CONTENZIOSO ALPINI E COMUNE DI LATINA: LA SEDE RIMANE DELL’ENTE, RIGETTATA LA DOMANDA

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Tribunale di Latina

Contenzioso per il complesso immobiliare tra l’associazione nazionali Alpini di Latina e il Comune del capoluogo. La decisione del Tribunale

Il giudice del Tribunale civile di Latina, Concetta Serino, ha deciso, lo scorso 24 luglio, sul contenzioso sollevato dall’Associazione nazionale Alpini-Sezione di Latina, difesa dall’avvocato Simone Di Leginio, contro il Comune, rappresentato dagli avvocati dell’ente, Alessandra Muccitelli e Alessandra Capozzi.

La causa civile è stata intentata dagli Alpini che chiedevano al Tribunale di accertare la proprietà, per maturato usucapione, del complesso immobiliare che si trova su Strada Monti Lepini, o meglio in Via Bassianese. Gli Alpini chiedevano di dirimere di chi fosse una porzione dell’immobile, di proprietà del Comune, in ragione del possesso da parte dell’associazione da oltre venti anni. Si tratta di parte della sede degli Alpini che si trova in Via Bassianese, a Borgo San Michele.

La porzione contesa è stata ricondotta a due particelle, la prima relativa ad un’area cortilizia di 2290 metri quadrati, la seconda riferita ad un capannone di 1250 mq. Gli immobili sono stati concessi dal Comune di Latina oltre 30 anni fa, nel 1990, tramite apposita delibera di Giunta. 34 anni in cui gli Alpini, secondo quanto da loro stessi rivendicato, hanno agito con interventi di ristrutturazione ed efficientamento in considerazione del degrado dell’immobile stesso, oltreché ad aver pagato le utenze e a provveduto alla manutenzione ordinaria e straordinaria.

Al contrario, il Comune ha ribattuto che gli Alpini non hanno mai acquisito il possesso del bene, senza contare che si tratta di “un bene patrimoniale indisponibile dell’ente e di una porzione di un più esteso compendio immobiliare priva di autonomia giuridica ed individuazione catastale”.

Il giudice Serino ha, alla fine, rigettato la domanda degli Alpini in quanto il compendio immobiliare in uso agli Alpini è stato riqualificato da “bene disponibile” a bene “indisponibile”, come si può evincere nel piano delle valorizzazioni e dismissioni immobiliari approvato nel 2022 dal Comune. Il Tribunale ha ritenuto che gli Alpini non hanno dato prova del possesso utile ai fini dell’usucapione sulla porzione immobiliare.

L’intero complesso immobiliare dei Capannoni ex Sip fu acquistato dal Comune di Latina dalla società Castelli Costruzioni Edilizie nel febbraio 1990 (amministrazione Redi). È nello stesso anno che gli Alpini chiedevano al Comune l’assegnazione del capannone per il ricovero delle attrezzature e degli equipaggiamenti e, più in generale, per lo svolgimento degli scopi istituzionali dell’ente del terzo settore.

Per tale ragione, il Tribunale sostiene che la “concessione in uso” dell’immobile, deliberata dalla giunta comunale, debba essere ricondotta nell’alveo del contratto di comodato, non potendo l’amministrazione far ricorso allo strumento della concessione per i beni disponibili. In poche parole, si tratta di una mera disponibilità/detenzione dell’immobile e non di un possesso. E non è sufficiente aver svolto lavori di risanamento del bene, anche a causa di un evento calamitoso datato 1992, poiché questi sono stati eseguiti con l’intesa del Comune, nonché sulla base di contributi erogati dall’ente di Piazza dle Popolo.

E per quanto riguarda le utenze pagate, il giudice sottolinea che “il comodatario non ha diritto al rimborso delle spese sostenute per servirsi della cosa. Invero, le spese relative alle utenze sono a carico del comodatario”. Inoltre, l’Ente ha corrisposto parzialmente contributi all’associazione in merito ad alcune attività svolte dagli Alpini a favore della collettività, in particolare per soggetti fragili.

Il Tribunale, quindi, rigetta la domanda degli Alpini e li condannata al pagamento delle spese.


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