La Sogin ha trasmesso al ministero della Transizione ecologica la proposta di Carta nazionale delle aree idonee (Cnai) ma per ora è secretata
Le località scelte dalla Sogin, che si trovano in sette regioni, sono tutte candidate ad essere il Deposito nazionale per i rifiuti radioattivi, pur avendo espresso contrarietà. Tuttavia per la Sogin si è trattato della “più grande consultazione pubblica finora svolta in Italia su un’infrastruttura strategica per il Paese”.
“La proposta trasmessa al miTe è stata predisposta – spiega la società dello Stato italiano responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi – sulla base delle oltre 600 tra domande, osservazioni e proposte, per un totale di oltre 25mila pagine di atti, documenti, studi, relazioni tecniche e cartografie, complessivamente presentate nel corso di un anno, dopo la pubblicazione della Cnapi”. 67 le aree potenzialmente interessante al cantiere da 900 milioni, dislocate in sei regioni: Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna.
“La norma – continua la nota di Sogin – prevede ora che il ministero della transizione ecologica, acquisito il parere tecnico dell’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (Isin), approvi con proprio decreto la Carta, di concerto con il ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. La mappa verrà, quindi, pubblicata sui siti internet di Sogin, dei due ministeri e dell’Isin”.
“La pubblicazione della Cnai – prosegue Sogin – avvierà la fase di concertazione finalizzata a raccogliere le manifestazioni di interesse, non vincolanti, a proseguire il percorso partecipato da parte delle regioni e degli enti locali nei cui territori ricadono le aree idonee, con l’obiettivo di arrivare a una decisione condivisa del sito nel quale realizzare il Deposito nazionale”.
Nessuna delle 67 aree ricade nella provincia di Latina.