CONSERVATORIO CORRADINI DI SEZZE: UNA STORIA DI DISPUTE CHE DURA DALL’UNITÀ D’ITALIA

Una vecchia cartolina che ritrae Via Giacomo Matteotti dove ha sede il Conservatorio Corradini (fonte www.sezzeromano.it)

Il 17 agosto nella Concattedrale di Santa Maria si è celebrato il ritorno al Conservatorio Corradini, dopo più di 90 anni, delle suore Collegine della Sacra Famiglia in sostituzione delle sorelle del Bambin Gesù. Alla cerimonia presieduta dal Vescovo della Diocesi di Latina, Terracina, Sezze e Priverno Mariano Crociata erano presenti l’assessore affari generali e servizi alla persona Andrea Campoli, il Presidente del Conservatorio Ernesto Carlo Di Pastina e i membri del Consiglio di Amministrazione.

VOCI E MALDICENZE

L’avvicendamento è stato anticipato da polemiche sui social riprese in più di un’occasione da articoli sui quotidiani cartacei e online. Secondo alcuni utenti setini le appartenenti alla congregazione femminile sarebbero state costrette a lasciare Sezze perché le Istituzioni laiche del Conservatorio, se non addirittura singoli rappresentanti dell’Istituto, avrebbero reso la vita impossibile alle povere religiose

L’INTERVENTO DI MATTEI

Il 13 agosto scorso il nuovo membro del CdA del Corradini, Vincenzo Mattei,  è stato costretto addirittura ad intervenire per sedare rumors e maldicenze sulle pagine di “La notizia condivisa” scrivendo l’articolo Nessuno ha cacciato da Sezze le suore del Bambin GesùI riferimenti storico-legali menzionati dal docente setino, tutti ineccepibili, erano funzionali ad eradicare ogni teoria complottistica, ma esigenze di sintesi lo hanno indotto ad omettere una serie di fatti avvenuti sin dalla nascita dello Stato italiano. Una serie di avvenimenti che però danno la misura dell’alta tensione tra Istituzioni laiche da una parte ed ecclesiastiche dall’altra da un secolo e mezzo a questa parte. 

LE ORIGINI

Tutto ha inizio il 17 novembre 1716 quando il signor Bartolomeo Rota di Bergamo, proprietario di un terreno a Sezze Scalo di 5380 metri quadri, fa testamento istituendo suo erede universale il “Venerabile Conservatorio del Bambino Gesù”, da erigersi a Sezze, e nominando suo fondatore il Cardinale setino Pietro Marcellino Corradini. Corradini, in quel momento storico, è un apprezzato giureconsulto all’interno della Curia romana, spesso interpellato dai Pontefici per dirimere controversie con le Grandi Potenze d’Europa.

Il cardinale Pietro Marcellino Corradini (Sezze 1658- Roma 1743)

CORRADINI A UN PASSO DAL SOGLIO DI PIETRO

Anni dopo sfiorerà il soglio pontificio almeno in un paio di occasioni: nel 1730 sarà l’ostilità austriaca, a causa di un’abile consulenza del Cardinale risalente agli anni precedenti risolutiva in una disputa a vantaggio di Roma e ai danni degli Asburgo, a far venire meno l’elezione in Conclave del setino. Nel 1740 sarà lo stesso giurista a rifiutare le offerte dei suoi pari per ragioni di età (aveva 82 anni).

COSTITUZIONE DELLE CONVITTRICI

Tornando alle questioni “sezzesi”, nel 1717 Rota muore e Corradini, come da impegno assunto, fonda il Conservatorio. Nello stesso anno celebra le vestizioni di 18 giovani. Il convitto ha chiaramente una regola da seguire, la “Costituzione delle Convittrici della Sacra Famiglia dell’Istituto della Città di Sezze”, o più semplicemente “Tavole di Fondazione”.

DA SEZZE ALLE COLLEGINE DI SICILIA

Il modello dell’Istituto della Sacra Famiglia si diffonde presto anche in Sicilia dove, per impulso del sacerdote siciliano Stefano Compagnone, vengono aperti numerosi altri collegi (Collegi di S.Maria). Il fine principale di questi conservatori, a Sezze come in Sicilia, è quello di offrire un’istruzione spirituale, morale e pratica alle ragazze provenienti da famiglie non abbienti. 

