COVID-19 NELLA PROVINCIA DI LATINA: TANTI GIORNI SENZA CASI, POI I CAMPANELLI D’ALLARME IMPROVVISI

Un bulgaro che da un balcone del Palazzo ex Cirio di Mondragone lancia una sedia durante le proteste per il focolaio Covid (foto Ansa)
Un cittadino di nazionalità bulgara che da un balcone del Palazzo ex Cirio di Mondragone lancia una sedia durante le proteste per il focolaio Covid (foto Ansa). Tanta la paura nei giorni addietro per alcuni casi Covid sfuggiti di mano nei palazzi un tempo abitati esclusivamente dai lavoratori dello stabilimento Cirio di Mondragone, poi chiuso qualche anno fa. Oggi, i palazzi sono abitati da una comunità italiana e da una bulgara composta, per lo più, da braccianti agricoli. Molti non hanno regolare contratto di affitto e vivono nelle case dei connazionali. All'insorgere del focolaio e ai successivi tamponi, alcuni di loro non si sono fatti trovare negli appartamenti per timore di accertamenti e sono così risultati irreperibili ai controlli della Asl che avrebbe dovuto effettuare i tamponi. La situazione è stata resa vieppiù complicata dalle proteste della comunità italiana che ha visto alcuni bulgari non rispettare il cordone sanitario imposto dal Presidente della Regione Vincenzo De Luca il quale aveva deciso di istituire una mini zona rossa attorno a palazzi

Coronavirus-Covid-19: dopo i 4 casi segnalati giovedì 25 giugno, la situazione nella provincia di Latina sembra tornata sotto controllo

È un’apparente calma piatta quella che si vive nella provincia di Latina o, sarebbe meglio, dire nelle province del Lazio. Gli unici casi degli ultimi giorni hanno, infatti, riguardato Roma e provincia, compreso il litorale sud capitolino che arriva fino ad Anzio e Nettuno e che più da vicino interessa la salute pubblica pontina essendo, quelle, aree limitrofe.

L’andamento che pareva sotto controllo con cinque giorni di fila senza casi si è spezzato a causa dei 4 casi di giovedì scorso, tra cui una positività di rientro afferente a una donna venuta dal Brasile. Tuttavia, l’attenzione, quel giorno, si è rivolta immediatamente su un autista della società concessionaria del Tpl di Latina città, la Csc, che è risultato positivo.

Da lì, tamponi a tappeto sulla sessantina di dipendenti del servizio dei trasporti che, nella giornata di ieri, la Asl ha certificato essere tutti negativi.
Il giorno prima, sabato 27, è stato notificato da altra ASL un paziente positivo residente nel Comune di Cori per cui sono scattati i test molecolari sui parenti che avevano ricevuto visita dall’uomo.

L’estate sembra aver placato il virus e questo lo si vede anche dai dati complessivi nazionali ma nessuno, tra gli esperti, esclude una seconda ondata, di una certa virulenza, tra autunno e inverno prossimi – al netto di pochi esperti isolati che, non tra poche polemiche, hanno praticamente giudicato superato il problema Covid-19 in Italia.

Inoltre, come noto, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi ed ecco arrivare la paura nel sud pontino dal caso “Mondragone“, comune campano a pochi chilometri dal confine laziale che è finito direttamente sulla cronaca nazionale per il caso dei palazzi “ex Cirio” dove la situazione del Covid sembrava essere sfuggita di mano con la comunità bulgara e quella italiana pericolosamente in assetto di battaglia.

Di seguito l’ultima tabella pubblicata dall’Asl di Latina sulla situazione aggiornata del Coronavirus nella provincia pontina.

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