L’arresto del consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Enrico Tiero, fa scattare la sospensione dallo scranno alla Pisana ai sensi della Legge Severino
L’articolo 8 delle Legge Severino prevede che sono sospesi di diritto dalla carica di consigliere regionale “coloro nei cui confronti l’autorità giudiziaria ha applicato, con provvedimento non definitivo, una misura di prevenzione”. È il caso di Enrico Tiero, arrestato per corruzione nell’esercizio delle sue funzioni di consigliere regionale e Presidente della Commissione Attività Produttive della Regione Lazio.
Ma i guai per “Fratone” non sono finiti qui. La legge regionale 28 giugno 2013 prevede più che un dimezzamento dell’indennità di carica in ragione della misura cautelare personale che gli è stata applicata. In pratica, Tiero percepirà un’indennità pari al 40% di ciò che ottiene oggi svolgendo il ruolo di consigliere regionale.
In realtà, però, niente scatta in automatico. Secondo la legge italiana, se un consigliere regionale viene arrestato e posto agli arresti domiciliari, potrebbe, ma solo potrebbe, subire una riduzione dell’indennità parlamentare. La sospensione dell’indennità totale non è automatica e dipende dalle decisioni del Consiglio regionale del Lazio. La legge prevede che i consiglieri regionali possano essere sospesi dalle funzioni e dall’indennità in caso di arresto o custodia cautelare, ma la decisione spetta al Consiglio regionale.
Nel caso specifico di Enrico Tiero, consigliere regionale del Lazio arrestato per corruzione, la sua posizione potrebbe essere valutata dal Consiglio regionale per eventuali provvedimenti relativi all’indennità.
Secondo la legge regionale del Lazio, in caso di impedimento permanente o cessazione dalle funzioni di consigliere regionale, subentra il candidato della stessa lista che segue nella graduatoria delle preferenze. Nel caso specifico, subentrerebbe la “fedelissima” dell’europarlamentare di Fratelli d’Italia, Nicola Procaccini: l’attuale commissaria del Parca del Circeo, la terracinese Emanuela Zappone. Se non ci sono candidati disponibili nella stessa lista, la carica può essere assegnata attraverso altre modalità previste dalla legge regionale. Ad ogni modo, per Enrico Tiero, la sua posizione deve essere valutata sempre dal Consiglio regionale per eventuali provvedimenti relativi alla sua carica.
Fino alla pronuncia del Tribunale del Riesame, a cui la sua difesa ancora non ha dichiarato di volere ricorrere, anche se appare scontato, non accadrà nulla. Tiero rimarrà al suo posto, quindi, per circa altre due settimane (sempre che la difesa presenti ricorso).
Se la misura cautelare dovesse essere annullata dal Riesame, Tiero subentrerebbe di nuovo come consigliere regionale, nel caso fosse stato sostituito. Lo stesso meccanismo si applica, nel caso in cui dovesse esaurirsi il termine della misura cautelare che, però, per un reato come la corruzione, ha tempi piuttosto lunghi. Insomma, per “Fratone” la partita è aperta, in considerazione del fatto che, al momento, non c’è stata nessuna apertura alle dimissioni volontarie che rappresenterebbero una decisione di rispetto nei confronti di cittadini, elettori e Istituzione. Ma, come si sa, in queste lande non siamo abituati ad assunzioni di responsabilità di questo genere da parte della politica. Basti pensare che nel partito di Tiero, c’è una ministra del Governo Meloni, Daniela Santanché, che rimane al suo posto nonostante indagini molto gravi, tra cui una contestata truffa allo Stato.