CORI, FRANE NELL’OPERA DA 4,5 MILIONI. L’ALTRA CITTÀ: “I CONTROLLATI NON POSSONO ESSERE CONTROLLORI”

Continua lo scontro sui lavori per la frana, “L’Altra Città”: “La minoranza procede con gli esposti: i controllati non possono essere controllori”

Dopo l’esito del consiglio comunale straordinario richiesto dalla minoranza, il gruppo de L’Altra Città ha proceduto con gli esposti.

Infatti, durante il consiglio, – spiega una nota de “L’Altra Città” – i tecnici hanno ammesso tutte le irregolarità del progetto per la messa in sicurezza di un’area a ridosso della cinta urbana e del più importante fosso che fiancheggia il paese di Cori.

Sono emerse: la mancanza dei collaudi al momento dell’apertura al pubblico della passeggiata; la mancanza di autorizzazioni per la passeggiata stessa che doveva restare una strada di cantiere; la mancata realizzazione del sistema fognario che era previsto in progetto.

“La nostra proposta in consiglio – precisa Evaristo Silvi, capogruppo di minoranza – era quella di affidare i controlli a organismi super partes. Ma non è stata accettata. Credo che sia evidente a tutti che non si possono affidare i controlli a chi ha ammesso tutte queste irregolarità e, comunque, i controllori non possono essere gli stessi controllati. Quindi, per senso di responsabilità verso la cittadinanza, sia per la sicurezza sia per come sono stati spesi i soldi pubblici, abbiamo deciso di procedere con gli esposti”.

“Respingo con forza le accuse di opportunismo politico avanzate all’opposizione da parte del sindaco De Lillis, – continua Silvi – secondo il quale: “abbiamo alimentato la polemica”. L’opposizione ha solo cominciato a fare chiarezza. Tanto che né in consiglio comunale, né sulla stampa, il sindaco ha mai smentito le irregolarità nei lavori”.

Tra l’altro, dalle ammissioni dell’ing. Luca Cerbara, Responsabile dei lavori pubblici del comune di Cori e Responsabile Unico del progetto, sono emerse serie responsabilità politiche del sindaco e della giunta comunale che avrebbero approvato una variante sostanziale di progetto con la quale si è deciso di non realizzare il sistema fognario e di realizzare comunque gli interventi strutturali su un’area dove sotto sversano fogne non canalizzate.

“Non abbiamo le competenze per valutare questa scelta, ma chiunque sa che per ridurre il rischio idrogeologico, come prevedeva il progetto finanziato dalla Regione Lazio, bisogna innanzitutto regimentare le acque. Tutte queste importanti e gravi ammissioni sono emerse nel consiglio comunale, l’organo principale di informazione e trasparenza e quindi ora tutti i nostri concittadini, e non solo, sono a conoscenza dei fatti”.

L’amministrazione, attraverso le affermazioni, uscite sempre sulla stampa, dell’assessore ai Lavori pubblici, Ennio Afilani, , afferma che “gli uffici stanno lavorando per avere un quadro ancora più completo ed esaustivo della situazione e per il ripristino in sicurezza della zona interessata”.

“Purtroppo, non lasceremo che si metta una “toppa”, ma continueremo a chiedere di mettere veramente in sicurezza l’area – ribatte Silvi –. E per far questo, bisognerà attendere verifiche serie su tutta l’area interessata dai lavori, perché ci sono troppe irregolarità”.

“Ci chiediamo – conclude Silvi – come si è chiesto anche un consigliere di maggioranza: un’opera così imponente si può affrontare con tanta “leggerezza”? Non possiamo dare noi una risposta, quindi aspettiamo le risposte che verranno dagli organismi sovracomunali e dalla magistratura”.

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