CONCORSO REVOCATO DA ASL DI LATINA: CONSIGLIO DI STATO RESPINGE RICORSO DEI PARTECIPANTI

Palazzo Spada, sede del Consiglio di Stato
Palazzo Spada, sede del Consiglio di Stato

Revoca concorso assistenti amministrativi da 70 posti: ordinanze del Consiglio di Stato danno ragione all’Asl di Latina

La Direzione Generale – in una nota – prende atto con soddisfazione che il Consiglio di Stato, con le ordinanze pubblicate in data odierna, ha confermato le decisioni del Tar del Lazio sezione di Latina ribadendo la correttezza e legittimità dell’operato della ASL che ha revocato il concorso per assistenti amministrativi prima dell’adozione dei provvedimenti cautelari penali.

Con la revoca del concorso – conclude la nota dell’Asl – sono stati tutelati i principi costituzionali di parità tra concorrenti e trasparenza che regolano l’accesso agli impieghi della Pubblica amministrazione e l’indizione di un nuovo concorso consentirà il ripristino dell’equilibrio tra i candidati.

Si conclude così il braccio di ferro tra Azienda sanitaria locale di Latina e i ricorrenti che avevano partecipato al concorso per  70 posti di assistente amministrativo-categoria C, indetto in forma aggregata tra Asl di Frosinone, Latina, Viterbo e Roma 3, ricorsero al Tribunale amministrativo. Come noto, questo concorso, insieme a quello affine da 23 posti, è finito in un’ampia indagine di Squadra Mobile e Guardia di Finanza di Latina che ha portato agli arresti di Dirigente e Funzionario dell’azienda sanitaria Claudio Rainone e Mario Graziano Esposito in un primo momento, e dell’ex Segretario provinciale ed ex Senatore del Partito Democratico Claudio Moscardelli lo scorso 1 luglio. Uno scandalo di portata rilevante che ha scoperchiato dinamiche di favoritismi e, secondo la Procura, un patto corruttivo volto a posizionare i raccomandati nei posti migliori e l’ex Direttore Uoc Reclutamento Rainone nell’incarico inseguito di Direttore Amministrativo dell’Asl.

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Per inciso, il processo per tutti e tre inizierà il prossimo 21 ottobre 2021 presso il Tribunale di Latina. E al contempo la difesa di Claudio Rainone e Claudio Moscardelli ha presentato ricorso contro l’ordinanza cautelare che il 1 luglio scorso ha posto entrambi agli arresti domiciliari. I reati contestati sono quelli di rivelazione di segreto d’ufficio e corruzione.

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A marzo, 14 candidati del concorso per  70 posti di assistente amministrativo-categoria C, indetto in forma aggregata tra Asl di Frosinone, Latina, Viterbo e Roma 3, ricorsero al Tribunale amministrativo per ottenere la sospensione dell’atto che approvava la graduatorie della prova scritta. Secondo i candidati, assistiti dall’avvocato Antonio Nobili, il concorso, per quanto riguardava lo scritto, non sarebbe stato legittimo in ordine alle domande della prova e al regolare svolgimento di essa poiché, a detta dei suddetti candidati, non sarebbe stato salvato l’anonimato. Il Tar respinse.

L’Asl resistette nel ricorso dei 14 partecipanti, mentre a fine aprile la nuova Dirigente Generale Silvia Cavalli ritirò lo stesso concorso revocandolo, dopo che già da gennaio la prova era stata ampiamente raccontata su siti e giornali come il concorso dei “figli di” tra candidati legati da parentela a dipendenti Asl e esponenti politici, soprattutto di area Partito Democratico.

Successivamente lo stesso Tar del Lazio sezione Latina respinse il ricorso di ulteriori 50 partecipanti del concorso da 70 posti indetto dall’Asl, difesa dagli avvocati Vincenza Di Martino e Antonio Cordasco.
Questi partecipanti, difesi dagli avvocati Antonino Galletti e Antonio Domenico Rizzello, hanno sempre portato in essere la tesi difensiva di non aver avuto nulla a che vedere con i suggerimenti del Presidente della Commissione giudicatrice del concorso Rainone e, per tale ragione, chiedevano che la loro prova non fosse annullata.

Per i giudici amministrativi, però, non sussisteva “una situazione di affidamento definitivo dei ricorrenti che una eventuale sospensione del provvedimento impugnato possa tutelare” e, inoltre, la scelta del Dg Cavalli di revocare il concorso era “un esercizio di potere discrezionale da parte della pubblica amministrazione, congruamente motivato a cui i ricorrenti stessi non possono sostituirsi con la prospettazione di altre soluzioni”.

Oggi, il Consiglio di Stato ha confermato la bontà di quella scelta. Per i partecipanti al concorso la delusione di vedersi di nuovo respinto il ricorso a Palazzo Spada.

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