Associazione Valore Donna scrive al sindaco Celentano: “Al convegno sui padri separati idee medioevali e da patriarcato: perché non invitare associazioni delle donne? Dalla prima sindaca di Latina ci saremmo aspettate maggiore sensibilità”
“Dalla prima sindaca nella storia della città di Latina ci saremmo aspettate maggiore sensibilità, attenzione e solidarietà nei confronti delle donne del capoluogo pontino. Facciamo riferimento, in particolar modo, alla sua ultima partecipazione ad un recente convegno sui padri separati, al quale non solo le associazioni per le donne non sono state invitate – precludendo quindi un dibattito in cui fosse presente anche un contradittorio, e non solo la voce degli uomini –, ma soprattutto dal quale sono fuoriusciti concetti – come testimoniato da chi era presente – assolutamente discriminatori nei confronti dell’altro sesso.
Idee antiquate, medioevali, da patriarcato, basate su pregiudizi e preconcetti alle quali anche lei è sembrata prestare il fianco, nonostante negli ultimi mesi si sia professata il sindaco di tutti e, quindi, anche di noi donne. Perché non partire da un’analisi dati alla mano, discutendo della drammatica situazione davanti a cui ci troviamo? Basti pensare che, tra le 3 milioni 115mila persone separate legalmente o di fatto, divorziate o coniugate dopo un divorzio, secondo gli ultimi dati Istat le donne ricoprono più spesso il ruolo di genitore solo (53,8% contro il 7,3% degli uomini); inoltre, quelle a rischio di povertà sono molte di più (24%) rispetto agli uomini (15,3%) – in particolar modo quelle single (28,7%) e le madri sole (24,9%) – e, infine, a veder peggiorare la propria situazione economica sono sempre le donne (il 50,9% contro il 40,1% degli uomini).
Ebbene, alla luce di questi allarmanti dati – che tra l’altro risalgono all’ultima rilevazione dell’Istat in merito, ovvero al 2009, e che negli ultimi 14 anni sono drasticamente peggiorati –, perché partecipare ad un incontro per padri separati senza chiamare in causa le associazioni per le donne? Perché non allargare il dibattito, dandoci la possibilità di poterci esprimere? Ci saremmo aspettate maggiore tutela e sostegno dal primo sindaco donna della città, cosa che evidentemente, almeno fino ad ora, non è accaduta. I dati dei femminicidi parlano chiaro: secondo il Viminale ci sono state 70 vittime nel 2021, 55 nel 2022, già 43 solamente nei primi sei mesi del 2023. Oltre che vittime, adesso dobbiamo anche essere accusate e marchiate da chi ci aggredisce, ci maltratta e utilizza la violenza? Noi non ci stiamo e chiediamo invece un incontro con la sindaca, al fine di poter aprire un dibattito costruttivo che possa dare vita ad una collaborazione sana per tutto il territorio”.
Lo spiega, in una nota, l’associazione “Valore Donna”.