In data 4 ottobre scorso si è tenuta una seduta del Consiglio Comunale di Sabaudia. Una seduta convocata su una proposta di deliberazione presentata dai consiglieri di minoranza.
“Senza voler entrare nel merito della stessa, i cui contenuti sono di natura politico-amministrativa, – spiega una nota dei consiglieri comunali di opposizione di Sabaudia – nel corso della discussione il vicesindaco, avente anche delega al personale, ha nel suo intervento rispondendo alle osservazioni dichiarato, allegandola agli atti, di aver “presentato una comunicazione formale via PEC agli uffici competenti, chiedendo conferma sulla presunta pressione esercitata. La risposta del responsabile del settore è stata inequivocabile: “Mai nessuna pressione, abbiamo sempre lavorato nel rispetto della normativa e in piena autonomia” (da Latina TU del 5.10.2024).
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Come si evince dalla proposta di deliberazione e dagli interventi dei consiglieri di minoranza, non si rileva da nessuna parte il fatto di una probabile pressione sugli uffici ma la contestazione relativa al potenziale conflitto di interesse concerne il fatto che la Giunta comunale non si fosse costituita in giudizio al Consiglio di Stato, come fatto dal Parco del Circeo e dalla Regione Lazio nonostante la richiesta degli uffici del comune. Si rappresenta che la sentenza del Tar di Latina, riferita peraltro ad altra società (e non estendibile per analogia alle altre fattispecie come rilevato preliminarmente dal Tar nella sentenza 207/2023) e oggetto di mancata impugnativa, diventava il presupposto giuridico per superare la improcedibilità della richiesta di Scia commerciale, di cui il vicesindaco era presentatore nella qualità di professionista incaricato (vedesi SCIA). Lo stesso vicesindaco che in consiglio comunale sminuiva l’incarico ricevuto relegandolo a semplice servizio postale (ndr.. come se incontrandolo per strada avesse detto .. non preoccuparti vado io al protocollo e gli dico di rispondere, per qualsiasi motivo, oltre a te anche a me… – siamo di fronte ad una farsa)
Come è noto il d.lgs 165/2001 e ss.mm.ii. distingue in maniera puntuale gli ambiti di attribuzione delle competenze dei dirigenti, in generale dell’attività prettamente amministrativa, da quella degli organi politici. Appare quanto inopportuno il comportamento del vicesindaco, assessore al personale, che motu proprio, senza passare per il responsabile del personale dell’ente, si rivolge direttamente agli uffici non per questioni amministrative ma per farsi dire se avesse, nel corso del mandato, fatto mai pressioni alcuna su pratiche che potevano riguardarlo.
Fermo restando che se questo fosse accaduto gli uffici avrebbero dovuto denunciare all’autorità giudiziaria il comportamento in violazione di legge, appare alquanto inconferente il tema atteso che la contestazione sul conflitto di interessi riguarda la mancata deliberazione da parte della Giunta comunale di costituzione in un giudizio per cui gli uffici avevano inviato una proposta alla Giunta. La stessa Giunta che riunita il 29 dicembre 2023, presente il vicesindaco, non provvedeva a deliberare su una costituzione in giudizio verso una sentenza, guarda caso, allegata alla Scia commerciale che pur non riguardante la società richiedente permetteva alla stessa di poter esercitare una attività commerciale oggetto di un giudicato specifico a seguito di dichiarazione di improcedibilità da parte degli uffici.
Appare del tutto evidente che il vicesindaco, titolare di funzioni di direzione politica all’interno dell’ente non poteva né doveva rivolgersi direttamente al capo settore. Se avesse avuto rilievi e/o richieste da formulare dovevano essere inoltrate all’ufficio del Segretario Generale, responsabile dell’anticorruzione. Segnalare la situazione e chiedere di verificare se sussistevano violazioni di legge e di assumere le eventuali conseguenti iniziative. Invece il vicesindaco si è rivolto direttamente all’ufficio, violando le più elementari norme di rispetto della separazione dei poteri. Ponendo l’ufficio in una situazione di soggezione che rende lo stesso riscontro alla nota, per le ragioni indicate, viziato ed inattendibile, tenuto conto del rapporto intercorrente tra titolare della funzione politica e titolare di quella amministrativa, anche se solo ed esclusivamente per la fattispecie indicata, nonché dell’articolo apparso sulla cronaca della Repubblica in data 21 agosto 2024 firmato da Clemente Pistilli.
Tutto questo in spregio a qualsiasi normativa, rilevando una arroganza nei comportamenti di chi ritiene che la cosa pubblica sia una faccenda privata e che non riguarda i cittadini, venendo meno al suo ruolo di assessore al personale.
Alla luce di quanto sopra sarà nostra cura, non appena acquisiti gli atti richiesti, presentare un esposto alle competenti autorità, al Ministro della Funzione Pubblica, all’Anac, al Prefetto ed ai sindacati provinciali rilevando una palese violazione della normativa.
Questo è una ulteriore conferma che il conflitto di interessi è reale e non una sorta di idea che frulla in testa a chi, invece, vuole tutelare il rispetto del principio di buon andamento e trasparenza della pubblica amministrazione.
Così, in una nota, i consiglieri comunali di minoranza Vincenzo Avvisati, Simone Brina, Luigi Di Capua, Maurizio Lucci, Immacolata Iorio, Giancarlo Massimi e Paolo Mellano.