CRAC RIZZARDI: APPELLO CONFERMA LE ASSOLUZIONI

Bancarotta fraudolenta Italcraft Rizzardi: a distanza di 13 anni dal fallimento, finisce per sei indagati anche la vicenda penale

Sei assoluzioni confermata anche dalla Corte d’Appello alla quale era ricorsa la Procura di Latina contro la decisione dell’allora giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Giuseppe Molfese, che aveva prosciolto gli imputati.

A marzo 2024, infatti, l’unico a chiedere di essere giudicato con il rito abbreviato fu il commercialista Vincenzo Loreti, difeso dall’avvocato Luca Giudetti. Gli altri indagati, a cui la Procura di Latina imputava l’accusa di bancarotta fraudolenta, erano Sergio Gasbarra, Renzo Vecchi, Alberto Palliccia, Milva Iundusi e Gianfranco Rizzardi.

Il pubblico ministero Giorgia Orlando, in sede di udienza preliminare, aveva chiesto per Loreti la condanna a 1 anno e 4 mesi e il rinvio a giudizio per gli altri cinque indagati. Alla fine, dopo la camera di consiglio, il Gup Molfese aveva stabilito l’assoluzione per Loreti e il non luogo a procedere per gli altri cinque, assistiti dagli avvocati Renato Archidiacono, Riccardo Castelli e Angelo Fiore. Nessun processo, quindi, per il crac dei Cantieri Navali Rizzardi. Un esito confermato anche dalla Corte d’Appello che ha assolto tutti.

Nel 2015, dopo una consulenza tecnica, era stata l’allora sostituto procuratore di Latina, Luigia Spinelli, a disporre gli avvisi di garanzia per quattro degli imputati. La Procura aveva voluto vederci chiaro sul fallimento dell’azienda nautica arrivato nel giugno 2013.

Secondo l’accusa, quando l’azienda era in crisi, la stessa fu depauperata con la vendita di diverse imbarcazioni. All’inizio, a ricevere gli avvisi di garanzia furono in quattro: Gianfranco Rizzardi e i tre commercialisti, ex componenti del collegio sindacale, Sergio Gasbarra (condannato per il crac Midal), Renzo Vecchi e Alberto Palliccia.

Il fallimento della Cantieri Navali Rizzardi era stato deciso dal Tribunale in ragione di debiti per 112 milioni di euro, a fronte di circa 800 creditori che reclamavano il loro denaro. Già in sede di fallimento, la Procura aveva ipotizzato reati di evasione fiscale e bancarotta. A distanza di 10 anni dall’apertura del procedimento penale, è arrivata l’assoluzione che pare definitiva.

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