“CRISTO SI È FERMATO AL GIUDICE DI PACE”: L’UFFICIO GIUDIZIARIO DI LATINA NEL CAOS PANDEMICO

giudice di pace

Da mesi file chilometriche, tempi disumani, regole anti-Covid andate a farsi benedire: è l’Ufficio del Giudice di Pace di Latina senza più ordine e guida. La lettera del Commissario dell’Ordine degli Avvocati di Latina Giacomo Mignano (che pubblichiamo integralmente di seguito) all’indirizzo del Presidente del Tribunale di Latina Caterina Chiaravalloti

La presente per denunciare l’assoluto e frustrante disagio che vivono i Colleghi e tutta la numerosa che quotidianamente frequenta l’Ufficio del Giudice di Pace di Latina la cui annosa situazione critica sembra giunta, ormai, ad un punto di non ritorno. A seguito della ripresa dell’attività, dopo la pausa per le festività natalizie, non passa giorno che non pervengano allo scrivente Ordine, doglianze sull’andamento di tale importante presidio.

Uffici del Giudice di Pace a Latina, Giacomo Mignano e Caterina Chiaravalloti
Uffici del Giudice di Pace a Latina, Giacomo Mignano e Caterina Chiaravalloti

A causa dell’intervenuta vacanza del personale addetto allo stesso, al momento, è stata eliminata ogni distinzione tra Cancelleria Civile e Penale. In ragione del limitato numero di addetti all’Ufficio per accedere allo stesso si forma una lunghissima fila, che è composta da un numero di persone che oscilla tra le quaranta e le sessanta, personalmente nella giornata di ieri ne ho contate ben 52, un numero decisamente imbarazzante. Detta coda corre per due/tre piani dell’edificio, in barba ad ogni più elementare regola sul distanziamento sociale e sulla prevenzione per evitare la diffusione del fenomeno pandemico, e si confonde con le persone che per ogni altra necessità si rechino nell’edificio dove sono presenti altre realtà, creando una situazione di assoluto disordine.

I tempi necessari per accedere alle Cancelleria sono disumani non meno di un’ora e mezza. È del tutto intollerabile oltre che incivile che Colleghi ed utenti, non più giovanissimi, in questo difficilissimo momento, debbano stare in piedi per tutto questo tempo, in attesa del loro turno, con il concreto rischio di contrarre il Covid-19. Oltre tale inqualificabile situazione logistica vanno poi stigmatizzati i biblici ritardi nell’evasione degli affari.

Un Ufficio che è chiamato a trattare, ogni anno, oltre 10.000 fascicoli dovrebbe costituire un vero e proprio volano per l’economia locale, tenuto conto degli interessi portati nei suddetti mentre invece sta diventando per la stessa una vera e propria zavorra. I tempi per ottenere il rilascio di una formula esecutiva sono raccapriccianti, circa sei mesi. Si può dire che Cristo si è fermato a Via Le Corbusier, altro che Giustizia 4.0.

In questo disperato contesto è necessaria una immediata inversione di tendenza rispetto a tale inconcepibile deriva, dando pieno e definitivo impulso alle modalità telematiche di inoltro degli atti, così come convenuto nel protocollo sottoscritto in data 15.7.2020, allo stato rimasto ancora lettera morta, ricercando nel contempo le ulteriori migliorative iniziative per superare la stessa, in considerazione anche del fatto che la digitalizzazione prevista dal suddetto ha risolto situazioni ben più critiche di quella nostrana.

AI fine di far cessare tale ingiustificata situazione, che di certo non rappresenta un buon biglietto da visita per il sistema giustizia pontino, si chiede un incontro urgente per affrontare detta non rinviabile problematica.

Articolo precedente

COVID, BUONI SPESA: SABAUDIA RIAPRE I TERMINI

Articolo successivo

ARSENALE DI ARMI IN AUTO: SCARCERATI FINOCCHIARO E CAROCCI

Ultime da Attualità