CONDIZIONI INUMANE IN CARCERE: RESPINTO IL RICORSO DI “ROMOLO” DI SILVIO

Giuseppe Romolo Di Silvio, sul trono altissimo descritto anche dai pentiti modello Scarface
Giuseppe Romolo Di Silvio, sul trono altissimo, descritto anche dai pentiti, modello Scarface

Si era lamentato nelle condizioni in cui era ristretto in carcere: respinto il ricorso di Giuseppe Di Silvio detto “Romolo”

Il boss della famiglia dei Di Silvio, di stanza al Gionchetto, Giuseppe Di Silvio detto “Romolo”, che sconta una condanna per omicidio ed è coinvolto in un processo per associazione mafiosa, aveva presentato un ricorso in Cassazione perché riteneva inumane le condizioni del suo soggiorno in carcere. Il ricorso è stato presentato contro un’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza di Roma.

Nel provvedimento verso il quale “Romolo” era ricorso, il Tribunale di Sorveglianza di Roma osservava che la mancanza di acqua calda all’interno del bagno annesso alle camere di pernottamento occupate da Di Silvio durante la detenzione negli istituti di pena indicati nel reclamo (Latina, Roma,
Velletri, Vasto, Civitavecchia, Perugia e Terni), che si è accertato essere da sempre separato da porta, non viola alcun diritto soggettivo del detenuto perché il diritto alla salute, inteso come condizione generale di benessere raggiunto anche con un’adeguata cura dell’igiene personale, è stato ampiamente garantito al ristretto dalla fruizione quotidiana di acqua corrente fredda presenti nei servizi igienici annessi alla cella e di docce calde presenti nei locali comuni.

Inoltre, il Tribunale di Sorveglianza respingeva anche la doglianza relativa alle precarie condizioni igienico-sanitarie della Casa circondariale di Terni, che sul punto, nonostante lo spazio detentivo sia stato tra i tre e i quattro metri quadrati, il reclamo non ha evidenziato alcun elemento istruttorio meritevole di approfondimento, mentre la nota informativa della direzione ben descrive sia le dimensioni della camera detentiva, dotata di un’ampia finestra che ha consentito l’ingresso di aria e luce naturale, sia l’ampia offerta rivolta ai detenuti.

Ora la Cassazione conferma quel provvedimento, respingendo il ricorso di Di Silvio che – motiva la Suprema Corte – “insiste genericamente sulla sussistenza di condizioni detentive inumane per l’assenza di acqua calda nei servizi igienici annessi alle celle, con grosse ripercussioni sull’igiene intima e sul pudore personale”.

Ricorso respinto e “Romolo” condannato anche alle spese.

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