DESIRÉE MARIOTTINI: CHIUSE LE INDAGINI, IN SETTE RISCHIANO IL PROCESSO

Omicidio-Desirée
San Lorenzo, Roma

Sono sette le persone che rischiano di andare a processo per la morte di Desirée Mariottini, la 16enne di Cisterna di Latina morta, tra il 18 e il 19 ottobre 2018, in un covo di droga e disperazione a San Lorenzo, Roma.

La Procura di Roma ha chiuso le indagini a carico di cinque extracomunitari, un italiano e una ragazza francese. Quattro sono gli indagati già arrestati: i nigeriani Alinno ChimaMamadou Gara (a cui si contesta anche il reato di prostituzione minorile), il ghanese YusefSalia e il senegalese Brian Minthe, accusati di omicidio volontarioviolenza sessuale di gruppo e cessione e somministrazione di droghe a minori. Contestato il reato di cessione di sostanza stupefacente a Desirée ai pusher Marco Mancini e Antonella Fauntleroy. Alexander Asumado, è accusato di cessione di droga ad altre persone all’interno dello stabile abbandonato.

Via Corridoni, Quartiere Nicolosi
Via Corridoni, Quartiere Nicolosi. Qui e nella zona adiacente delle autolinee è gestito lo spaccio che, indipendentemente dagli ultimi arresti di Alba Pontina, continua.

Desirée, circa un mese prima della morte, fu fermata e identificata anche a Latina per possesso di sostanze stupefacenti presso le Autolinee di Latina che, insieme al quartiere Nicolosi, rappresenta ormai una delle piazze di spaccio più grandi del Lazio.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti capitolini, alla ragazza era stato dato un mix di psicofarmaci per patologie come bipolarismo e schizofrenia. Gli indagati sapevano  che quella miscela avrebbe potuto ucciderla, ma non gli sarebbe importato. E l’ipotesi, ancor più truce, è che lo abbiano fatto apposta per poterla violentare, a turno.
La giovane Desirée, in astinenza da eroina, avrebbe ingoiato tutto, assumendo anche gocce di metadone. Contro gli indagati, come noto, ci sono sono diverse prove tra cui anche il Dna di alcuni di loro trovato sul corpo della ragazza su un flacone di metadone e su una cannuccia utilizzata anche da Desirée per fumare crack. A condurre le indagini sono stati gli agenti della Squadra mobile, coordinati dal procuratore aggiunto Maria Monteleone e dal pm Stefano Pizza.

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