COMUNE DI FORMIA TRUFFATO DALLA STRUTTURA PER MINORI: HA PAGATO OLTRE 17MILA EURO, SCATTANO LE INTERDITTIVE

Conclusa con provvedimenti cautelari personali e reali una complessa indagine avviata dalla Squadra Informativa del Commissariato di Cassino sulla gestione della struttura di accoglienza per minori “Revenge – G.A.M.”, situata a Sant’Angelo in Theodice. L’attività, partita nell’estate del 2023 a seguito di esposti e segnalazioni di cittadini, ha portato all’individuazione di diverse condotte penalmente rilevanti.

Su richiesta del sostituto orocuratore Alfredo Mattei, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Cassino, Claudio Marcopido, ha emesso misure cautelari a carico di tre persone: la legale rappresentante della società che gestiva la struttura, l’assistente sociale responsabile e l’avvocato consulente legale della società.

Le indagini hanno accertato una serie di reati gravi: favoreggiamento della permanenza di clandestini e truffa. I tre indagati, in concorso tra loro, avrebbero favorito la permanenza di un cittadino tunisino, maggiorenne, all’interno della struttura, presentandolo come minore non accompagnato. Tale condotta, dal giugno al dicembre 2023, ha permesso alla società di incassare indebitamente dal Comune di Formia la retta giornaliera di 95 euro. L’importo complessivo della presunta truffa ammonta a 17.462,51 euro.

I tre indagati, inoltre, avrebbero commesso frode negli obblighi di assistenza verso i minori stranieri non accompagnati affidati da diversi Comuni (tra cui Cassino, Formia, Frosinone, Mantova, Piacenza, Ravenna, Soave e Ventimiglia). Le criticità riscontrate riguardano la mancata presenza continuativa delle figure professionali obbligatorie, come il Responsabile della struttura, l’Educatore Professionale e lo Psicologo, oltre all’assenza di un piano personalizzato educativo-assistenziale.

A seguito di quanto emerso, la Polizia ha dato esecuzione a due tipi di provvedimenti: sequestro penale per equivalente: È stata disposta la confisca della somma di 17.462,51 euro a carico della legale rappresentante, dell’Assistente Sociale e dell’Avvocato, pari al profitto della presunta truffa.

Le misure interdittive personali sono state disposte a carico dei tre indagati con il divieto di esercitare attività professionali o imprenditoriali e la sospensione dall’esercizio di ogni pubblico ufficio o servizio nei confronti della legale rappresentante della società e dell’Avvocato consulente. L’inchiesta, che ha incluso ispezioni, acquisizione di documenti, videosorveglianza e sequestri di telefoni, aveva già portato alla chiusura della casa famiglia e al trasferimento dei minori su disposizione della Procura per i Minori di Roma.

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