La minoranza consigliare a Cori torna a chiedere le dimissione della Presidente del Consiglio Annamaria Tebaldi
I consiglieri d’opposizione, a Cori, presentano una mozione di revoca della carica di Presidente del Consiglio e ritiro delle deleghe alla consigliera Annamaria Tebaldi.
Due le problematiche sollevate dalla minoranza: la violazione degli obblighi istituzionali, avendo ripetutamente intaccato il corretto funzionamento del Consiglio Comunale, con la sua mancanza di equidistanza e con l’espressione di giudizi politici; il coinvolgimento nel procedimento di abusivismo edilizio gravante sulla casa di famiglia della Presidente del Consiglio Comunale, di proprietà del marito.
L’ultima missiva inviata di Tebaldi in qualità di Presidente del Consiglio al Consigliere Evaristo Silvi lo accusava di “inadeguatezza”, ”mancanza di rispetto dei regolamenti, delle istituzioni, dei ruoli” per non aver partecipato alla Conferenza dei Capigruppo indetta per il giorno 22 luglio.
“A tale proposito evidenziano che la convocazione della Conferenza dei Capigruppo è stata convocata con Prot del 22-07-2025 con meno di 24 ore di anticipo.
Nell’ottica del corretto funzionamento dell’organo, al Presidente del Consiglio Comunale l’ordinamento giuridico demanda la valorizzazione dell’effettiva partecipazione dei consiglieri, pertanto le convocazioni debbono essere fatte con congruo anticipo rispetto alla data prevista per le adunanze di qualsivoglia natura.
Pertanto è l’attuale Presidente del Consiglio Comunale che ha svilito il valore istituzionale della Conferenza dei Capigruppo, mancando di rispettare questo principio basilare.
Tra l’altro, lo svilimento del ruolo dei Consiglieri e dei Capigruppo, è stato sistematicamente adottato nel corso delle sindacature di De Lillis e soprattutto sotto la Presidenza del Consiglio affidata alla Tebaldi.
La condivisione dei temi da porre all’ordine dei Consigli Comunali, l’ascolto delle istanze delle minoranze sono diventate una “drammatica farsa” come è stato palesemente dichiarato durante il Consiglio Comunale del 30 maggio 2023, quando, in merito al mancato accoglimento della legittima richiesta di convocazione di un Consiglio straordinario, regolarmente sottoscritta da un quinto dei consiglieri, il Sindaco Lillis ha testualmente affermato, con toni a dir poco, aggressivi: “finché io sono sindaco, in Consiglio Comunale ci porto quello che diciamo noi”.
E, cosa ancora più grave, in quell’occasione, l’attuale Presidente del Consiglio non ha opposto nessuna censura alle gravissime affermazioni del sindaco, confermando la mancanza di terzietà e la violazioni dei suoi doveri istituzionali“.
“Parimenti gravi le affermazioni conclusive della Nota Prot. 14514 del 23-07-2025, quando l’attuale Presidente del Consiglio afferma: “Ancora una volta la minoranza (o chi per lei) non arriva a comprendere che la continua ed affannosa corsa all’ostruzionismo non la porterà molto lontana. Firmato Il Presidente del Consiglio Comunale Annamaria Tebaldi”.
Tali espressioni di critica politica rispetto alle legittime posizioni e all’operato delle Minoranze, sono assolutamente inammissibili da parte del rappresentante istituzionale dell’organo di indirizzo politico-amministrativo, come anche sancito dalla Sentenza di Consiglio di Stato, Sez. V, 26 novembre 2013, n. 5605. Nel corso di questi anni, l’attuale Presidente del Consiglio ha ignorato numerose interrogazioni e richieste di relazioni presentate alla discussione del Consiglio Comunale.
Per la questione dell’ospedale di comunità, con l’interrogazione Prot. 1289 del 21-01-2024 furono richieste notizie circa il progetto, i servizi previsti e lo stato della Conferenza dei Servizi. La Presidente del Consiglio non ha mai portato l’interrogazione all’ordine del giorno del Consiglio. E proprio in queste ore, dai social si apprende che verranno (e magari sono già stati) interrotti i servizi ancora presenti nell’ospedale di Comunità. Non solo, sempre sui social, il Sindaco ammette di essere in possesso del progetto PNRR, ma non lo ha mai condiviso con il Consiglio Comunale né con la cittadinanza.
Per la questione della scuola materna di Cori, il 9-06-2025, immediatamente dopo l’ordinanza sindacale di spostamento dei seggi elettorali per gravi problemi strutturali presenti nel plesso scolastico, i Consiglieri di minoranza hanno prodotto un accesso agli atti, senza avere risconto. Successivamente, l’8 luglio, hanno richiesto una relazione urgente sullo stato dei luoghi, ed anche in questo caso non hanno ricevuto riscontro.
Anche questo conferma il disconoscimento da parte della Presidente del Consiglio del ruolo delle minoranze, e il cattivo esercizio del suo ruolo di garante terzo della corretta dialettica tra maggioranza e minoranza”.
Per quanto riguarda l’abusivismo della casa di famiglia, i consiglieri comunali ritengono che “il procedimento per abusivismo edilizio gravante sulla casa di famiglia della Presidente del Consiglio Comunale, influenzi in modo negativo il regolare lavoro degli Uffici, degli Organi di Governo e persino degli Organi deputati alla trasparenza.
Leggi anche:
CORI, MINORANZA CHIEDE DIMISSIONI DI TEBALDI: “NON È IMPARZIALE. COINVOLTA NELL’ABUSO EDILIZIO”
A tale proposito le recenti disposizioni della Magistratura impongono all’Ente azioni precise. Ci riferiamo all’Ordinanza penale di confisca del bene sito in contrada Sant’Angelo 14/A, difronte alla quale l’Amministrazione manifesta una persistente inerzia.
Tanto che il Sindaco, a fronte dell’interpellanza presentata il 29-05-2025, durante il Consiglio Comunale del 03 giugno 2025 rispondeva che: “l’Amministrazione non si sarebbe costituita tardivamente nel giudizio amministrativo, come avvenuto già per altre Ordinanze di demolizione”.
Un’affermazione di grave impatto, che, per proteggere interessi particolari, legittima comportamenti illegali diffusi.
Anche l’accesso agli Atti del 5 maggio 2025, presentato dai Consiglieri di minoranza sulla Ordinanza Istruttoria n. 168/2025 emessa dal TAR Latina e pubblicata in data 07/03/2025, finora è stato negato.
Sempre durante il Consiglio Comunale del 03 giugno 2025, il Sindaco rispondevache “avrebbe consentito di accedere agli Atti del procedimento amministrativo, più volte richiesto dai Consiglieri, solo se ritenuto possibile!”
Tutto ciò induce a ritenere che la compromissione dell’attuale Presidente del Consiglio in procedimenti penali e amministrativi, influenzi la doverosa attività degli Uffici che dovrebbe essere improntata alla trasparenza ed alla legalità, non solo sulle questioni che interessano direttamente l’attuale Presidente, ma l’intera comunità, avvallando comportamenti non rispondenti ai dettati normativi.
Ritengono, inoltre, che la posizione dell’attuale Presidente del Consiglio comprometta anche l’immagine dell’Ente Comunale mettendone in discussione la reputazione e la credibilità, con grave nocumento per la collettività. Le esternazioni contenenti giudizi negativi all’indirizzo della minoranza consiliare, la mancata accoglienza delle legittime istanze delle minoranze, la difesa di interessi personalistici, rappresentano un vero e proprio affossamento della dialettica democratica, e l’affermazione della peggiore democratura“.