BATTAGLIA E VELENI PER L’ORDINE A LATINA, I COMMERCIALISTI RICORRONO AL TAR CONTRO IL CONSIGLIO NAZIONALE

Altra puntata nella querelle tra l’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Latina e il Consiglio Nazionale: scatta il ricorso al Tar

Non è finita la stagione dei veleni all’interno dell’Ordine dei Commercialisti di Latina nel quale un consigliere del medesimo ordine ha denunciato una serie di di inadempienze. Da quella denuncia è nata una controffensiva dell’Ordine di Latina stesso che ha chiesto conto di una denuncia che presenta diverse stranezze, in particolare per il fatto che l’Ordine nazionale ha reagito immediatamente inviando una ispezione a Latina.

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Di nuovo, c’è che l’Ordine territoriale di Latina ha presentato in data 3 ottobre un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio – sezione staccata di Latina contro il Consiglio Nazionale, che ha negato l’accesso ai documenti richiesti dall’Ordine di Latina con istanze del 30 luglio 2024, 13 agosto 2024, 9 settembre 2024 e 10 settembre 2024. Il ricorso, presentato dall’avvocato Fabio Raponi, è anche nei confronti di due consiglieri dell’Ordine di Latina, uno dei quali è il promotore della denuncia.

Tuttavia, data la complessità della situazione, è opportuno fare un breve riepilogo.

A seguito dell’esposto di un consigliere (il Consiglio dell’Ordine di Latina è composto da 11 membri), che lamentava irregolarità e l’impossibilità di svolgere le proprie funzioni, il Consiglio Nazionale ha deliberato in data 24 luglio 2024 un’ispezione nei confronti dell’Ordine di Latina, ispezione iniziata il 26 luglio.

Successivamente, l’Ordine di Latina metteva in atto una serie di azioni, e precisamente: in data 6 agosto 2024 presentazione di un esposto al Ministero della Giustizia, affinché valuti la regolarità dell’attività ispettiva posta in essere dal Consiglio Nazionale; in data 30 settembre 2024 presentazione al Consiglio Nazionale delle proprie note esplicative e difensive in un documento di 18 pagine corredato da n. 44 allegati, in cui si confutano le doglianze contenute nell’esposto da cui ha origine l’ispezione; in data 3 ottobre, come detto, presentazione ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, sezione staccata di Latina, contro il Consiglio Nazionale, che ha negato l’accesso ai documenti richiesti dall’Ordine di Latina con istanze del 30 luglio 2024, 13 agosto 2024, 9 settembre 2024 e 10 settembre 2024, documenti ritenuti necessari ai fini della presentazione delle proprie note esplicative e difensive.

Senza entrare nel merito della controversia, e quindi dei fatti contestati dal consigliere che ha presentato l’esposto e delle relative repliche dell’Ordine territoriale di Latina, vale sicuramente la pena evidenziare alcune particolarità che caratterizzano la vicenda.

  1. L’esposto presentato dal consigliere non risulta firmato.   

Invero, l’unica firma (a penna e non digitale) è apposta sulla lettera di trasmissione dell’esposto, ma non sull’esposto stesso di complessive 25 pagine, caratterizzato da una stranissima numerazione: da pagina 1 a pagina 16, da pagina 1 a pagina 6, da pagina 1 a pagina 3. 

  1. L’esposto presentato dal consigliere non contiene alcun allegato.

Tenuto conto della delicatezza della vicenda e delle numerose doglianze formulate dal consigliere, appare quantomeno inconsueto che l’esponente si sia limitato a proporre una propria personale narrazione, senza ravvisare l’opportunità, se non addirittura la necessità, di produrre idonea documentazione a supporto delle proprie affermazioni. 

  1. L’esposto sarebbe stato consegnato brevi manu direttamente al Presidente del Consiglio Nazionale

Nell’era del digitale e della posta elettronica certificata appare stravagante la circostanza di recarsi a Roma per procedere ad una consegna brevi manu, a quanto pare direttamente al Presidente del Consiglio Nazionale, dell’esposto, così come sarebbe stato riferito dalle ispettrici nella giornata di inizio dell’ispezione. Tra l’altro la dichiarata consegna brevi manu non risulta in alcun modo documentata.

