Condannato per aver infranto il codice antimafia, il nipote del fondatore del clan dei Casalesi, Angelo Bardellino, attacca l’ex sindaco di Formia
La sua responsabilità è quella di aver commentato la notizia che della condanna di Angelo Bardellino a 3 anni di reclusione per non aver ottemperato al codice antimafia. Il cinquantenne, infatti, è stato condannato per aver comprato una Toyota Aygo nel 2015, pur essendo, all’epoca, in regime di misura di prevenzione e obbligato, secondo il codice antimafia, a comunicare al nucleo Pef della Guardia di Finanza di Latina ogni acquisto al di sopra dei 10mila euro. Una comunicazione mai resa e che gli ha fruttato la condanna e una multa di 16mila euro. Peraltro, pur prescritto, Bardellino ha subito un altro procedimento penale per aver venduto un immobile.
L’ex sindaco di Formia e attuale consigliere comunale di opposizione, Paola Villa, nell’apprendere la notizia, la commentò sulla sua pagina Facebook. Da tempo, infatti, l’esponenti politica segue e denuncia il malaffare e le famiglie di origine camorrista a Formia. Un atteggiamento che le è costato, subendo a volte ostracismo e indisponendo molti, da più parti.
Già nel 2022, Angelo Bardellino, a mezzo social, attaccò duramente Paola Villa, responsabile, a suo dire, di chiamarlo in ballo per alcune attività che sarebbero a lui riconducibili. Ora, invece, l’attacco di Bardellino verso la politica è per difendersi dalla sua condanna, peraltro non comminata da Villa, ma da un giudice del Tribunale di Latina.
Un lungo post in cui non dà solo della giusitizialista a Paola Villa, ma si allarga in una menzione dei campi di concentramento. “Mi chiedo e le suggerisco di aprire di nuovo i campi di concentramento, anche i tedeschi erano convinti di fare pulizia e scegliere la razza ariana, perché questo è il limite dell’arroganza umana quando si crede di stare sempre nel giusto, ma io non mi paragono assolutamente allo sventurato popolo ebreo, ho infranto il codice antimafia, questa parola, che continuamente la sig.ra Villa usa, speculandoci sopra perché sa che fa molto rumore, la mia colpa è di non aver presentato una comunicazione per un acquisto di una utilitaria, precisando altresì, che mai nessun organo competente mi aveva sottoscritto e comunicato di farlo, persino gli avvocati all’epoca non ne erano a conoscenza, perché tale prescrizione è diventata esecutiva successivamente, e contestata a me 6 anni dopo aver finito di scontare la sorveglia speciale (semplice), e non di stampo mafioso”.
“Potrei aggiungere anche: sorveglianza applicata su chiacchiere e dicerie, ma ero un Bardellino e mi toccava averla, mi chiedo, se avessi saputo di tale prescrizione, perché non presentarla? Vista anche la mia rettitudine nel rispettare in 4 anni la misura restrittiva?”.
Bardellino, che nel 2019 è stato condannato in via definitiva per estorsione in concorso con utilizzo di armi da fuoco, aggiunge che è “inesatto e ingiusto affermare che ero un nullafacente. Mi ero ripromesso di non fare più ulteriori dichiarazioni per evitare speculazioni e polemiche, ma leggendo gli articoli di giornali e le pubblicazioni sui social che puntualmente la signora Villa fa, credo sia anche giusto considerando che viviamo in uno cosiddetto Stato democratico, che io possa far saper anche il mio pensiero. Leggo i commenti dei seguaci della Sig.ra Villa (usando appositamente tale termine) perché sembra una Setta assettata di finto giustizialismo, di persone che neanche mi conoscono personalmente, scrivendo: che finaccia, che finaccia ha fatto Formia, o descrivendomi come un personaggio che non dovrebbe essere difeso da un avvocato con cariche pubbliche, per giunta, che conosco da quanto eravamo ragazzini, che con coraggio e dedizione mi difende, perché la legge lo prevede, sì, la legge, il codice deontologico di un avvocato”.
“Se la Villa si fosse chiamata Bardellino, escludo che i suoi procedimenti giudiziari sarebbero finiti prescritti o assolti, perché si sarebbe usato due pesi e due misure, ma questo è compito dei giuristi senza pregiudizi alcuno, che hanno la responsabilità di applicare la legge, quella sana e imparziale, che io rispetto e apprezzo. Io non giudico la sig.ra Villa, benché i suoi scritti continuamente denigrano la mia persona o il lavoro che faccio, attribuendomi per giunta anche attività che non sono mie, ma comunque sia, non le sta bene neanche se si lavora, se ho attività di musica o di attività di altro genere (come detto più volte, comunicate e tracciate), si vuole ad costo un Bardellino bandito, per avere la possibilità di continuare in questo sciacallaggio mediatico, questa non è giustizia, né democrazia, ma solo tanta mediocrità intellettuale”.
“Pur rispettando sempre la sig.ra Villa, in primis perché è una donna, le lascio la bandiera a mezza asta per la sconfitta della civiltà, lascio a lei l’illusione a ergersi paladina della giustizia”, la convinzione purtroppo è l’arma più pericolosa dell’essere umano e la Storia ce ne da la prova evidente , a me lascio un minimo di determinazione di aver lottato come meglio ho potuto , e quando non ne sarò più in grado mi sentirò sereno di averlo fatto”.