Coronavirus-Covid-19, l’Assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato risponde al Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana sul tema infuocato della Residenze sanitarie assistenziali che contano in Italia più di 7mila morti dall’inizio della pandemia
Una delibera simile a quella della Lombardia sulle Rsa “era stata presa dal Lazio. Ma al governatore del Lazio non è stato fatto alcun tipo di contestazione”. Così il presidente della Regione, Attilio Fontana, sottolineando come ci sarebbe “un attacco nei miei confronti in quanto rappresentante di una certa parte politica”.
Non si è fatta attendere la risposta di D’Amato, responsabile per la Sanità regionale. E volano gli stracci in un’assurda lotta dei numeri durante la tragedia delle Rsa, tra anziani morti, parenti che denunciano e Procure di mezza Italia che indagano.
“Fontana non si permetta di mistificare, nel Lazio si sono create RSA esclusivamente COVID per pazienti positivi che secondo le indicazioni cliniche non necessitano di ricovero ospedaliero. Lunedì ne apriremo una interamente pubblica a Genzano di Roma. Capisco le enormi difficoltà di Fontana, ma dire che la Lombardia è come il Lazio è una mistificazione. Con un tasso di letalità 3 volte superiore e un numero di decessi nelle RSA 18 volte superiore, secondo i dati dell’ISS, credo che Fontana abbia tanto altro da fare che parlare del Lazio a Radio Padania. Dispiace poiché noi abbiamo sempre aiutato ospitando pazienti di Milano, di Brescia, di Bergamo in un grande spirito di unità e oggi prendendoci, su richiesta della Protezione Civile Nazionale, anche i tamponi dalla Valle D’Aosta, lo abbiamo fatto e lo faremo ancora se serve ad aiutare chi è più in difficoltà. Ricordo inoltre che il maggior numero di volontari medici andati nelle regioni del nord proviene proprio dal Lazio. Capisco la polemica politica, ma guai a smarrire la riconoscenza per il lavoro svolto”.