Beni confiscati alla criminalità, il Comune di Latina revoca l’interesse all’acquisizione al patrimonio dell’ente
Una delibera di Giunta, votata dall’amministrazione del sindaco Matilde Celentano, che conferma il disinteresse del Comune all’acquisizione al patrimonio comunale di due beni confiscati alla criminalità organizzata: un terreno agricolo in Via Moncenisio e un terreno (confiscato al 50%), in Via Luna n. 7.
La decisione dell’amministrazione di centrodestra segue la delibera del 2020 quando fu la Giunta di centrosinistra guidata dal sindaco Damiano Coletta a certificare il disinteresse del Comune.
Uno dei terreni si trova in Via della Luna, nel mezzo del rione Pantanaccio, roccaforte dei Ciarelli, simbolo di un potere malato che si è irradiato per anni nella città di Latina.
L’altro si trova al Gionchetto, in Via Moncenisio, altro quartiere caldo, dove a farla padrone ci sono i gemelli dei Ciarelli, l’altro clan di origine nomade che ha imperversato nella città, solo fiaccato dagli arresti degli ultimi anni: i Di Silvio capeggiati da “Romolo” Di Silvio. Basti pensare che proprio in questa via, nel febbraio 2020, uno dei rampolli della famiglia ha sparato dei colpi di pistola finendo dietro le sbarre di Via Aspromonte: trattasi di Ferdinando “Pescio” Di Silvio, figlio di “Patatone” e nipote di Ferdinando il Bello. Nella strada, inoltre, abita anche la famiglia del boss, quel Giuseppe “Romolo” Di Silvio che sta scontando la sua condanna, in concorso col nipote Patatone, per l’omicidio avvenuto in quel terribile gennaio 2010 (la c.d. Guerra Criminale) quando a Latina si sparava, ammazzava e gambizzava. La casa è stata oggetto di un ordine di demolizione, su cui pende un ricorso al Tar.
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Ebbene, dopo le confische e in seguito alla decisione presa dalla stessa Giunta Municipale guidata da Coletta, il 22 novembre 2018, di acquisire al patrimonio comunale i due terreni, si pensava che potessero essere convertiti uno (il terreno agricolo in via Moncenisio) in un Progetto di inclusione Sociale, l’altro (il terreno in Via della Luna) “ad utilizzo perequativo finalizzato al completamento di servizi e di Piani urbanistici e/o ai fini istituzionali seguenti beni immobili, già confiscati“.
Sembrava cosa fatta, ma, a maggio 2020, la Giunta Coletta si è resa conto che per i due terreni c’era qualcosa che non andava. Nel corso delle verifiche propedeutiche alla predisposizione di un Progetto di inclusione sociale – si leggeva nella delibera – è stata accertata la presenza sul terreno agricolo di Via Moncenisio di un immobile abusivo, la cui consistenza impedisce di poter utilizzare il terreno stesso per le finalità per le quali l’Amministrazione comunale aveva espresso la volontà di acquisizione. Per Via della Luna, invece, è emerso il fatto che il terreno è confiscato solo per metà, al 50%.
Due particolari piuttosto curiosi perché già noti al momento della confisca e quando fu esplicitata, con provvedimento amministrativo, la volontà di acquisirli al patrimonio del Comune. Un disinteresse che, però, prima di essere freddamente burocratico, rischiava di diventare morale. Una decisione spiazzante quella della Giunta Coletta, per di più confermata dalla Giunta “rivale” di centrodestra.
Lo scorso 19 marzo, la Prefettura ha richiesto chiarimenti al Comune di Latina circa il mancato inserimento dei beni suddetti nell’elenco dei beni confiscati. L’ente ha precisato, ribadendo la delibera del maggio 2020, che il mancato inserimento deriva dalla manifestazione di disinteresse già espressa cinque anni fa.
La Prefettura, però, ha reiterato quanto già evidenziato all’epoca all’amministrazione Coletta, rappresentando all’ente che la motivazione del disinteresse manifestata “… non può ritenersi giustificativa di un provvedimento di revoca, tenuto conto che il riuso per finalità istituzionali o sociali di immobili confiscati assume, anche alla luce dello spirito del Codice Antimafia, un valore altamente simbolico di riaffermazione della legalità”, chiedendo pertanto al Comune, considerato che il bene risulta ancora acquisito al patrimonio comunale, di confermare la volontà di restituire il terreno oggetto di confisca, al fine della conseguente adozione da parte dell’ANBSC di emettere il decreto di revoca dell’assegnazione dei citati beni.
La richiesta della Prefettura è stata riscontrata dal Dipartimento XIV – Lavori Pubblici che ha evidenziato che le alternative di intervento (miglioramento sismico con opere murarie e strutturali di consolidamento o demolizione e ricostruzione dell’edificio) “comportano un impegno economico significativo stimato nell’ordine di diversi milioni di euro, e più precisamente 324.000 euro per la demolizione/ricostruzione e 942.840 euro cosi suddivisi: € 648.000,00 per il miglioramento sismico e 294.840 euro per l’adeguamento alla normativa antisismica, oltre ad opere di completamento per l’immobile di Via Moncenisio: 369.000 euro per la demolizione/ricostruzione e 1.034.640 euro così suddivisi: 739.800 euro per il miglioramenti sismico e 294.840 euro per l’adeguamento alla normativa antisismica per l’immobile di Via Luna”.