CON PATENTE REVOCATA INVEISCE E CALUNNIA I POLIZIOTTI: NEGATA LA SORVEGLIANZA SPECIALE A UN 50ENNE DI ITRI

Polizia

Alla guida con la patente revocata, tentò di fuggire al posto di blocco e calunniò i poliziotti: il Tribunale respinge la misura di sorveglianza speciale

L’uomo, un 50enne di Itri, gravato da numerosi precedenti penali, a giugno scorso fu fermato per un controllo di routine dai Poliziotti del Commissariato di Fondi, i quali lo sorpresero alla guida senza patente. Per tutta risposta, il pregiudicato tentò di fuggire dal posto di blocco, ma la donna che gli era seduta accanto, verosimilmente intimorita dal gesto, gli ha spento il motore ed ha consegnato le chiavi ai poliziotti.

Per tutta risposta il soggetto, pluripregiudicato per vari reati contro il patrimonio e di stupefacenti, ha iniziato ad inveire contro i Poliziotti della Stradale, asserendo di aver subito da questi un’aggressione fisica e chiamando i soccorsi per il trasporto in ospedale. L’uomo, pertanto, veniva denunciato in stato di libertà per il reato di guida con patente revocata, con recidiva e per il reato di calunnia per aver riferito di aver subito un’aggressione da parte del personale.

Della vicenda veniva interessata la Questura di Latina, la quale proponeva per il 50enne itrano l’applicazione della misura di prevenzione della sorveglianza speciale, in ragione dei plurimi precedenti penale e dell’episodio dello scorso giugno, nonché della “spregiudicatezza e l’insofferenza dei dettami del vivere civile”.

L’uomo, per il tramite dei propri difensori, gli Avvocati Vincenzo Macari e Matteo Macari, esercitava le proprietà difensive dinanzi il Tribunale di Sorveglianza di Roma, competente per materia, rappresentando la carenza di pericolosità attuale del soggetto, in considerazione dei precedenti penali, molti dei quali datati nel tempo.

Il Tribunale di Sorveglianza capitolino, accogliendo le osservazioni difensive, con provvedimento del 23 gennaio 2025, rigettava la richiesta di applicazione della sorveglianza speciale al cittadino itrano, osservando la mancanza del requisito della pericolosità sociale del prevenuto e, soprattutto, dell’attualità di tale pericolosità. Ad avviso del Tribunale romano, i plurimi precedenti penali non sono idonei “a ledere o porre in pericolo la sanità, la sicurezza e la tranquillità pubblica”, in tal modo facendo eco alle considerazioni svolte dal collegio di difensivo.

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