La notizia è apparsa questa mattina a pag.2 di “Latina Oggi” in un articolo a firma di Andrea Ranaldi. A Latina in Via Roccagorga l’edificazione di un palazzo era stata autorizzata in virtù della variante al piano particolareggiato R-6 Isonzo. La società UnoErre aveva terminato i lavori di costruzione prima che lo strumento urbanistico venisse revocato sotto il Commissario prefettizio Giacomo Barbato (giugno 2015- giugno 2016). Addirittura prima dell’annullamento della variante alcuni appartamenti erano stati già venduti o dati in affitto ad alcuni inquilini inconsapevoli delle eventuali criticità urbanistiche. Sotto l’Amministrazione del neo sindaco Damiano Coletta viene avviato l’iter per verificare la legittimità della struttura e l’ufficio tecnico lo conclude nel febbraio 2018 redigendo un’ordinanza con cui si dispone il ripristino dei luoghi, ovverosia la demolizione.
Fatto sta che il dirigente del Servizio politiche di Gestione e Assetto del Territorio di allora, Umberto Cappiello, quell’ordine di demolizione non lo firma mai. Le ragioni? Tutte da approfondire. E tra i destinatari dell’ordine di demolizione mai ratificato chi figura? Il figlio del sindaco Damiano Coletta, proprietario di uno degli appartamenti dell’edificio sito in Via Roccagorga.
La notizia ha avuto una così forte eco nel capoluogo pontino che il sindaco ha dovuto convocare, assieme all’Assessore all’Urbanistica Francesco Castaldo, una conferenza stampa per oggi pomeriggio in merito alla vicenda dell’immobile di via Roccagorga. L’inizio è previsto per le ore 16,30 presso la sala Enzo De Pasquale del Comune di Latina.