CORRUZIONE E GARE TRUCCATE IN ABC: L’EX DG E DUE FUNZIONARI I PRIMI AD ESSERE INTERROGATI

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Inchiesta Abc: cominceranno domani, 13 novembre, gli interrogatori degli indagati davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina

Sarà il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Laura Morselli, a interrogare gli indagati coinvolti nell’inchiesta che ha posto al centro dell’attenzione appalti e affidamenti dell’Azienda Beni Comuni di Latina: l’azienda speciale, a controllo completamente pubblico (il Comune di Latina), che si occupa di servizio d’igiene urbana a Latina. Il reato più grave ipotizzato dalla Procura è quello della corruzione.

Secondo il quotidiano Latina Oggi che ha riportato la notizia, l’indagine dei Carabinieri del Nucleo Investigativo, coordinati dal Procuratore Capo Giuseppe De Falco e dai sostituti Giorgia Orlando e Daria Monsurrò, si concentrerebbe su diverse gare d’appalto e spacchettamenti delle stesse gare d’appalto affidate poi direttamente o comunque a ditte di imprenditori che si mettevano d’accordo tra di loro per ottenere il servizio.

Già nel 2021, si seppe dell’inchiesta, poiché nella sede di Abc Latina si presentarono i Carabinieri per acquisire documenti su affidamenti diretti e procedure di gara, anche europee, per la fornitura dei sacchi e di altre attrezzature. All’attenzione sarebbe finita anche la gara per i kit del “porta a porta” da 2,5 milioni di euro per i quartieri Q4 e Q5. Una gara per cui vi sarebbero state sollecitazioni dalla parte politica che governava la città all’epoca, così – riporta Latina Oggi – “da esaltare la campagna elettorale” del sindaco Damiano Coletta (estraneo all’indagine). Fatto sta che, come sempre riporta il giornale pontino, quella gara non fu affidata all’imprenditore indagato, bensì a un’altra ditta. Tra le intercettazioni, vi sarebbe anche un noto esponente politico dell’attuale opposizione, all’epoca dei fatti nella maggioranza. Gli inquirenti sottolineano che alla fine la gara non finì all’imprenditore legato ai settori dell’azienda e della politica di maggioranza dell’epoca solo perché ci l’avviso di proroga delle indagini e gli stessi indagati seppero che c’erano accertamenti penali in corso su di loro.

Nel 2021, vi fu una proroga di indagini, motivo per cui vi fu la prima fuga di notizie: era certo già tre anni fa che alcuni funzionari erano finiti sotto indagine, mentre nessun membro del Consiglio di amministrazione era stato coinvolto nella vicenda giudiziaria.

Il periodo degli affidamenti e delle gare finite sotto la lente sarebbe tra il 2020 e il 2021. Tutto parte dalle sommarie informazioni di una ex funzionaria di Abc che ha segnalato alcuni affidamenti diretti, sui quali c’erano diverse ombre. Ad essere indagati, oltreché all’ex direttore generale Silvio Ascoli, anche due funzionari: Paola Del Mastro dell’ufficio Gare e Acquisti e Stefano Berna dell’ufficio Officina.

L’ex funzionaria che ha relazionato agli inquirenti ha subito anche diversi atti intimidatori, mai del tutto chiariti, come il danneggiamento delle gomme dell’autovettura. Episodi che si sono susseguiti nel tempo, almeno tre volte.

A finire indagati anche altri imprenditori e professionisti che dovranno essere interrogati dal Gup Morselli la quale dovrà decidere sulle misure interdittive richieste dalla Procura di Latina. Si tratta di Emilio Tullio, Paolo Picicco, Paolo Silingardi, Capuani e Franco Fioroni.

Gli inquirenti, in un primo momento, avrebbero chiesto la misura degli arresti domiciliari nei confronti di coloro che hanno fatto parte o fanno parte dell’organigramma di Abc, dopodiché vi è stata una modifica con la sola richiesta di interdittiva. Ad esempio, uno degli imprenditori, indagato per turbativa d’asta per il verde urbano, deve rispondere di due richieste di interdittiva: divieto di contrattare con la pubblica amministrazione e divieto dall’esercizio dell’attività di lavoro.

