“Ci giungono dai comuni e dalle province significativi elementi di preoccupazione per il piano di dimensionamento scolastico approvato dalla Giunta regionale per l’anno scolastico 24/25 – esordisce il Presidente Riccardo Varone –, all’interno del quale è prevista la riduzione di venti istituzioni scolastiche a Roma e in vari comuni del Lazio. Non possiamo restare silenti davanti a questo modo di procedere, che crea problemi di grande portata alle famiglie e ai comuni della nostra Regione”.
La Regione Lazio, come tutte le regioni, deve procedere annualmente ad adottare un provvedimento per il dimensionamento scolastico, sentiti i comuni, le province, la città metropolitana, le loro associazioni e le organizzazioni sindacali e l’ufficio scolastico regionale (organo decentrato del ministero). L’ascolto avviene tramite un percorso predeterminato: prima la proposta di linee guida da parte della Giunta regionale, quindi un lavoro di livello decentrato a livello provinciale e metropolitano, in cui si valutano le varie problematiche; infine un livello regionale con la conferenza scolastica regionale, che approva le varie proposte.
La Conferenza di quest’anno, tenutasi in sede regionale il 19 dicembre, ha sostanzialmente preso atto dell’orientamento generale, tra cui quello di Anci Lazio, di rinviare di un anno l’intervento di dimensionamento previsto per il 24/25, dal momento che nessuna provincia aveva esibito proposte al riguardo, mentre la sola Città Metropolitana aveva dato indicazioni positive per due interventi di accorpamento, ambedue approvati dalla Conferenza. Null’altro.
Oggi apprendiamo che la Giunta regionale, il 4 gennaio scorso – delibera n. 5, senza tenere in alcun conto il parere della Conferenza scolastica regionale, ha deliberato un piano di dimensionamento, che prevede ben 20 accorpamenti, con la soppressione di altrettante istituzioni scolastiche.
“La posizione di Anci Lazio al riguardo è storica e nota a tutti – chiarisce il presidente Riccardo Varone -: massima tutela per le istituzioni scolastiche a livello territoriale per assicurare a tutte le comunità locali, anche le più piccole, l’accesso all’istruzione pubblica. Quando si chiude un’istituzione scolastica la comunità locale perde un punto di riferimento essenziale e Anci Lazio ha sempre lottato contro questa desertificazione. Interverremo presso la Regione, presso l’Assessore Schiboni e il Presidente Rocca per segnalare che questo modo di procedere non va e che facciamo nostre le preoccupazioni dei Sindaci e dei Presidenti delle Province e del Sindaco Metropolitano, insistendo per rinviare di un anno questa proposta, così da dare a tutte le realtà locali il tempo per proposte che, nel rispetto dei numeri stabiliti matematicamente dal Ministero, consentano di fare meno danni sui territori attraverso operazioni organizzative ragionevolmente più adatte alle singole realtà”.