  1. Convocazione del Consiglio Nazionale, con secondo punto all’ordine del giorno l’ispezione, in data antecedente alla protocollazione dell’esposto.   

L’avviso di convocazione con all’ordine del giorno “verifica ispettiva Ordine locale” (non si fa alcun riferimento a Latina) è datato 17 luglio, mentre l’esposto che, secondo quanto avrebbero detto le ispettrici, sarebbe stato consegnato brevi manu al Presidente del Consiglio Nazionale (non si sa in quale data) è in realtà protocollato ufficialmente in data 18 luglio. Quindi, riepilogando: stando ai documenti il Presidente del Consiglio Nazionale ha posto all’ordine dl giorno un atto non ancora protocollato ufficialmente.

  1. Tempistica della comunicazione all’Ordine di Latina della decisione dell’ispezione. 

Il Consiglio Nazionale si riunisce il giorno 24 luglio alle ore 14.30 e termina i lavori alle ore 16.50. L’ispezione è al secondo punto all’ordine del giorno. Ebbene, alle ore 15.07, con il Consiglio ancora in corso, viene inviata dal Consiglio Nazionale una pec all’Ordine di Latina che comunica l’inizio dell’ispezione per il giorno 26 luglio alle ore 11. L’esposto del consigliere, di ben 25 pagine, non poteva essere stato allegato alla convocazione in quanto ancora non protocollato, circostanza questa da cui si potrebbe desumere che i consiglieri ne abbiano potuto prendere visione solo in sede di riunione. La rapidità, che nella fattispecie parrebbe essere anche sinonimo di superficialità, con cui è stata assunta la decisione dell’ispezione, senza nemmeno porsi il problema di chiedere a chi aveva presentato l’esposto di integrarlo con la dovuta documentazione, è l’ennesima particolarità di una vicenda che sembrerebbe opaca.   

Una opacità che merita qualche considerazione.

Il Consiglio dell’Ordine di Latina ha criticato fortemente la riforma dell’ordinamento professionale proposta dal Consiglio Nazionale e, insieme ad altri 22 ordini territoriali, tra cui Milano e Torino, ha firmato un manifesto di opposizione alla riforma. Il Presidente del Consigli Nazionale non ha affatto gradito tale posizione, tanto da manifestare la propria avversione nei confronti di chi avesse partecipato alla riunione sindacale di protesta contro il nuovo ordinamento voluto dal Consiglio Nazionale fissata per il 23 luglio 2024 (il giorno prima della riunione in cui è stata decisa l’ispezione). Ebbene, l’Ordine di Latina ha partecipato alla suddetta intervenendo con il Presidente e una consigliera.  

Una opacità che si inquadra in un contesto più ampio.   

È notizia proprio di questi giorni che la Procura di Brescia, in seguito ad alcuni esposti riguardanti proprio l’attività ispettiva del Consiglio Nazionale esercitata a Bergamo e Brescia, ha iscritto nel registro degli indagati il Presidente del Consiglio Nazionale Elbano De Nuccio, 17 consiglieri nazionali (il Consiglio Nazionale è composto in totale da 21 membri), tre dirigenti del Consiglio Nazionale (proprio quelle che stanno conducendo l’ispezione a Latina) e il Direttore Generale del Ministero della Giustizia. Le ipotesi di reato a vario titolo contestate sono: interruzione di pubblico servizio, rivelazione di segreti d’ufficio, turbativa e falso ideologico.     

La vicenda ha avuto ampia risonanza su alcune testate nazionali. Da segnalare in particolare l’inchiesta condotta da “Il Fatto Quotidiano”, che nel numero uscito in data 28 settembre parla di “ispezioni pilotate e pareri addomesticati”, adombrando anche il rischio commissariamento per il Consiglio Nazionale.

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