DAL PROCESSO “ANNI 2000” AL REDDITO DI CITTADINANZA ABUSIVO: DENUNCIATI PADRE, MADRE E FIGLIO

Nell’ambito di un’attività di servizio mirata al contrasto dell’indebita percezione della misura di sostegno del “Reddito di cittadinanza”, la Guardia di Finanza di Formia, agli ordini del Tenente Colonnello Luigi Galluccio, hanno denunciato 3 soggetti residenti nel Comune di Santi Cosma e Damiano perché percettori della prestazione sociale agevolata benché appartenenti al medesimo nucleo familiare, in contrasto con le finalità assistenziali della misura di legge.

L’indagine è nata dagli approfondimenti investigativi sulle condizioni patrimoniali e di vita dei soggetti in questione, residenti nei comuni del Sud-pontino, gravati da precedenti di polizia e/o penali specificamente comprovanti la contiguità dei medesimi a contesti di criminalità organizzata.

Si tratta di personaggi coinvolti e condannati in primo grado nel processo derivante dall’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma e dei Carabinieri di Latina e Formia denominata “Anni 2000”. L’accusa è quella di far parte di un clan, nonostante sia stata esclusa l’aggravante mafiosa in sede di condanna, dedito a diversi traffici tra cui traffico di droga, estorsioni, minacce a ditte locali, rapina, danneggiamento, incendio, armi illegali.

Tornando all’operazione odierna della Guardia di Finanza di Formia, il servizio muove i passi dalla disamina della posizione reddituale di uno dei tre soggetti, attualmente agli arresti domiciliari per reati di traffico di sostanze stupefacenti e porto abusivo di armi.

Il dato, in possesso alla polizia giudiziaria operante per via di pregresse attività investigative, è stato valorizzato da ulteriore e mirata attività informativa nonché dalla consultazione degli applicativi informatici in uso al Corpo, che hanno permesso ai Finanzieri di acclarare come il reddito di cittadinanza fosse stato indebitamente e contestualmente richiesto e corrisposto a più individui appartenenti al medesimo nucleo familiare.

La circostanza – spiega una nota della Finanza – è pienamente stridente con la disciplina del particolare beneficio, il D.L. 4/2019, che vieta domande da parte di persone che fanno parte dello stesso nucleo familiare. I finanzieri hanno quindi provveduto all’immediata comunicazione all’INPS per la sospensione ed il recupero dell’indebito percepito, ammontante nel complesso a circa 70 mila euro, nonché a segnalare alla competente Autorità Giudiziaria i soggetti che hanno posto in essere le descritte condotte, perpetrate peraltro anche ricorrendo a dichiarazioni e documenti poi risultati non rispondenti al vero.

I tre – padre, madre e figlio – peraltro, per evitare di non dare nell’occhio, si sono rivolti a un Caf sempre della provincia di Latina, ma della loro città di residenza: hanno così chiesto il reddito di cittadinanza fornendo, secondo i Finanzieri, dichiarazioni mendaci in quando hanno attestato di essere tre persone fisiche singole, quindi aventi diritto al reddito di cittadinanza, e non invece parte di un unico nucleo famigliare. Elemento, quest’ultimo, che avrebbe impedito loro di ottenere tre redditi di cittadinanza ciascuno. Il contestato raggiro ha fruttato loro i soldi sin dalla possibilità di ottenere il reddito di cittadinanza: dal 2018-2019 fino a oggi, per tre annualità.

“L’operazione del Comando Provinciale di Latina – conclude la nota della Guardia di Finanza – testimonia, ulteriormente, l’approccio trasversale dell’attività di polizia economico-finanziaria espletata dal Corpo per l’individuazione e l’aggressione ad ogni forma di condotta illecita, comportanti sia danni diretti alle casse dello Stato, in termini di minori entrate o di indebite corresponsioni di misure di sostegno, sia l’indebito utilizzo di risorse pubbliche, peraltro nel caso specifico da destinare a favore di quei cittadini che, in un periodo così delicato, versano effettivamente in condizioni di grave difficoltà economica”.

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