Quella volta che Angelo Travali mandò via un disabile sulla sedia a rotelle da una casa popolare del Villaggio Trieste. A raccontarlo il collaboratore di giustizia Agostino Riccardo
Non è sicuramente un fatto centrale nella corposa inchiesta “Resit” della Squadra Mobile di Latina, coordinata dall’Antimafia di Roma, ma restituisce uno spaccato agghiacciante della spietatezza di Angelo Travali, il personaggio che, se non fossero intervenuti gli arresti di Don’t Touch nell’autunno 2015, avrebbe scalzato come leader del sodalizio anche un pezzo da novanta del crimine pontino come Costantino “Cha Cha” Di Silvio.
A quanto riporta il collaboratore di giustizia, “Palletta” si rese protagonista di una vicenda che più da boss della mala ha tutti i crismi della vigliaccata.
Siamo nel quartiere popolare di Latina “Villaggio Trieste”, zona difficile, da sempre “cantera” di criminalità e degrado, pur con qualche tentativo di riqualificazione da parte di alcuni volenterosi che vi abitano. Al “Villaggio”, comandavano Angelo e Salvatore Travali e quest’ultimo ne gestiva lo spaccio affidato a due noti pusher di fiducia.
Inoltre, i Travali avevano a disposizione alcuni appartamenti popolari, detenuti abusivamente, e che secondo Agostino Riccardo sarebbero stati al centro di un fatto deprecabile.
“A Villaggio Trieste c’è un’altra casa acquisita abusivamente da Angelo Travali, che cacciò un signore disabile in sedia a rotelle e la diede a suo cognato, che ancora vive lì, la casa è al primo piano“.
Va detto che le dichiarazioni sono risalenti al 2018 e nel 2015, dopo gli arresti dei fratelli Travali, furono sgomberate.
“Un altro appartamento usurpato da Travali – continua Riccardo nel verbale – è sempre a Villaggio Trieste“. L’appartamento era occupato dal padre di un altro noto pregiudicato di Latina che avrebbe dovuto “ereditare” la casa. Eppure, a morte avvenuta del padre del noto pregiudicato, la casa, secondo Riccardo, “la prese Ermanno D’Arienzo (ndr: detto Topolino, personaggio di peso nella mala pontina), padre naturale di Angelo, che la levò ad Alessandro Sinisi per un debito di quest’ultimo di 5.000 euro. Questo avvenne quando Angelo Travali era detenuto per la misura cautelare di Don ‘t Touch“.