“Cold case” a Sonnino: riaperto il caso della morte del 35enne del luogo, Gaspare Stamegna, deceduto nel 2018
Dopo oltre sei anni, la Procura della Repubblica di Latina riapre le indagini legate alla morte di Gaspare Stamegna, affidandole ai Carabinieri. Grazie al alcune novità emerse nelle scorse settimane, la Procura del capoluogo pontino ha ritenuto, tramite gli investigatori dei Carabinieri, dover effettuare ulteriori approfondimenti investigativi legate alla morte dell’allora 35enne di Sonnino.

Il corpo di Stamegna, a ottobre 2018, fu ritrovato riverso sul divano di casa dalla madre, appena rientrata dopo il lavoro nell’abitazione in cui il 35enne conviveva con i suoi genitori. All’allarme dato dalla donna, l’abitazione, situata nel centro storico di Sonnino, è stata raggiunta da Carabinieri e personale sanitario del 118.
Tra i primi a intervenire, i sanitari del 118 arrivati sul posto con l’ambulanza della locale postazione e con l’automedica proveniente dalla postazione di San Martino, a Priverno. I sanitari non poterono far altro che constatare il decesso dell’uomo. Fu l’allora sostituto procuratore di Latina, Claudio De Lazzaro, a disporre l’autopsia, sebbene dal corpo non era evidente alcun segno che potesse far pensare a cause diverse che da una morte intervenuta per arresto cardiocircolatorio. La relazione del dottor Tommaso Cipriani sanciva la morte per abuso di sostanze stupefacenti e il caso era stato chiuso con l’archiviazione.
Ora, a distanza di anni, la Procura ha ritenuto di riaprire le indagini. Stamegna, peraltro, era stato processato e poi assolto dall’accusa di aver gambizzato un uomo a Terracina: accolto il ricorso per l’ingiusta detenzione.
A ottobre 2022, la quarta sezione penale della Corte di Cassazione ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato Lorenzo Magnarelli per l’annullamento del provvedimento emesso dalla Corte di Appello di Roma sulla richiesta per riparazione da ingiusta detenzione subita da Gaspare Stamegna, richiesta avanzata dai congiunti dello stesso.
L’uomo era stato processato e poi assolto con l’accusa di aver sparato alla gamba di un presunto rivale in amore, Marco Padovano: un uomo che all’epoca aveva 37 anni. L’episodio, poi imputato dalla Procura a Stamegna (all’epoca 31enne), era avvenuto a febbraio 2015 sul lungomare di Terracina. Accusato di lesioni aggravate dall’uso dell’arma e porto e detenzione illecita di arma, Stamegna, difeso sempre dall’avvocato Magnarelli, era stato assolto dal Giudice per l’udienza preliminare Giorgia Castriota nel 2018.
La Corte di Cassazione ha sposato, nel 2022, la tesi difensiva dell’avvocato Magnarelli “finalizzata – spiegava in una nota lo stesso legale – a far valutare la pertinenza della performance procedimentale avuta dal signor Gaspare Stamegna nel procedimento nel corso del quale lo stesso è stato sottoposto all’applicazione della misura cautelare in carcere e successivamente assolto per insussistenza del fatto“.
Questo comportamento, secondo la Corte d’Appello di Roma, era incompatibile con la mancanza di giustizia nel trattamento riservato a Stamegna. Di diversa opinione l’avvocato Magnarelli che, nel fare ricorso, ha puntato sulla valenza positiva effettiva di questo comportamento ai fini della prova dell’ingiustizia della misura cautelare applicata nonostante tale comportamento.
La Corte di Cassazione ha accolto la tesi difensiva e ha quindi annullato il provvedimento della Corte d’Appello restituendo gli atti ad un diverso Collegio della stessa sezione della Corte che quindi dovrà continuare a valutare la richiesta dei congiunti dello Stamegna. Valutazione nella quale, tuttavia, la Corte sarà obbligata a tener conto delle indicazioni fornite dalla Corte di Cassazione.