Crisi di maggioranza a Terracina, il Sindaco Francesco Giannetti revoca tutte le deleghe agli assessori, ma li conferma
Sembra un rimpasto, ma non lo è. Il sindaco di Terracina, Francesco Giannetti, tramite apposito decreto sindacale, ha revocato tutte le deleghe assessorili ai componenti della sua Giunta. La decisione è maturata dopo la seduta del Consiglio Comunale che oggi non si è svolta per mancanza del numero legale per l’assenza di diversi consiglieri di maggioranza.
“Ringrazio gli Assessori per il grande impegno profuso e per il loro sostegno che non è mai mancato. Adesso è il momento di riorganizzare l’azione amministrativa rendendola più veloce, mirata e concentrata sulle priorità non più procrastinabili per la Città. Questo momento rappresenta un’occasione per rafforzare la nostra azione amministrativa riallineando le priorità e ripartendo con rinnovata determinazione. Terracina ha bisogno di coesione e di un impegno comune per dare risposte concrete ai cittadini, e in questa direzione intendo proseguire il mio mandato, come ho fatto dal primo giorno, con responsabilità e trasparenza”, ha dichiarato il Sindaco di Terracina, Francesco Giannetti
A spiegare un’azione che sembra piuttosto confusa è il decreto sindacale di oggi, 9 ottobre, in cui si legge che “per meglio favorire che questo processo di verifica avvenga scevro da ogni posizione personalistica ritiene doversi procedere alla revoca di tutte le deleghe assessorili precedentemente assegnate, ferma restando la nomina degli Assessori che – oltre a ringraziare per l’impegno profuso e per il lavoro svolto nell’ambito delle competenze a loro assegnate – si invitano a proseguire nel fornire assistenza al Sindaco e restando, altresì, in capo all’assessore Claudio De Felice le funzioni del Vice Sindaco”.
Restano confermati, pur essendo spogliati al momento delle loro deleghe, tutti gli assessori della Giunt Giannetti: Sara Norcia, Alessandra Feudi, Gianluca Corradini, Angelina Tasciotti e Maurizio Casabona.
A tentare di spiegare un’azione politica che sembra monca – o fai un rimpasto o continui come sei, detta la banale grammatica politica sovvertita da Giannetti – è il decreto sindacale stesso.
Nell’atto si legge che “nel corso degli ultimi mesi si è assistito ad una serie di distinguo e di prese di posizione non perfettamente in linea su alcune delle scelte amministrative compiute; negli ultimi giorni questi distinguo – oltre ad aver vanificato alcuni processi amministrativi già avviati – stanno ritardando l’assunzione di decisioni fondamentali nell’interesse della Città”.
“Tali atteggiamenti in alcuni casi, oltre a travalicare la normale dialettica interna, non sono più tollerabili in quanto minano l’immagine complessiva dell’Amministrazione comunale; si ritiene esservi la necessità di aprire una nuova fase nel corso della quale individuare le priorità degli interventi e compiere le scelte amministrative indispensabili per realizzare quel “progetto di Città” che ha costituito il motivo fondante del progetto politico- amministrativo che ci eravamo dati”.
“Questa verifica politica – oltre a ribadire la sussistenza della volontà, non solo di continuare, ma di dare maggiore impulso al progetto politico che ha raccolto un importante consenso alle elezioni amministrative del 2023 – dovrà servire a individuare e condividere la migliore ripartizione di compiti per dare le migliori risposte possibili ai cittadini; effettuare una verifica sulle azioni messe in campo; individuare le scelte programmatiche ritenute prioritarie; individuare ogni ulteriore azione al fine di dare maggior impulso alla macchina amministrativa”.
La revoca delle deleghe – conclude il decreto – è uno strumento a disposizione del Sindaco per garantire l’efficacia e l’efficienza dell’azione amministrativa. Sarà, ma sembra che a Terracina tutto sempre cambi per non cambiare mai.
Da Fratelli d’Italia, il partito di maggioranza se ce ne è uno, è arrivata una nota netta.
“Serve un cambio di passo, basta generalizzazioni ingiuste. Oggi Fratelli d’Italia non parteciperà al Consiglio Comunale di Terracina. È una scelta presa con consapevolezza e coerenza politica, non un gesto irresponsabile né un atto di rinuncia ai propri doveri istituzionali, ma un segnale che non possiamo più tacere. Siamo stanchi di essere tacciati come “problema dell’amministrazione” quando le deleghe assegnate ai nostri assessori producono risultati nel loro ambito, ma non consentono la lunghezza d’onda politica necessaria ad incidere sulla quotidianità della vita cittadina e di conseguenza non consentono neanche di poterci addossare una reale responsabilità amministrativa nonostante il folto numero di Consiglieri eletti. Pretendere che si risponda di tutto ciò che non va, senza gli strumenti per farlo, è una esazione ingiusta che scarica su di noi una colpa che non è nostra, o meglio non è esclusivamente nostra. Per questo motivo, il gruppo consiliare oggi prende una posizione chiara esprimendo con l’assenza il proprio dissenso.
Non neghiamo le criticità: la città avverte immobilismo, disattenzione verso servizi essenziali, lentezza nei processi decisionali. Ma non accettiamo che il peso di questi problemi ci venga imputato come se la nostra posizione fosse la stessa di chi ha la responsabilità ultima. La situazione richiede più che dichiarazioni: richiede una svolta concreta nell’attività amministrativa. Serve un cambio di passo nei comportamenti, nella trasparenza, nelle scelte. Serve che chi governa riprenda il contatto con la città, con le sue esigenze, e non si limiti alle mediazioni interne o al galleggiamento politico. Fratelli d’Italia è e rimane parte della coalizione che governa Terracina, ma non può essere complice del silenzio. Il nostro impegno è chiaro: chiediamo che le deleghe assegnate siano utilizzate come strumenti di cambiamento, che sia data voce e capacità d’azione a chi oggi è costretto invece a subire decisioni che lo riguardano da vicino, coinvolgendoci seriamente in questo percorso di amministrazione della città.
Invitiamo il Sindaco e tutti gli alleati di maggioranza ad assumersi le proprie responsabilità: non si tratta più solo di politiche di facciata, ma di scelte che incidono sulla vita quotidiana dei cittadini. Se non cambia l’orientamento, se non si produce una divisione netta tra chi vuole – veramente – agire e chi preferisce rimanere indifferente, allora la città continuerà a pagare il prezzo più alto. Terracina non merita di essere ostaggio delle lentezze interne”.