CRISI DEGLI UFFICI DEI GIUDICI DI PACE, LA PROTESTA DELL’ORDINE DEGLI AVVOCATI

giudice di pace

“Le problematiche del Giudice di Pace – spiega una nota dell’Ordine degli Avvocati di Latina – sono note a tutti poiché ad oggi sono giunte a soffocare quasi completamente l’attività di noi Avvocati e le aspettative dell’utenza tutta. Mancano i giudici. Manca il personale. Mancano le risorse. La pianta organica dell’Ufficio prevede 15 Giudici di Pace, effettivi attualmente ve ne sono 2.

Il Consiglio dell’Ordine (COA) già dal 22 marzo 2019 attraverso una pubblica manifestazione aveva portato all’attenzione delle istituzioni competenti, delle forze politiche e della società tutta, la grave situazione di un Ufficio che era già allora agonizzante.

Da allora il COA ha tentato tutte le vie istituzionali percorribili compulsando la Presidenza del Tribunale in primis per poi rivolgersi al Ministro di Giustizia ed a CSM, ai quali ha proposto soluzioni ed invocato provvedimenti volti ad arginare l’inesorabile tracollo del Giudice di Pace di Latina. Nulla è stato fatto dalle Istituzioni competenti così che ad oggi presso il Giudice di Pace di Latina l’attività penale è fortemente ridotta e quella civile praticamente paralizzata, vanificando l’attività svolta dall’Avvocatura a tutela dei diritti della collettività.

Purtroppo ciò che più è grave ed allarma è che questa situazione non riguarda solo il nostro territorio ma si è esteso, praticamente all’intera Nazione visto che analoghe criticità si riscontrano su tutto il territorio nazionale.

L’incidenza negativa di questa problematica è divenuta ormai insostenibile e rischia di travolgere l’intera categoria che è oggi chiamata a reagire compatta rivendicando il diritto primario di tutti alla fruizione certa ed incondizionata al servizio giustizia.

Per questo è stata organizzata a livello distrettuale la manifestazione del 12 novembre 2024 alle ore 9.30 in Piazza Cavour a Roma alla quale tutti gli Iscritti sono chiamati a partecipare compatti per reclamare a gran voce il rispetto dei diritti che per noi equivale anche al rispetto del nostro lavoro”.

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