DENUDATA IN OSPEDALE PERCHÈ INDEGNA DI ESSERE MADRE: CONDANNATO A 4 ANNI E MEZZO COMPAGNO VIOLENTO

Accusato di aver maltrattato e picchiato la compagna a Priverno: si è concluso il processo a carico di uomo di 32 anni

Condannato a 4 anni e mezzo di reclusione. È questo il responso del primo collegio del Tribunale di Latina, composto dai giudici Soana-Bernabei-Brenda, nei confronti di un imputato di nazionalità nigeriano, F.O. (le sue iniziali), difeso dall’avvocato Alba Marteddu. L’uomo era imputato per i reati di maltrattamenti e lesioni commessi contro la compagna, nigeriana anche lei, con la quale ha avuto tre bambini che, al momento, si trovano in una casa famiglia.

Il 32enne era stato arrestato a Priverno, nel giugno del 2024, dai Carabinieri della locale Stazione avvertiti di una lite in atto dentro le mura domestiche. Quando i militari si recarono a casa dei due nigeriani, l’imputato fece resistenza. Dopodiché, una volta entrati nell’abitazione, i Carabinieri trovarono l’uomo che stava pulendo con il mocio il sangue della donna a terra. Nella circostanza, infatti, la donna fu trasportata anche in ospedale in quanto aveva una vistosa ferita nel labbro, oltreché a perdere sangue.

Oggi, 23 aprile, prima della sentenza finale, con una pena più alta rispetto alla richiesta del pubblico ministero Valerio De Luca, che si era fermato a 3 anni di reclusione, la donna, vittima delle violenze dell’ex compagno, tramite l’aiuto di un interprete dall’inglese, è stata escussa in aula, dove ha raccontato di essere stata oggetto dei comportamenti dell’uomo da sempre.

L’uomo, infatti, si è sempre dimostrato con la donna molto impositivo e autoritario e le violenze sarebbero state perpetrate anche davanti ai bambini. In un caso, mentre la donna si trovava nel reparto Pediatria dell’ospedale civile “Santa Maria Goretti” di Latina, insieme a uno dei tre figli, l’uomo irruppe nel nosocomio, raggiunse la donna e la denudò in quanto ritenuta incapace ad essere madre. Un gesto che, come spiegato in aula, sta a significare il massimo dell’umiliazione nei confronti di una donna che non viene ritenuta all’altezza del suo compito di madre.

In un altro episodio, rimasto confuso, nel 2023 la donna voleva lasciare il compagno ma fu raggiunta da quest’ultimo alla stazione e riportata indietro con la forza.

Al termine della camera di consiglio, oggi è arrivata la condanna. Nella mattinata, prima della sentenza, sarebbe stato previsto l’esame dell’imputato che, però, non si è presentato. Al momento, il 32enne si trova nel carcere di Frosinone.

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