CRISI AZIENDA “VOLA” A ROCCAGORGA, PIAZZA GREMITA CONTRO LA GESTIONE ATTUALE

Comune di Roccagorga
Comune di Roccagorga

Azienda Vola, si è svolto un comizio pubblico per protestare contro la situazione dell’azienda speciale arrivata al limite

Il lavoratore, la cui moglie si era incatenata davanti al Comune, ha iniziato lo sciopero della fame. Nella piazza gremita di sabato scorso, invece, le opposizioni hanno detto basta alla gestione attuale dell’azienda speciale e all’amministrazione guidata dalla sindaca Carla Amici.

“Non possiamo più accettare che la nostra comunità venga trascinata nel degrado e nell’incertezza. Dobbiamo parlare chiaro: la gestione dell’azienda e l’amministrazione comunale hanno fallito. È il momento di smascherare chi si nasconde dietro incarichi e stipendi d’oro, lasciando il nostro paese in balia dei problemi. Oggi siamo qui per pretendere risposte, per difendere la nostra dignità e per proteggere il nostro futuro.

La nostra azienda è governata da chi non si vede né si sente da oltre un anno. Una direttrice e un commissario straordinario, nominati con modalità discutibili e oggi, di fatto, abusivi. Quando i dipendenti, disperati, cercano spiegazioni, ricevono solo risposte vaghe: “non sappiamo nulla”, “la colpa è di altri”. Ma chi sono questi altri? Basta nascondersi dietro il gioco dello scaricabarile! Basta dire “non è colpa mia” mentre i cittadini pagano il prezzo di questa disastrosa gestione.

Questi organi fantasma percepiscono stipendi reali, pagati da noi! Perché i debiti dell’azienda ricadono direttamente sulle casse del comune, e i debiti del comune sono i debiti di ciascun cittadino. Stiamo pagando sulla nostra pelle le inefficienze e le mancanze di chi dovrebbe amministrare con serietà e competenza. Soldi tolti ai servizi essenziali, al benessere della comunità e al futuro dei nostri figli.

Siamo al paradosso: di fronte a uno sciopero sacrosanto di lavoratori senza stipendio da oltre quattro mesi, il sindaco mette in piedi una vera “Armata Brancaleone”. Chi recluta? Volontari svantaggiati, dipendenti comunali che nulla c’entrano con l’azienda e lavoratori costretti a cambiare mansione. Ma queste persone hanno le qualifiche? Hanno ricevuto la formazione adeguata? Hanno l’abbigliamento protettivo previsto dalla legge? La risposta è NO! Sono stati mandati allo sbaraglio, come carne da macello, per tentare di nascondere l’evidenza: l’azienda è al collasso e con essa anche l’amministrazione.

Non lo dicono ad alta voce, ma l’azienda è già fallita. E l’unico motivo per cui non se ne prende atto è l’orgoglio di chi governa. Perché, ammettiamolo, il fallimento dell’azienda è il fallimento dell’amministrazione, è il fallimento del sindaco! Un sindaco che ha condotto il nostro paese sull’orlo del disastro. Siamo a un passo dal dissesto finanziario, e senza un’azione immediata ci porteranno a fondo insieme all’azienda.

C’era una volta la nostra farmacia comunale, un pilastro per i bilanci del paese. Oggi è ridotta a una parafarmacia, quasi una profumeria, con i nostri concittadini costretti a recarsi nei paesi vicini per acquistare farmaci. Un danno economico e sociale per la nostra comunità. I soldi destinati a ripianare i debiti dell’azienda sono fondi sottratti al rilancio e allo sviluppo di questo territorio. Ma il sindaco lo frequenta questo paese, vede lo stato in cui lo ha ridotto?

Non bastasse tutto ciò, un dipendente comunale – che non nomineremo per rispetto della privacy – è stato obbligato, con un ordine di servizio illegittimo, a svolgere compiti che spettano all’azienda. Questo dipendente ha la formazione prevista dalla legge? Ha le vaccinazioni obbligatorie? Ha la qualifica adeguata? Queste domande rimangono senza risposta, ma i sindacati si stanno già muovendo e questa grave violazione sarà oggetto di una specifica interrogazione consiliare. I lavoratori non sono carne da macello, vanno tutelati e rispettati.

Non chiediamo solo trasparenza, ma pretendiamo giustizia. Chiediamo rispetto per questa comunità, per i suoi lavoratori e per il futuro dei nostri figli. Non possiamo più accettare che incompetenza e arroganza distruggano il nostro paese. Dobbiamo agire insieme, alzare la voce, vigilare e riprenderci ciò che ci appartiene: la dignità e la rinascita del nostro paese. Uniti siamo più forti. È il momento di cambiare rotta”.

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