Il Sole 24 ore ha elaborato l’Indice della criminalità per ogni provincia d’Italia, in base ai dati forniti dal dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno e in relazione al numero di delitti denunciati nel 2018 (leggi qui la classifica per intero).
Roma è prima per produzione e spaccio di droga, mentre Napoli si conferma capitale di scippi e rapine. A livello nazionale, i reati, secondo questa statistica compendiale, sarebbero in diminuzione: nel 2018 ne sono stati denunciati 6.500 al giorno, -2,4% rispetto al 2017. Per i dati del 2019, ovviamente, si dovrà aspettare l’anno venturo.
Latina spicca (si fa per dire) al ventesimo posto per i furti di autovettura: ventesima su 106 province (141 denunce ogni ogni 100mila abitanti); 25esima posizione per le violenze sessuali (9,4 denunce ogni 100mila abitanti) e 27esima per i tentati omicidi (2,3 denunce ogni 100mila abitanti).
Stupiscono alcuni dati, come il 73esimo posto per riciclaggio e impiego di denaro, in controtendenza con quanto dichiarato con l’ex sottosegretario al Ministero dell’Interno Luigi Gaetti, in visita alla Prefettura di Latina a giugno scorso, il quale parlò della provincia come di una terra inzuppata in una mafia economica che reinveste capitali illeciti.
O come l’88esimo posto per le associazioni per delinquere, il 55esimo per l’associazione mafiosa, il 57esimo per gli stupefacenti e il 76esimo posto per le usure.
A giudicare da questo indice pubblicato dall’organo di Confindustria, Latina è tutto sommato una provincia lontana dalla linea della palma, sebbene sia doveroso fare una precisazione: ciò che analizza ed elabora il Ministero, poi mutuato dal Sole24ore, è il dato sulle denunce avanzate e non sulla reale presenza sul territorio di attività delittuose e criminali.
Purtroppo, l’indice sull’omertà e sulla paura non l’hanno ancora inventato. Né tantomeno quello sul coraggio.