COMMISSIONE TRIBUTARIA RIMANE A LATINA: LA DECISIONE DEL MEF

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La commissione tributaria a Latina non chiuderà: la decisione del Ministro Economia e Finanze Daniele Franco

A commentare la scelta del Mef sono intervenuti il sottosegretario della Lega Claudio Durigon, il parlamentare europeo del Carroccio Matteo Adinolfi e il senatore di Fratelli d’Italia Nicola Calandrini.

”Grazie all’impegno della Lega e alla sensibilità del ministro Daniele Franco – ha detto Durigon – è stata scongiurata la prevista chiusura della Commissione Tributaria di Latina. In questo modo, i cittadini potranno contare su una struttura più vicina evitando trasferte a Roma. I contribuenti della provincia di Latina devono poter contare su una struttura dedicata, accessibile e funzionale. E questa decisione del Ministro Franco va per l’appunto in questa direzione”.

“Apprendo con piacere – ha detto Calandrini – che il Ministero dell’Economia ha scongiurato la chiusura della Commissione Regionale Tributaria di Latina. La chiusura sarebbe stata un grave problema per l’utenza costretta a ricorrere alla già sovraccarica sede di Roma, con un aggravio di costi e disagi, e il rischio di un notevole ritardo anche nei tempi di risoluzione dei contenziosi. Adesso auspico che il governo si impegni anche a rendere la Commissione Regionale Tributaria di Latina pienamente operativa con il giusto e necessario apporto di magistrati e assistenti, come avevo già chiesto nell’interrogazione depositata le scorse settimane e diretta ai ministri Franco e Cartabia”.

“Il nostro appello – ha detto Adinolfi – ha fatto breccia nel governo. Apprendo infatti con enorme compiacimento la notizia proveniente dal Mef, secondo cui la sede di Latina della commissione tributaria regionale resterà operativa. Mi sento il dovere di ringraziare il ministro dell’Economia Daniele Franco ed il sottosegretario Claudio Durigon per aver scongiurato il trasferimento degli uffici della giustizia tributaria dal capoluogo pontino alla Capitale. Il rischio di una soppressione della sezione distaccata di Latina della commissione tributaria regionale del Lazio andava evitata per non abbattere un autentico presidio di legalità. Bene aveva fatto l’Ordine dei dottori commercialisti di Latina a sollevare la questione, da me prontamente sottoposta ai massimi esponenti del Mef attraverso una missiva con la quale ho chiesto espressamente di soprassedere al taglio di una sede fondamentale per le province di Latina e Frosinone. Il congelamento ‘inspiegabile’ di due sezioni, causato dalla carenza di giudici, aveva già provocato un drastico depotenziamento di un importante presidio territoriale. Una scelta che andava peraltro in contrasto con quanto affermato nel piano nazionale per la ripresa e la resilienza presentato dal governo. Sappiamo infatti che in questi anni si è accumulato un arretrato preoccupante a livello di contenzioso tributario, con conseguenti ricadute negative in termini di rapidità e correttezza della risoluzione delle controversie. La scelta di chiudere la sede del capoluogo pontino avrebbe causato un aumento generalizzato dei costi della giustizia per i contribuenti di questa provincia come anche della vicina Frosinone, con ricadute negative per gli stessi appartenenti agli ordini professionali, commercialisti in primis. I noti e purtroppo irrisolti gravi problemi logistici persistenti per raggiungere la Capitale, rendono infatti ben più problematico l’accesso e la fruibilità della Commissione Tributaria Regionale. Inoltre la scelta di chiudere la sede di Latina avrebbe reso più complesso l’accesso alla giustizia tributaria, portandola ad essere ancora più lenta e farraginosa, proprio in un momento in cui l’obiettivo condiviso dovrebbe essere un reale contrasto della corruzione dilagante e agli sprechi. Allo stesso modo non posso ulteriormente rilevare come il territorio di Latina in particolare è stato oggetto negli anni del taglio di alcuni servizi fondamentali nel campo della giustizia, con il relativo allontanamento di servizi fondamentali dai cittadini, a seguito della chiusura di alcune sedi distaccate dei tribunali, e la soppressione della sezione imprese presso i tribunali differenti dalla sede di Corte di Appello. Questa situazione, innestata su incomprensibili tagli lineari, ha comportato un aumento generalizzato dei costi della giustizia che pesa sui cittadini. A tal riguardo rinnovo l’appello lanciato due settimane fa attraverso una missiva inviata al ministro di Grazia e Giustizia Marta Cartabia, affinchè vengano adottate tutte le misure necessarie per implementare la pianta organica dell’ufficio del giudice di pace, particolarmente carente in questo momento, in modo da poter garantire il buon funzionamento dell’ufficio stesso”.

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