Gli interrogatori inizieranno domani, 13 novembre, quando verranno ascoltati Ascoli, Del Mastro e Berna. Dopodiché, nei giorni a seguire, fino a martedì 19 novembre, sfileranno davanti al Gip del Tribunale, Laura Morselli, gli altri indagati, ossia gli imprenditori accusati di aver fatto cartello per ottenere gli appalti, in cambio – almeno in un caso – di un’assunzione di un famigliare riconducibile a un dipendente di Abc. Assunzione che in realtà non si sarebbe mai realizzata.

Ad ogni modo, che su Abc qualcosa non quadrasse lo aveva sottolineato già nel 2019 un politico, l’esponente di Foza Italia, Alessandro Calvi.

“Due milioni di euro per il 2018 e 220 mila euro per il 2019. 31 pagine per un totale di 600 voci di cui una cinquantina rientrano nell’accordo quadro con Consip. A tanto ammontano  gli affidamenti diretti effettuati dall’Azienda speciale Abc”.

“Il tutto stando ai documenti che ho avuto modo di scaricare direttamente dal sito ufficiale dell’Azienda. Atti poi scomparsi all’improvviso e che hanno gettato, ieri in consiglio comunale, nel totale imbarazzo sia i dirigenti di Abc che la maggioranza che guida il Comune di Latina. Sono anni – spiegava il consigliere comunale di Forza Italia, Alessandro Calvi – che sentiamo il sindaco e Lbc affermare che mai avrebbero fatto ricorso agli affidamenti diretti”.

“Non si capisce perché poi il servizio di portierato sia stato spacchettato, sotto soglia, con il risultato di aumentare i costi e senza nessuna urgenza, ben tre volte, per un totale di 55mila euro. Inoltre, stando le carte risulterebbe che il mese di giugno 2018, sarebbe stato liquidato sia nella tranche che va dal primo aprile al 30 giugno 2018 che in quella successiva che, anziché partire dal primo luglio, inizia dal mese precedente”.

“Nelle spese effettuate con affidamento diretto risultano, tra gli altri noleggio di automezzi a carico laterale, acquisto gasolio, auto compattatori. Per nessuno di questi è mai indicato il nome della ditta fornitrice. E, dulcis in fundo, oltre 600 euro, per un cellulare Iphone 8, da 64 GB, di ultima generazione per il presidente Demetrio De Stefano”.

“Quei 639 euro forse potevano essere spesi in modo migliore.Magari per rifare le divise dei lavoratori di Abc  o sistemare gli spogliatoi devastati dal degrado e dalla noncuranza in cui sono costretti a vivere. Altra cosa che non si comprende è come si possano spendere 12.500 euro per il noleggio di due fotocopiatrici sempre senza che sia dato sapere chi si è aggiudicato il servizio di fornitura. E sono solo esempi. Viene da domandarsi dove sia finita la trasparenza di cui Coletta e la sua maggioranza hanno fatto bandiera Da questi documenti, infatti, risultano solo sommarietà e totale mancanza di controllo considerato che nessuno sembra saperne nulla”.

“Coletta e l’azienda speciale ci dicano che fine hanno fatto questi documenti. Perché sono scomparsi dal sito. Perché i numeri che non ha inventato Alessandro Calvi parlano di oltre 2milioni di euro e al direttore generale Ascoli ne risulterebbero solo 400mila. Se c’è qualcosa di sbagliato è ancora peggio perché qualcuno non ha reso chiare e trasparenti le procedure”.

“Se qualcuno sta mentendo – concludeva Calvi – se ne deve assumere la responsabilità e si deve dimettere. Non intendo soprassedere su quanto accaduto. Voglio risposte chiare ed immediate o mi rivolgerò alla Procura della Repubblica. Quei soldi sono dei cittadini non ad uso e consumo di qualcuno. Rischiamo di trovarci di fronte, per citare la collega Isotton, alla torta di Babele di Abc”.

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