CRAC RIZZARDI: UN’ASSOLUZIONE E NESSUN RINVIO A GIUDIZIO PER LA BANCAROTTA

Bancarotta fraudolenta Italcraft Rizzardi: a distanza di 12 anni dal fallimento, finisce per sei indagati anche la vicenda penale

Sei assoluzioni. Questo è l’esito dell’udienza preliminare che si è tenuta oggi, 26 marzo, davanti al giudice del Tribunale di Latina, Giuseppe Molfese. A chiedere di essere giudicato con il rito abbreviato il commercialista Vincenzo Loreti, difeso dall’avvocato Luca Giudetti. Gli altri indagati, a cui la Procura di Latina imputava l’accusa di bancarotta fraudolenta, erano Sergio Gasbarra, Renzo Vecchi, Alberto Palliccia, Milva Iundusi e Gianfranco Rizzardi.

Il pubblico ministero Giorgia Orlando, in sede di udienza preliminare, ha chiesto per Loreti la condanna a 1 anno e 4 mesi e il rinvio a giudizio per gli altri cinque indagati. Alla fine, dopo la camera di consiglio, il Gup Molfese ha stabilito l’assoluzione per Loreti e il non luogo a procedere per gli altri cinque, assistiti dagli avvocati Renato Archidiacono, Riccardo Castelli e Angelo Fiore. Non ci sarà nessun processo, quindi, per il crac dei Cantieri Navali Rizzardi.

Nel 2015, dopo una consulenza tecnica, era stata l’allora sostituto procuratore di Latina, Luigia Spinelli, a disporre gli avvisi di garanzia per quattro degli indagati odierni. La Procura aveva voluto vederci chiaro sul fallimento dell’azienda nautica arrivato nel giugno 2013.

Secondo l’accusa, quando l’azienda era in crisi, la stessa fu depauperata con la vendita di diverse imbarcazioni. All’inizio, a ricevere gli avvisi di garanzia furono in quattro: Gianfranco Rizzardi e i tre commercialisti, ex componenti del collegio sindacale, Sergio Gasbarra (condannato per il crac Midal), Renzo Vecchi e Alberto Palliccia.

Il fallimento della Cantieri Navali Rizzardi era stato deciso dal Tribunale in ragione di debiti per 112 milioni di euro, a fronte di circa 800 creditori che reclamavano il loro denaro. Già in sede di fallimento, la Procura aveva ipotizzato reati di evasione fiscale e bancarotta.

A distanza di 7 anni dall’apertura del procedimento penale, è arrivata l’assoluzione e il non luogo a procedere.

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