DIMISSIONI SINDACO DI SEZZE: ERAMO E PALOMBI SONO SIMILI, TROPPO SIMILI

Enzo Eramo e Rita Palombi
Enzo Eramo e Rita Palombi

Appena due giorni fa il Presidente del Consiglio Comunale di Sezze Enzo Eramo (PD), oltre a far sapere di ritenere scorretto l’articolo Chi ha ucciso a Sezze la Giunta Di Raimo? relativamente al termine “boicottaggio” attribuitogli nei confronti del sindaco e ad argomentare il fatto che le consigliere Marzia Di Pastina e Federica Fiorini avessero agito in piena autonomia lo scorso aprile in occasione della “crisi della Sagra del carciofo”, lasciava intendere le cause che avrebbero portato all’attuale crisi.  

IL RITIRO DALLE PRIMARIE DEL 2017

Eramo nel chiarire di aver dato pieno sostegno all’ultima soluzione proposta da Di Raimo di immettere in Giunta Armando Uscimenti, Giovanni Bernasconi e Francesca Barbati (tutti esponenti del PD), specificava di essersi ritirato dalla sfida delle primarie nel marzo 2017 per la candidatura a sindaco perché mai avrebbe accettato accordi con liste non riconducibili all’area progressista e del centrosinistra. 

Il Presidente del Consiglio Enzo Eramo di fianco al sindaco di Latina Damiano Coletta

IL COMUNICATO DEL RITIRO

A testimonianza di come l’ex assessore agli affari sociali avesse già allora percepito il pericolo che il PD si ritrovasse inserito in un’alleanza di forze molto eterogenee tra loro (e talora anche riconducibili al campo delle destre) basta rileggersi il suo comunicato di ritiro della propria candidatura:

A mio modo di vedere, il Sindaco deve rappresentare la sintesi di una squadra coesa per affrontare gli obbiettivi programmatici fissati per il bene della comunità. Una sintesi frutto di condivisione ma anche autonomia nelle scelte delle donne e degli uomini che devono andare a comporre la squadra. Un’autonomia che va al di là del metodo di selezione e individuazione della figura del Sindaco stesso. Una sintesi di tutte quelle forze e correnti che compongono il partito, un partito fatto di figure e punti di vista differenti ma che questa diversità deve interpretarla come una preziosa ricchezza. Su questa linea è fondamentale avere la larga maggioranza del mio Partito in primis, e della coalizione consequenzialmente dopo. Tutto ciò è una condizione essenziale per affrontare nel migliore dei modi i prossimi anni di amministrazione. Si tratta di condizioni necessarie per prevenire eventuali contraddizioni che nel corso della legislatura possono rappresentare un freno e un limite agli intenti dell’amministrazione che deve concentrare le proprie energie a migliorare la qualità di vita della comunità piuttosto che a gestire eventuali situazioni conflittuali al suo interno”. 

DESTRA E SINISTRA NELLA COALIZIONE CHE PORTÒ DI RAIMO ALLA VITTORIA

Eramo sottolineava come allora non vedeva i presupposti politici per candidarsi a capo di una coalizione di forze unite da un programma in grado di affrontare le priorità di Sezze. Troppo evidente dalle sue parole che se da un lato di boicottaggio non si sia trattato, dall’altro coltivi una visione politica molto differente dal sindaco dimissionario.

CINQUE LISTE PER VINCERE E NON GOVERNARE

Il Presidente del Consiglio aggiungeva che non per forza bisogna creare un’aggregazione di liste con l’unico obiettivo di vincere al primo turno, se non ci sono valori comuni che le riconducano ad una sintesi. Ora leggendo le parole del comunicato di Sezze Bene Comune (a firma del Presidente Fabrizio Bonne Année) si ritrovano esattamente le stesse parole:

Tale evento (riferimento alle dimissioni di Di Raimo ndr) è il risultato delle contraddizioni che si avvertivano fin dalle elezioni amministrative del giugno 2017, che avevano proclamato la vittoria della coalizione che sosteneva Sergio Di Raimo. A tanti, era apparso evidente che l’operazione che si stava plasmando, fosse il frutto della volontà di mettere insieme un’aggregazione con l’unico obiettivo di raggiungere la soglia del 51% al primo turno. Una coalizione composta da numeri, ovvero da una sommatoria di percentuali anziché da programmi…”

Rita Palombi, consigliera comunale dal 2017 e da quest’anno capogruppo delle civiche alla Provincia

STRIZZARE L’OCCHIO ALLE DESTRE

Di contro si potrebbe affermare che anche esponenti del centrodestra locale potrebbero condividere un’analisi del genere, ma scorrendo più avanti si ritrovano delle dissertazioni, tutte espressione del “Rita Palombi – pensiero”, che tracciano il solco non solo rispetto alla Lega e a Forza Italia, ma alle stesse scelte di Di Raimo di avvalersi dell’appoggio di consiglieri che hanno votato e fatto campagna elettorale alle scorse europee per partiti sovranisti (si pensi a Enzo Polidoro nei confronti di Adinolfi):

….Un Partito (ndr: PD) che, in provincia strizza l’occhio a forze liberali e sovraniste e che, per volontà del segretario nazionale (ndr: Zingaretti), cerca di allargare un fronte a forze progressiste, civiche e di sinistra. E ancora: “… non siamo favorevoli ad accordi precostituiti di potere e siamo liberi di poter dire, non faremo mai alleanze con forze di destra sovraniste. Ora, la posizione della maggioranza consiliare, non può ritenersi libera di esprimere lo stesso principio perché, tornare ad un equilibrio con le stesse forze che hanno sostenuto la destra alle Europee, significa dare fiducia ad un governo locale formato da consiglieri che alle prossime amministrative si troveranno su posizioni antagoniste e non conciliabili“.

ZINGARETTIANI ANTISOVRANISTI

Le parole di Sezze Bene Comune potrebbero esser sottoscritte in qualsiasi momento da Eramo, se quest’ultimo non fosse ancorato al vincolo di appartenenza allo schieramento. Zingarettiani, progressisti e simili, troppo simili Eramo e la Palombi per essere dietro a barricate contrapposte. Quasi alleati qualora Di Raimo non ritirasse le dimissioni. Ma mentre Eramo ha tutto l’interesse a che il Comune non venga commissariato e affinché il prossimo anno non si vada ed elezioni, la Palombi potrebbe scalpitare perché si torni presto alle urne? Assolutamente no, queste smanie le lasciano ai sovranisti!

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