccupati di come far fronte al calo di presenze e di persone dedicate alla vita della comunità ecclesiale, non è con l’affanno a cercare di reclutare a tutti i costi qualcuno che troveremo risposte e soluzioni. Il Signore ci sta dicendo che non dobbiamo preoccuparci dei numeri ma della qualità della nostra fede e della nostra vita ecclesiale», ha scritto Crociata, «dobbiamo imparare un modo nuovo di essere Chiesa: non il modo dell’erogazione di servizi religiosi, secondo cui c’è chi li fornisce e chi li consuma, bensì il modo di quelli che si aiutano mettendosi in gioco e prestando la propria piccola o grande collaborazione in modo ordinato e concorde». 

Dunque, le Unità di collaborazionehanno innanzitutto «lo scopo di far entrare in uno stile nuovo nel vivere la parrocchia, intesa non come entità chiusa in sé stessa e impermeabile a ogni altra, ma come soggetto comunitario che si apre, si mette in comunicazione, offre collaborazione e accoglie sostegno e aiuto dove e come è possibile. Esse vogliono insegnare a vivere insieme e a lavorare insieme». Tale modo di procedere necessita «della disponibilità ad aprirsi e ad accogliere, l’abbassamento delle barriere, la volontà di dialogare e superare le incomprensioni». 

L’attività della Unità di Collaborazione «si caratterizza per il fatto che essa nasce, per così dire, “dal basso”, cioè dall’intesa dei parroci e dei loro collaboratori allo scopo di aiutarsi a vicenda nei vari settori della vita pastorale delle parrocchie in modo occasionale o, preferibilmente, stabile». Per questo un primo passaggio sarà il confronto tra i parroci per individuare tra loro il referente della UCP, entro il 10 ottobre prossimo. 

Un passaggio importante della Lettera è quello in cui è spiegato che «le UCPnon sono pensate innanzitutto per promuovere attività aggiuntive a quelle ordinarie di una parrocchia, bensì per integrare le parrocchie tra loro nelle attività ordinarie che competono loro istituzionalmente». 

Sempre nella Lettera, Crociata ha chiarito anche che «l’obiettivo ulteriore che le UCP devono perseguire, sempre in uno spirito di comunione tra tutti e di collaborazione trasversale con tutti, è quello di permettere a tutte le parrocchie insieme di progredire, unite e corresponsabili, anche se e quando non tutte potranno disporre di un presbitero parroco». Per andare in questa direzione «c’è bisogno che crescano la coscienza ecclesiale e la collaborazione pastorale di laici formati alla vita cristiana ed eventualmente, per qualcuno, anche al ministero, capaci di operare insieme, alla pari e in fraternità, con tutti, nella propria parrocchia e nelle altre parrocchie dell’UCP”.

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