IL PATRIMONIO SI AMPLIA

Si arriva al 1741 quando il Cardinale dispone a sua volta con testamento di lasciare tutti i suoi beni all’Istituto, nominato erede universale. Nel 1743 Corradini muore e le Suore si trovano ad amministrare direttamente un patrimonio considerevole, che si amplierà ulteriormente negli anni successivi grazie agli atti di costituzione di dote delle stesse religiose e ai lasciti di privati cittadini. Poteri di vigilanza vengono tuttavia attribuiti al Cardinale protettore della Congregazione di S.Ivo di Roma.

SECOLARIZZAZIONE E LEGGE CASATI

Con l’Unità d’Italia e la fine del potere del Papa lo Stato non riconosce personalità giuridica alle congregazioni religiose, ai ritiri e ai conservatori. I beni dell’Istituto della Sacra Famiglia vengono assegnati all’Amministrazione del Demanio con il Regio Decreto dell’8 giugno del 1874 (“Legge Casati”). Tutti i processi di secolarizzazione consistono in un autentico atto di esproprio ed è in quest’atto che dobbiamo ricercare l’origine di tutte le tensioni tra le congregazioni che si sono succedute e le autorità statali.

IN LITE CON IL DEMANIO

Le istituzioni ecclesiastiche non ci stanno e nel 1879 il Cardinale protettore di S.Ivo cita in giudizio il Demanio dello Stato innanzi al Tribunale di Velletri (Latina sarebbe stata fondata nel 1932). Secondo le argomentazioni del protettore le finalità educative e sociali dell’Istituto della Sacra Famiglia non fanno ricadere quest’ultimo nelle disposizioni della Legge Casati. Le suore vincono in tribunale nel 1881 e rientrano in possesso dei beni, per poco però. Nel 1883 il Regio Decreto 1514 pone i Conservatori e i Convitti femminili con finalità educative, come il Corradini, sotto il Ministero della Pubblica Istruzione.

CORRADINI SOTTO UNA COMMISSIONE

Voi immaginate un soggetto titolare di diritti che non ha il tempo di far valere le proprie ragioni dinnanzi al potere giudiziario e che subito dopo si trova nuovamente a subire un esproprio da parte dell’esecutivo e del legislativo. La nuova denominazione dell’Istituto diviene Regio Conservatorio Corradini in Sezze. L’amministrazione dei beni viene definitivamente tolta alle Suore, che ancora si chiamano Convittrici della Sacra Famiglia, e viene posta sotto una Commissione. La Commissione ha poteri dispostivi non solo sul patrimonio, ma sulle stesse religiose.

LA CONGREGAZIONE ANCORA SCONFITTA

Le monache decidono nel 1904 di adire le vie legali un’altra volta innanzi al Tribunale di Roma. Roma si dichiara incompetente territorialmente e le convittrici ricorrono a Velletri: la sentenza è favorevole! Il Regio Decreto del ’74 viene dichiarato nullo nei confronti dei ricorrenti, con conseguente loro reimmissione nel libero possesso e nella piena amministrazione di tutti beni. Il Ministero della Pubblica Istruzione impugna la sentenza e la Corte di Appello nel 1909 revoca il dispositivo di I grado. In Cassazione viene poi confermata la sentenza d’Appello. 

L’AVVICINAMENTO DELLE DUE COMUNITÀ

Tra gli anni ’10 e gli anni ’20 la crisi delle vocazioni, evidentemente già allora esistente, induce la Superiora del tempo Suor Maria Giustina Tufo a recarsi molto spesso a Roma. Nella Capitale in assenza di una Casa del proprio Ordine, viene ospitata presso il Monastero del Bambin Gesù di Roma. Da allora le due comunità, che non avevano mai avuto rapporti prima, iniziano a ipotizzare un’Unione tra congregazioni. La Tufo presenta una regolare domanda alla Sacra Congregazione dei Religiosi per l’Unione dell’Istituto di Sezze con quello di Roma. L’Unione viene accettata e disposta con decreto emesso il 4 febbraio 1926 dalla stessa S.Congregazione.

Suore oblate Bambino Gesù (www.suorebambinogesu.it)

DA ROMA A SEZZE NEL ’26

A questo punto le Suore del Bambin Gesù possono venire a Sezze a rimpiazzare le ormai stanche Suore convittrici, che evidentemente non dispongono più di “forze fresche da mettere in campo” (si permetta la metafora calcistica). Non si pensi poi che sotto il fascismo le cose per le neo-subentrate sorelle del Bambin Gesù vadano meglio. L’R.D. n. 2392 del 1929 riordina i conservatori attribuendogli personalità giuridica e carattere laicale. Un Consiglio d’amministrazione istituito con decreto reale delibererà uno statuto che dovrà essere approvato con un altro decreto reale. Il conservatorio trarrà i mezzi necessari per le proprie finalità di istruzione dalle rendite del patrimonio, dalle rette e dalle tasse.

