CLAUDIO GAVILLUCCI, L’ARBITRO DI LATINA INTERROGA LA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

presidenza del consiglio arbitri
Nella foto: il presidente dell'AIA Marcello Nicchi, il vicepremier Matteo Salvini, il sottosegretario con delega allo sport Giancarlo Giorgetti e il Presidente della Federcalcio Gabriele Gravina

Dalla serie A agli Allievi regionali il passo è breve nel mondo del calcio. Così è accaduto all’arbitro di Latina, Claudio Gavillucci, il quale sostiene di essere stato declassato senza una vera ragione dal massimo campionato ai campi di periferia laziali. Tutto questo in cinque mesi – l’ultima partita arbitrata in serie A è stata Sampdoria-Napoli del 13 maggio 2018.
L’arbitro della sezione di Latina è comunque intenzionato a proseguire la sua battaglia per la riammissione in Serie A e per far ciò ha convocato i 21 arbitri della massima categoria a testimoniare di fronte al Tribunale federale arbitrale. Per inciso, gli arbitri non si sono presentati ma hanno pensato di inviare un legale in loro rappresentanza. E non potrebbe essere altrimenti in un mondo, quello del calcio, e in special modo arbitrale, dove il non esporsi per non rischiare nulla è la regola.
La motivazione ufficiale del “demansionamento” di Gavillucci è ascrivibile al fatto che è finito all’ultimo posto della classifica di merito dello scorso anno, quella stilata dagli osservatori arbitrali per valutare il rendimento dei fischietti italiani.

Claudio Gavillucci
Claudio Gavillucci

Secondo Gavillucci, però, sono mancati obbligo di informazione e trasparenza previsti dal regolamento: l’arbitro sostiene, come scritto da Libero, di aver ricevuto una relazione compilata in ogni punto tranne che nella casella riservata al voto. Una mancanza che invece non compare negli stessi documenti portati dall’Assocazione italiana arbitri all’inizio della diatriba legale. Il sospetto del direttore di gara è che i voti – tutti bassi – possano essere stati inseriti successivamente. Il suo ricorso era stato bocciato in primo grado, ma il Tribunale federale d’appello ha poi annullato la sentenza, facendo tornare la vicenda al punto di partenza.

Dismesso la scorsa stagione dalla Can A (Commissione Arbitri Nazionale) insieme ad altri quattro arbitri per “motivazione valutazioni tecniche”, Gavillucci era finito appunto all’ultimo posto nella classifica dei fischietti. Strano per un arbitro risultato come il quarto più designato nella passata stagione di Serie A con 17 presenze (51 in totale nella sua carriera) dopo Massa, Fabbri e Mazzoleni e alla pari di fischietti internazionali come Doveri e Orsato.

Proprio per questi motivi, la vicenda di Gavillucci è stata oggetto di un’interrogazione parlamentare a firma del senatore Antonio Iannone (Fratelli d’Italia) e pubblicata il 14 novembre scorso. L’atto è rivolto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e si domanda “se il Governo intenda assumere informazioni sulle ragioni per cui il provvedimento di dismissione a fine stagione possa continuare ad essere formato in un contesto che all’interrogante appare di opacità e di potenziale illegittimità, potendo in tal modo ledere in maniera inequivocabile il principio di trasparenza e d’imparzialità nella selezione e nelle graduatorie arbitrali di fine stagione sportiva, le quali giustificano permanenza o dismissione nei ruoli”. L’interrogazione parlamentare del senatore Iannone prosegue chiedendo al Presidente del Consiglio dei Ministri “se intenda assumere informazioni ed iniziative per conoscere le ragioni per cui nessun arbitro di serie A e B, durante la stagione ed anche al termine della stessa, non conosca mai il voto di ogni singola prestazione e la relativa posizione nella graduatoria che poi dovrà decretarne promozione, riconferma o dismissione dall’organico, apparendo evidente come, dalla violazione dell’imparzialità, dalla discriminazione e dalla non trasparenza delle decisioni, possa derivare grave pregiudizio ed alterazione nella stessa regolarità nella gestione dei campionati di calcio. In tal modo, infatti, non si assicurerebbero le migliori direzioni di gara sotto un profilo oggettivamente meritocratico; se, in relazione alle questioni evidenziate, intenda assumere le iniziative di propria competenza per pretendere maggiore trasparenza ed imparzialità all’interno del mondo del calcio e di un’organizzazione arbitrale che si utilizza risorse pubbliche, al fine di garantire direzioni di gara adeguate in uno sport che mobilita ogni settimana milioni di persone e la passion di tanti cittadini, che confidano nella legalità e che hanno il diritto di pretendere qualità, regolarità ed imparzialità delle prestazioni arbitrali”.

Antonio Iannonne, senatore del gruppo parlamentare di Fratelli d'Italia
Antonio Iannonne, senatore del gruppo parlamentare di Fratelli d’Italia

Parole nette e condivisibili che provengono da un senatore il cui partito, Fratelli d’Italia, per anni ha visto la presenza, almeno a Latina, di un personaggio ingombrante e dai mille risvolti oscuri come Pasquale Maietta che con il calcio, la politica e la finanza creativa ha scritto la pagina più nera dello sport pontino.

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