CONSORZIO DISTRETTO LT4, CUSANI E GROSSI: “ENNESIMO ESEMPIO DI CATTIVA POLITICA”

Tommaso Grossi
Tommaso Grossi

“La nascita del Consorzio del Distretto LT4 è l’ennesima dimostrazione di come la cattiva politica sappia creare strutture apparentemente innovative che, nella realtà, diventano strumenti per mantenere il controllo e il potere. Per dieci anni, il Comune di Fondi (capofila) essenzialmente ha gestito la convenzione del Distretto LT4 portandolo allo stato di emergenza in cui versa oggi. Ora, più o meno con gli stessi protagonisti decretano la nascita di questo nuovo carrozzone, senza assumersi alcuna responsabilità per il fallimento gestionale che hanno contribuito a creare.

Lo stato di assuefazione allo status quo e il torpore intellettuale intorno a questa operazione è lapalissiana. C’è chi non vuole vedere, chi finge di non capire e chi, senza una ragione apparente, torna sui propri passi, smentendo sé stesso e le scelte fatte in passato. Il Consorzio voluto e ordinato dalla regione, rischia di trasformarsi in un organismo inutile, dannoso per i bilanci comunali e privo di reale controllo e di partecipazione dei rappresentanti delle democrazie municipali. Anziché rappresentare un’opportunità per migliorare i servizi socio-sanitari, potrebbe diventare un altro apparato burocratico autoreferenziale, etero diretto, lontano dai bisogni reali di welfare delle comunità.

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Armando Cusani, sindaco di Sperlonga

Uno degli aspetti più critici è la gestione delle risorse economiche. Anziché essere impiegate equamente sul territorio, rischiano di favorire alcuni comuni a scapito di altri. La creazione del Consorzio costruirà un assetto in cui Fondi continuerà a perpetrare un ruolo unico ed egemonico nella distribuzione delle risorse, con gli altri tre comuni in funzione ancillare e l’isolamento di Terracina che diventerà il maggiore contributore finanziario. Questa dinamica non è casuale: è il frutto di un preciso disegno di potere del partito di forza Italia che punta a marginalizzare una città strategica, Terracina e a sottometterla a processi decisionali.

Cui prodest!! Non certo ai cittadini più fragili e bisognosi di servizi sociali efficienti e ben organizzati. Ma il vero esempio di lungimiranza e modernità di pensiero, volendo usare un eufemismo, è però garantito con la clamorosa esclusione dell’obbligo della parità di genere nella governance. In un’epoca in cui l’uguaglianza di genere dovrebbe essere acclarata, il Consorzio LT4 si pone come un’anomalia vergognosa. L’esclusione nella forma giuridica, delle donne dai ruoli decisionali non è un errore, ma una scelta deliberata che certifica il perpetuarsi di logiche arcaiche e patriarcali. È un’offesa non solo per chi crede nella parità sostanziale ma per L intero mondo femminile che merita istituzioni inclusive e moderne.

A peggiorare la situazione, c’è poi la scandalosa decisione di lasciare all’Assemblea Consortile la determinazione delle indennità del Consiglio di Amministrazione. Un vero e proprio assegno in bianco alla politica, che potrà decidere compensi e privilegi senza alcun controllo esterno. E chi pagherà il conto? I comuni consorziati, che ogni anno dovranno destinare risorse dai propri bilanci per finanziare stipendi e indennità, con il rischio di alimentare un carrozzone burocratico inutile e costoso. Un vero e proprio poltronificio. In più, nessuno Comune aderente potrà recedere dal Consorzio prima di tre anni. 

A questa discussione seguirà il momento della divisione degli incarichi. Un momento che non ha nulla di tecnico, ma solo esercizio di potere etero diretto. La meritocrazia e la competenza saranno superate dalle logiche di appartenenza e di convenienza personale. Senza trasparenza e controlli adeguati, il Consorzio non sarà altro che un altro ingranaggio del sistema di un politico locale, incapace di risolvere i problemi, ma bravissimo ad alimentarli.

In un periodo in cui le risorse sono sempre più limitate e la qualità dei servizi peggiora, non possiamo accettare passivamente l’ennesima struttura burocratica inefficace. Serve una presa di coscienza collettiva, che eviti la nascita dell’ennesimo Consorzio come quello famigerato degli Aurunci che tanti debiti ha accumulato negli anni a carico dei bilanci comunali con effetti negativi ancora in corso, ma soprattutto, servono amministratori locali capaci di essere liberi di governare le città rispondendo direttamente ai cittadini che li hanno eletti e protesi autenticamente verso il bene comune.  

Per queste ragioni confermiamo il nostro convinto voto contrario allo statuto proposto nell’ordine del giorno. Infine, chiediamo che la presente dichiarazione venga allegata al verbale e alla deliberazione del Comitato Istituzionale odierna e trasmessa, come parte sostanziale e integrale, ai Consigli Comunali dei Comuni appartenenti al Distretto LT4″.

Così, dichiarano il sindaco di Sperlonga, Armando Cusani, e il sindaco di Campodimele, Tommaso Grossi.

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