Concorsopoli e “figli di”: la Asl di Latina ha revocato il concorso per 70 posti oggetto d’indagine della Guardia di Finanza di Latina
Lo scandalo emerso a inizio gennaio inerente al concorso per la copertura a tempo indeterminato di 70 posti di Assistente Amministrativo categoria C, indetto in forma aggregata tra ASL di Frosinone, Latina, Viterbo e ASL Roma3, trova un punto di non ritorno.
Nella lista dei partecipanti molti parenti o figli di dipendenti e persino dirigenti dell’Azienda Sanitaria Locale di Latina, oltreché a persone legate al mondo della politica e persino figli di politici e politici stessi. Inoltre, molti dei candidati, che hanno parenti che lavorano nell’Uoc Reclutamento, che prendono il massimo del punteggio alla prova scritta propedeutica alla prova pratica.
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La Guardia di Finanza che interviene e dopo tre mesi le dimissioni del Direttore Amministrativo Claudio Rainone che aveva presieduto la commissione del concorso dei “figli di”.
Insomma, forte è stato il rumore di un concorso che è finito, peraltro, in un più complesso cortocircuito che ha coinvolto altre prove nel Lazio che hanno iniziato a far drizzare le antenne anche alla politica e alla magistratura romana. Una serie di concorsi – come ad esempio quello di Allumiere – che è stato conseguenza delle dimissioni di un Presidente del Consiglio Regionale.
Ora, la Asl di Latina arriva dove un po’ tutti gli organi competenti le avevano consigliato: revocare il concorso. E così è stato. Di oggi, infatti, la delibera con cui la Direttrice Generale Silvia Cavalli ha firmato la revoca con tanto di richiesta di riedizione della procedura concorsuale già accordata dalla Regione due giorni fa: 27 aprile.
Nelle motivazioni della revoca decisa dalla Direttrice Cavalli l’acquisizione della documentazione del concorso da parte del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza nella giornata del 19 gennaio e gli articoli giornalistici (tra cui Latina Tu che dà notizia il 14 gennaio) che hanno dato conto della presenza di numerosi “figli di” e di alcuni punteggi sospetti conseguiti nella prova scritta.
Pesa, al fine della decisione dell’Asl di Latina, anche la nota del 10 febbraio con cui il Direttore della Direzione Salute e Integrazione Sociosanitaria della Regione Lazio rappresenta alla ASL “di fornire una puntuale relazione, di sospendere il concorso fino a successiva diversa determinazione regionale, fermo ogni diverso provvedimento di autoannullamento da parte dell’Azienda ritenuto opportuno in esito a valutazione interna“.
Il 20 aprile scorso, l’istruttoria sul concorso redatta dalla Direttrice Cavalli viene inviata alla Direzione Salute e Integrazione Sociosanitaria, dopodiché viene ritenuta “una situazione di conflitto di interessi per la presenza presso la sede del concorso il giorno dell’espletamento della prova scritta, di dipendenti della ASL in rapporti di parentela con alcuni candidati“.
Un conflitto di interessi che ha comportato “una violazione degli immanenti principi di imparzialità, trasparenza e par condicio al cui rispetto l’amministrazione è tenuta“.
Parole come pietre che cadono su un concorso che non poteva passare sotto traccia soprattutto nel momento in cui la sanità combatte contro la pandemia. A tutto c’è un limite.