ISTITUTO D’ISTRUZIONE DI NATURA PUBBLICISTICA

L’amministrazione verrà inoltre sottoposta in ogni suo aspetto ai controlli dell’autorità governativa. Il personale di ruolo verrà assunto tramite pubblico concorso e il personale direttivo, educativo ed amministrativo sarà sottoposto alle norme degli impiegati civili dello Stato. Il personale docente verrà sottoposto alle norme dei presidi e dei professori degli istituti medi pubblici. Insomma il Corradini diviene un istituto di istruzione di natura pubblicistica a tutti gli effetti e il patrimonio ricomprende anche il famoso terreno di Sezze Scalo del Rota.

SUORE IN RAPPORTO DI PUBBLICO IMPIEGO

Indipendentemente dall’esistenza della Congregazione religiosa l’istituto opera nel quadro dell’ordinamento statale. Le monache, appartenenti tutte ad una stessa congregazione, svolgono attività amministrative e di insegnamento, ma lo fanno in un rapporto di pubblico impiego. La comunità religiosa collabora al funzionamento dell’Ente, ma l’esistenza del Corradini e la sua natura giuridica prescindono dalle suore.

L’ULTIMA CONTROVERSIA

Le controversie tra la congregazione e lo Stato italiano non sono finite qui. Come ha già riportato da Vincenzo Mattei, negli anni ’90  le suore del Bambin Gesù rivendicano il patrimonio dell’Istituto in nome di una sorta di usucapione appellandosi al giudice. Il Ministero della Pubblica Istruzione si oppone in diversi gradi di giudizio e ottiene la conferma delle sue ragioni nel 2014 in Cassazione. Errori di trascrizione della sentenza hanno in ultimo trascinato la questione fino allo scorso anno.

L’ADDIO DELLE SUORE DEL BAMBIN GESÙ

Sempre secondo Mattei, l‘anno scorso la Superiora generale del Bambin Gesù, prendendo atto della sentenza della Cassazione, e constatata l’impossibilita di continuare la rivendicazione della proprietà dell’Istituto, decide di andar via. C’è poi chi sostiene che ragioni anagrafiche abbiano indotto le suore a lasciare il proprio incarico. Chi ancora suggerisce che, vivendo le oblate rispetto ai beni del Corradini come affittuarie, avrebbero dovuto le stesse versare allo Stato un regolare canone senza averlo mai fatto. Non potendo le religiose saldare il debito decennale, il Dicastero di Trastevere avrebbe lasciato intendere alla Congregazione quanto fosse opportuno che questa cedesse il testimone. Siamo però nel campo delle ipotesi e solo chi è all’interno del MIUR o del convitto può darci delle risposte. Di fatto partono le oblate del Bambin Gesù e arrivano le Collegine, quelle dei Collegi siciliani di Santa Maria discendenti dall’Istituto della Sacra Famiglia.

RICOGNIZIONE DEL PATRIMONIO

Che poi esista un problema di inventario del patrimonio del Corradini, come ebbero a dire nel 2013 Luigi Gioacchini e Lanfranco Coluzzi del Movimento di Libera Iniziativa Sociale, questo è verissimo. Nessuno sa, o in pochi sanno, quali siano esattamente i beni del Conservatorio e quali possano essere i beni personali delle suore che si sono succedute negli anni. Donazioni da parte di fedeli, successioni ed eredità durante il corso di 3 secoli rendono tutto altamente complicato.

STATO E CHIESA

Ciò che è fondamentale comprendere è la storica conflittualità tra i due attori in causa (Stato e Chiesa), che prescinde dalla personalità della madre superiora di un dato momento, da quella del Presidente del Conservatorio di turno o dagli orientamenti dei singoli membri del CdA. È fuor di dubbio che le sorelle abbiano sempre trattato con amore i bambini che andavano a studiare alla scuola materna ed elementare e che da quest’ultimi, e dai rispettivi genitori, siano state ricambiate con altrettanto affetto. È assodato che le Suore del Bambin Gesù abbiano rappresentato un pezzo importante della storia del XX secolo di Sezze, ma questa è un’altra questione.

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