Grazie alla mozione presentata da Lbc e approvata all’unanimità nei giorni scorsi è arrivato questa mattina in commissione Welfare il tema della modifica del regolamento dei centri diurni voluto dal commissario prefettizio, che imponeva una quota di compartecipazione mensile alle famiglie che usufruiscono di questo fondamentale servizio che assiste le persone con disabilità. Era stato anche a più riprese sollecitato il presidente della commissione a convocare nella stessa seduta le famiglie coinvolte. Per l’opposizione hanno preso parte alla seduta odierna i consiglieri Lbc Damiano Coletta e Dario Bellini in sostituzione di Floriana Coletta e la consigliera del Pd Daniela Fiore.
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“Abbiamo però appreso oggi che la maggioranza ha inaugurato un metodo del tutto nuovo – spiegano Coletta, Bellini e Fiore – Uffici e consiglieri di maggioranza che compongono la commissione Welfare hanno infatti incontrato i genitori degli utenti che afferiscono ai centri diurni, in tutt’altra sede rispetto a quella deputata per la commissione. E lo hanno anche messo “a verbale”, certificando di fatto un abuso. Alcuni commissari, presentandosi appunto come ‘commissione Welfare’, hanno dunque voluto fare incontri privati con le famiglie che avrebbero dovuto invece essere pubblici così da aprire un confronto diretto con l’utenza e gli operatori dei centri diurni.
Nel corso della seduta, che è pubblica e che i cittadini hanno potuto seguire in streaming, abbiamo dunque fatto notare che questa modalità era completamente irrispettosa nei confronti di tutti e che non è così che si gestisce una commissione. Ci è sembrato evidente che non fossero consapevoli della portata dell’errore commesso. Nell’imbarazzo generale, si è cercato di far sparire quel ‘verbale’ che era ormai agli atti perché la seduta è pubblica e quel documento era stato già portato alla conoscenza dei cittadini. E il fatto che si sia cercato di nascondere un errore così ha reso ancora più grave la situazione”.
“In questo modo – continuano ancora Coletta, Bellini e Fiore – procedendo all’ascolto di operatori e utenti senza coinvolgerci e arrivando con una bozza già confezionata che lasciava poco spazio al confronto nella sede competente, si è svuotata di significato e contenuti la seduta della commissione. Per questa volta concediamo un attenuante all’inesperienza ma ci auguriamo che episodi simili non ricapitino mai più. Esprimiamo comunque soddisfazione per essere riusciti a ottenere l’allargamento a sei fasce di reddito Isee invece di quattro, con innalzamento da 60 anni a 65, e con la possibilità di poter giustificare condizioni di impoverimento producendo Isee aggiornato in caso di difficoltà a pagare la retta. Era però possibile estendere la gratuità, sempre garantita durante le passate amministrazioni, a una platea più ampia, come da noi richiesto, sotto un Isee di 13mila euro”.