Avs e Latina Possibile: “Per una sicurezza basata su coesione sociale, riqualificazione e partecipazione”
Alleanza Verdi e Sinistra e il Comitato Latina Possibile ritengono che Latina sia precipitata nuovamente in uno dei periodi più bui e degradati, dove alla guerra fra bande e al malaffare si unisce il decadimento urbano ed ambientale.
“La Destra di Governo fallisce in uno dei suoi capisaldi, quello della sicurezza. Il disordine e il caos con cui è governata ora la città non fa altro che creare il contorno dove il rispetto delle regole e il vivere civile trovano scarsa cittadinanza.
Come forze politiche lavoreremo per promuovere una rivolta civile, come successo in passato, da parte di quella cittadinanza stanca di vivere sotto scacco e sotto pressione della malavita, e della commistione tra politica e criminalità, alimentata dal clientelismo.
La nostra visione comprende un nuovo concetto di sicurezza che si esplicita attraverso la soluzione dei problemi sociali, la cura dei luoghi, il loro utilizzo inclusivo e partecipato, e non prioritariamente attraverso azioni di polizia.
Obiettivo altrettanto importante è quello di creare nella società, attraverso processi formativi ed educativi, una cultura di legalità e di senso civico che porti al forte sostegno e solidarietà di tutta la collettività nei confronti delle vittime del sistema mafioso e dello sfruttamento (ad esempio dei migranti sul lavoro). Non solo per la propria sicurezza, ma per la propria dignità e per poter affermare la nostra libertà.
Nello Studio per il piano strategico della città e del territorio di Latina del gruppo di lavoro Ce.R.S.I.Te.S. della Sapienza, questa concezione viene ben definita da due parole chiave:
– “integrazione sociale”, che significa superare le forme di insicurezza degli individui e la frammentazione dei gruppi sociali attraverso l’inclusione dei “diversi” e l’incremento delle opportunità di relazioni sociali;
– la “sicurezza per condivisione”, che significa “incrementare la sicurezza dei luoghi, sia reale che percepita, attraverso la condivisione e la cura diretta degli spazi pubblici e di uso pubblico da parte degli abitanti”.
Al contrario, il DASPO urbano, appena approvato dalla maggioranza nel Consiglio Comunale, è un esempio di ulteriore esclusione ed emarginazione, in quanto forza esercitata verso i deboli. Lo stesso possiamo dire del progetto di “riqualificazione” di via Don Morosini. Se, da un lato, fornire strutture per lo sport e lo svago sarebbe positivo, sfrattare i senza tetto facendo i campi di padel non risolve il problema dei senza tetto.
Si deve quindi procedere a:
– costituzione di parte civile dal parte del Comune in tutti i reati palesemente commessi da organizzazioni malavitose;
– dare una alloggio dignitoso a tutti, non attraverso la ghettizzazione, ma privilegiando forme di accoglienza diffusa in cui siano coinvolti i cittadini in incontri per la conoscenza reciproca;
– riqualificare le aree degradate, in particolare parchi e giardini, come già fatto in precedenza ad esempio con Parco San Marco;
– realizzare e fare manutenzione delle opere di urbanizzazione, che danno maggiore sicurezza al movimento, quali marciapiedi e buona illuminazione pubblica.
– proseguire e rafforzare l’esperienza dei Patti di Collaborazione (una delle più significative innovazioni realizzate delle passate amministrazioni Coletta) che hanno come finalità la cura e la rigenerazione condivisa della città.
– incrementare l’organico degli agenti di Polizia Locale, ma anche degli assistenti sociali per garantire una loro maggiore e più incisiva presenza sul territorio, ed un rapido ascolto delle esigenze dei cittadini e delle cittadine.
Proponiamo che vada anche valutata l’organizzare di corsi di formazione per i Vigili Urbani, basati su studi ed esperienze già realizzati di teoria e pratica della nonviolenza, per aiutarli a creare un rapporto di prossimità coi cittadini nei vari quartieri e gestire nella maniera migliore i conflitti e le situazioni di tensione”.